Pallidi e piacevoli ricordi di uno scambio linguistico effettuato al liceo, ormai nel secolo scorso
, mi portano a cercare un volo per tornare ad Amburgo e Brema per il primo week-end utile di settembre, complice una miriade di giorni di ferie arretrate e il periodo relativamente tranquillo in ufficio. Purtroppo non trovo nessun volo interessante, per cui rinuncio alla destinazione iniziale; non rinuncio però a un week-end lungo di relax e opto per scendere verso sud-ovest di qualche centinaio di km, direzione Paesi Bassi, dove yours truly non ha ancora posato la sua macchina fotografica. KLM ha un’ottima tariffa a/r, prenoto al volo e aspetto le canoniche 30h ore precedenti al volo per fare il check-in online; le uscite d’emergenza si pagano, 20€, e dato che farò il c-in solo la mattina dopo in ufficio (le 30 ore prima iniziavano alle due di notte...), la maggior parte dei posti sono già andati: mi devo accontentare di un 25F.
Dato che sono un amante delle giornate piene, prenoto il primo volo del mattino da MXP; peccato che per essere verso le 5 e mezza o giù di lì in aeroporto, non volendo sobbarcarmi gli 85€ di taxi (già 10€ per fare l’equivalente di due fermate della metropolitana mi stizziscono, ma vabbé...), la sveglia sia poco prima delle quattro del mattino, in tempo per prendere uno dei due bus utili in partenza da Centrale; bus che ci impiega 1h esatta, nonostante il traffico inesistente, credo una delle performance peggiori di sempre con il MXPShuttle. Un 50% abbondante dei pax sbarca al T2, mentre al T1 fermiamo alle partenze, come succedeva un tempo: qualcuno ha ripristinato la logica fermata o semplicemente l’autista si è sbagliato e alle cinque del mattino i vigili urbani sono ancora a letto?
Il T1 mi pare incredibilmente frequentato, visto l’orario, di sicuro più che in altre occasioni. Stampo la carta d’imbarco alle macchinette, notando che quelle in zona LH sono aumentate di numero rispetto allo scorso luglio. Faccio la coda in economy per lasciare il bagaglio al drop-off, convinto che l’altra fila (vuota) fosse riservata ai banchi di business – l’addetto infatti mi chiede perché non abbia sia andato diretto al banco drop-off; l’indicazione non era particolarmente chiara. Si scusa per il disguido mentre etichetta il bagaglio a mano come idoneo per la cabina.
Fuori è ancora buio e non vale la pena di fermarsi a guardare il tarmac nero e i satelliti con gli aerei invisibili, per cui mi dirigo ai controlli sicurezza; la coda è moderata e scorre senza intoppi. I varchi aperti sono più numerosi del solito e in effetti mi sbrigo piuttosto velocemente, meglio che negli ultimi voli. Dimentico una bottiglietta d’acqua nella tasca laterale dello zaino, prontamente rilevata dagli addetti che me la fanno buttare dopo il controllo radiogeno. Passo senza suonare. A differenza del terminal, il satellite A mi pare veramente morto e moscio, pochi passeggeri ai gate e tutto incredibilmente chiuso, bar incluso. Solo verso le 6 inizierà a sentirsi del rumore provenire da dietro le saracinesche, ma fino all’imbarco rimarrà chiuso. Per un caffè ci sono le macchinette (1.10€) oppure una coda kilometrica a quello prima del satellite. Compro una bottiglietta d’acqua.
L’imbarco spacca il secondo alle 6.20AM, con la chiamata dei soci Flying Blue Elite e dei passeggeri di J; subito dopo sarà il turno di tutti gli altri, con precedenza alle famiglie con bambini. Chiamata in italiano e inglese. Si imbarca via finger dall’A05, una comodità che ultimamente apprezzo davvero tanto: le soste e le attese sugli interpista mi iniziano a infastidire, mi sembra tempo sprecato, anche se si vede qualche aereo in più.
Tratta: MXP-AMS
Volo: KL 1618
Aereo: Boeing 737-8K2
MSN: 29598, LN: 639
Reg: PH-BXK
Consegnato il: 19/09/2000
Posto: 25F
Gate: A05
Sched dep: 06.50
Sched boarding: 06.20
Boarding: 06.20
Block-off: 06.50
Take-off: 07.08
In air: 07.09
Sched arr: 08.45
Landing: boh
Block-in: boh
Appena salito a bordo mi colpisce il buon odore, direi proprio un profumo, molto delicato, che pervade la cabina. Le aa/vv alla porta salutano in olandese e inglese; due sono molto appetibili, una è “solo” carina e una così-così, forse perché più adatta alla veneranda età di AZ1774 e Nicolap; farà comunque servizio in C, lasciano le giovani ruspanti a noi
La cabina è pulitissima, sembra completamente nuova e le si perdona il pitch da low-cost, compensato da un seduta piuttosto comodo. Nella mia tasca mancano sia la safety card che il sacchettino per il vomito; c’è la rivista di bordo (abbastanza modesta: ma non fa più nessuno quelle belle riviste che c’erano fino a tre-quattro anni fa?).
Sblocchiamo in orario e rulliamo fino in testata 35R, dove siamo i quinti in attesa, dietro due 320 (LH e AZ), un 738 (TK) e un altro 320 (AP). Dietro di noi un 319 (LHI). Mentre siamo all’holding point, uno splendido 772 TG atterrà sulla 35L e poco un Jumbolino della Brussels Airlines passa, non so se in rullaggio per decollare dalla L o cos’altro.
Decolliamo senza esagerare con la manetta, che la benzina costa cara; dopo una spirale che ci porta prima su Cardano al Campo e poi a incrociare quasi perpendicolarmente la 35R, appena oltre il terminal raddrizziamo lievemente e proseguiamo quasi paralleli alle due piste. Fantastico il sorvolo dell’aeroporto e vedere un aereo decollare dalla 35R mentre completiamo la spirale. Poi le nuvole prendono il sopravvento, accompagnandoci fino alla discesa finale.
Il volo è pieno in ogni posto; come vicini ho due ragazzi sulla ventina, per cui le foto si limitano allo stretto necessario. Dietro e davanti ci sono dei bimbi piccoli, che soprattutto in discesa urleranno un bel po’. Quella dietro, che avrà quattro anni o già di lì, mi fa morire dal ridere, è affascinatissima dai movimenti dell’ala e scommetto che da grande farà la pilotessa o l’ingegnere aerospaziale.
Poco dopo lo spegnimento dell’allacciare le cinture, inizia il servizio di bordo. Viene servito un doppio tramezzino, muesli bloomer cheese uno e creamy egg salad l’altro, più che commestibili, il secondo addirittura buono. Da bere prendo un caffè, con doppio zucchero, e un succo di mela al secondo giro. A differenza di LHI, non vengono servite le salviette, ma le porzioni del rancio sono più abbondanti. Al secondo passaggio delle bevande viene dato anche un biscotto ripieno di caramello. Equipaggio professionale e premuroso, sempre col sorriso. Dopo averlo letto sul forum, noto che viene sempre data la precedenza ai passeggeri di sesso femminile, non ci avevo mai fatto caso.
Volo tranquillo, niente scossoni. Bella la vista dei polder controluce e delle zone industriali della conurbazione nederlandese in atterraggio. Atterriamo sotto il sole con una toccata lieve, purtroppo non saprei dire su quale delle innumerevoli piste di AMS. Non mi curo dell’orario di toccata e di arrivo al terminal, sono in vacanza e faccio le cose con molta calma
Nei quattro giorni successivi, oltre ad Amsterdam, toccherò anche Utrecht, Gouda, L’Aja, Leida, Delft, Haarlem (con puntata al mare per una passeggiata sotto al sole sull’enorme spiaggia di Zandvoort) e Rotterdam. Tutti i centri sono piuttosto vicini tra loro, hanno un centro storico piccolo e compatto, si girano a piedi e sono estremamente piacevoli e rilassate, sicuramente più che Amsterdam stessa, bella ma assolutamente troppo piena di turisti e probabilmente troppo sporca nel pieno centro. Qualche foto OT, giusto per non perdere la mano
Bellissima Leida, più turistica Delft ma altrettanto godibile. L’Aja è inspiegabilmente fuori dal giro turistico internazionale, secondo me merita assolutamente la visita anche solo per la piazza del palazzo reale. Mi è sembrato tutto tremendamente efficiente, ma più rilassato che nei paesi scandinavi o in Germania e Svizzera. Sembra che vivano molto bene, tutto è caro come il fuoco ma gli stipendi dovrebbero essere ben all’altezza.
Il ritorno avviene martedì con l’ultimo volo serale per Malpensa. Purtroppo, dopo tre giorni di sole fantastico, e contrariamente alle previsioni di almeno mezza giornata di bel tempo, la pioggia mi sveglia. Faccio quel che si può fare al chiuso, ovvero andare al Van Gogh, dove mi emoziono per i Girasoli; evito il Rijks, la coda era enorme (enorme!), e visitabili solo i “masterpieces”, visto che l’edificio è in ristrutturazione – ovviamente il biglietto è a prezzo pieno, tra l’altro per un certo tipo di arte che non mi ha mai entusiasmato se decontestualizzata. La pioggia dà tregue ma il tempo è tremendamente uggioso e pure freddo, per cui alle due e mezza mi rompo di girare senza meta e vado in aeroporto, a prendere un po’ di freddo sulla terrazza per qualche ora di osceno spotting col cielo grigio.
Preso il treno ad Amsterdam Centraal, in meno di 20’ (e con frequenza di almeno quattro-cinque treni all’ora) sono alla Schipol Plaza. La zona è un po’ tetra, anche se ci sono molti negozi, e la presenza della stazione lo rende un po’ un bazaar; ad ogni modo salgo subito al piano check-in per stampare le carte d’imbarco (alle macchinette, dove scelgo un bizzarro 17F, sperando che gli scaramantici connazionali lascino libero il posto a fianco – e così sarà
) e lasciare la valigia. Il ragazzo al banco – giovanissimo, se non avevo 18 anni li dimostrava – è uno molto spigliato, e divertito commenta l’anticipo con cui sono in aeroporto (solo otto ore prima
); è comunque oltremodo professionale.
Vado subito alla terrazza, davvero sconfinata, anche se quello che si vede non è poi molto. Fa freddo e c’è decisamente troppo vento, ma resisto. Almeno un paio di persone sono lì con binocoli e taccuini per prendere le registrazioni!
Qualche foto varia ed assortita, prima di cedere al tempo e tornare nel terminal per un panino e un po’ di ristoro dal freddo:
Meno di un’ora prima del volo mi dirigo ai controlli, che passano via lisci; dopo aver gironzolato in zona negozi – constatando che in aeroporto è sempre tutto più caro, figurarsi nella già cara Olanda – mi dirigo agli imbarchi “B”.
Tratta: AMS-MXP
Volo: KL 1635
Aereo: Boeing 737-306
MSN: 24404, LN: 1681
Reg: PH-BDP „Jacob Roggeveen“
Consegnato il: 07/03/1989
Posto: 17F
Gate: D78
Sched dep: 20:30
Sched boarding: 20.00
Boarding: 20.e qualche minuto
Block-off: ignoro
Take-off: ignoro
In air: ignoro
Sched arr: 22.10
Landing: 22.14
Block-in: 22.17
Nella piccola zona del gate (imbarco col finger) si accalca una piccola folla, piccola perché i 733 di KLM comunque non hanno più di tanti posti. L’imbarco inizia come all’andata, con la chiamata dei FF Skyteam Elite e dei pax di C, cosa che richiede poco tempo, visto che la C è configurata per soli 8 posti.
Salgo a bordo e saluto l’equipaggio in inglese, uno degli aa/vv risponde in italiano, anche se credo che buonasera sia l’unica parola conosciuta nell’idioma di Dante. Prendo posto al mio 17F, e, finito l’imbarco, l’E rimarrà libero, mentre al D si siederà una ragazza italiana molto carina e assolutamente discreta. Sarà uno dei pochi posti liberi di un volo davvero pieno. Intanto il comandante si presenta e dà il benvenuto a bordo, annunciando un tempo di volo di approsimativamente un’ora e ventisei minuti
Noto che la safety card al mio posto è quella dell’E-190, nella tasca a fianco c’è quella corretta del 733. Durante la safety demo (a mano, in inglese, olandese e italiano registrato) invece non viene menzionato l’uso del giubbotto salvagente, probabilmente a causa della rotta interamente sulla terraferma. Rulliamo verso una delle piste di Schipol e decolliamo con brio dopo un altro 737 KLM e davanti ad altri due aerei, un E190 e un altro 737 KL.
Appena in crociera inizia il servizio di bordo, i due aa/vv (maschio e femmina, sembravano pure una bella coppia, affiatati sicuramente, e quasi uno stereotipo dell’olandese tipo – biondissimi, un po’ robusti, ridanciani, cortesi, con le guance rosse) fanno un lavoro davvero superlativo, consegnano i pasti proprio con grazia, e, finito, ripassano per riempire di nuovo i bicchieri e offrire biscottini. Non mi sembra che facciano più che altri equipaggi, come quello dell’andata, o quello del volo LHI di luglio, o di altri voli di altre compagnie di bandiera e non, ma è come lo fanno, con un certo stile, confidenza, sicurezza, tranquillità e levità che rende tutto di una piacevolezza estrema. L’atteggiamento in un certo qualmodo proattivo continua anche a servizio finito, si sincerano che le (poche) famiglie con bimbi (ipertranquilli) non abbiano bisogno di nulla, spengono le luci di lettura dei pax che si sono addormentati, elargiscono sorrisi quando passiamo un paio di forti turbolenze appena oltre le Alpi.
La cabina del 733 è in eccellenti condizioni, pulitissima, tapezzeria nuova (?), se non fosse per l’overhead antidiluviano potrebbe sembrare pure nuova. Il pitch mi pare pure più generoso che sul 738. I miracoli di cosa vuol dire una manutenzione regolare e curata.
Il servizio, oltre all’impeccabile lavoro svolto dai due aa/vv, consiste in due mini-panini (edam e figue chutney il primo, buono, e di carne di manzo il secondo, meno buono) e liquidi a volontà, succo di mela per me.
Passata la forte turbolenza sopra la Svizzera, dove qualcuno poteva rimanere offeso di bruto-bruto-bruto, entriamo in un nuvolone fino a poco prima del touch down a MXP. La cabina, che già si era distinta per la tranquillità, mi regala l’assenza dell’applauso, a cui plaudo internamente. Attracchiamo ad un finger dell’A e sbarcho, non senza prima ringraziare sentitamente l’ottimo equipaggio – la cosa avrà un seguito in una mail mandata dal sito KLM, con risposta arrivata il giorno successivo in cui ringraziano dei complimenti, che mi assicurano verranno girati all’equipaggio del volo.
Domande, critiche e commenti come sempre ben accetti
DaV
Dato che sono un amante delle giornate piene, prenoto il primo volo del mattino da MXP; peccato che per essere verso le 5 e mezza o giù di lì in aeroporto, non volendo sobbarcarmi gli 85€ di taxi (già 10€ per fare l’equivalente di due fermate della metropolitana mi stizziscono, ma vabbé...), la sveglia sia poco prima delle quattro del mattino, in tempo per prendere uno dei due bus utili in partenza da Centrale; bus che ci impiega 1h esatta, nonostante il traffico inesistente, credo una delle performance peggiori di sempre con il MXPShuttle. Un 50% abbondante dei pax sbarca al T2, mentre al T1 fermiamo alle partenze, come succedeva un tempo: qualcuno ha ripristinato la logica fermata o semplicemente l’autista si è sbagliato e alle cinque del mattino i vigili urbani sono ancora a letto?
Il T1 mi pare incredibilmente frequentato, visto l’orario, di sicuro più che in altre occasioni. Stampo la carta d’imbarco alle macchinette, notando che quelle in zona LH sono aumentate di numero rispetto allo scorso luglio. Faccio la coda in economy per lasciare il bagaglio al drop-off, convinto che l’altra fila (vuota) fosse riservata ai banchi di business – l’addetto infatti mi chiede perché non abbia sia andato diretto al banco drop-off; l’indicazione non era particolarmente chiara. Si scusa per il disguido mentre etichetta il bagaglio a mano come idoneo per la cabina.
Fuori è ancora buio e non vale la pena di fermarsi a guardare il tarmac nero e i satelliti con gli aerei invisibili, per cui mi dirigo ai controlli sicurezza; la coda è moderata e scorre senza intoppi. I varchi aperti sono più numerosi del solito e in effetti mi sbrigo piuttosto velocemente, meglio che negli ultimi voli. Dimentico una bottiglietta d’acqua nella tasca laterale dello zaino, prontamente rilevata dagli addetti che me la fanno buttare dopo il controllo radiogeno. Passo senza suonare. A differenza del terminal, il satellite A mi pare veramente morto e moscio, pochi passeggeri ai gate e tutto incredibilmente chiuso, bar incluso. Solo verso le 6 inizierà a sentirsi del rumore provenire da dietro le saracinesche, ma fino all’imbarco rimarrà chiuso. Per un caffè ci sono le macchinette (1.10€) oppure una coda kilometrica a quello prima del satellite. Compro una bottiglietta d’acqua.
L’imbarco spacca il secondo alle 6.20AM, con la chiamata dei soci Flying Blue Elite e dei passeggeri di J; subito dopo sarà il turno di tutti gli altri, con precedenza alle famiglie con bambini. Chiamata in italiano e inglese. Si imbarca via finger dall’A05, una comodità che ultimamente apprezzo davvero tanto: le soste e le attese sugli interpista mi iniziano a infastidire, mi sembra tempo sprecato, anche se si vede qualche aereo in più.
Tratta: MXP-AMS
Volo: KL 1618
Aereo: Boeing 737-8K2
MSN: 29598, LN: 639
Reg: PH-BXK
Consegnato il: 19/09/2000
Posto: 25F
Gate: A05
Sched dep: 06.50
Sched boarding: 06.20
Boarding: 06.20
Block-off: 06.50
Take-off: 07.08
In air: 07.09
Sched arr: 08.45
Landing: boh
Block-in: boh

Appena salito a bordo mi colpisce il buon odore, direi proprio un profumo, molto delicato, che pervade la cabina. Le aa/vv alla porta salutano in olandese e inglese; due sono molto appetibili, una è “solo” carina e una così-così, forse perché più adatta alla veneranda età di AZ1774 e Nicolap; farà comunque servizio in C, lasciano le giovani ruspanti a noi
La cabina è pulitissima, sembra completamente nuova e le si perdona il pitch da low-cost, compensato da un seduta piuttosto comodo. Nella mia tasca mancano sia la safety card che il sacchettino per il vomito; c’è la rivista di bordo (abbastanza modesta: ma non fa più nessuno quelle belle riviste che c’erano fino a tre-quattro anni fa?).


Sblocchiamo in orario e rulliamo fino in testata 35R, dove siamo i quinti in attesa, dietro due 320 (LH e AZ), un 738 (TK) e un altro 320 (AP). Dietro di noi un 319 (LHI). Mentre siamo all’holding point, uno splendido 772 TG atterrà sulla 35L e poco un Jumbolino della Brussels Airlines passa, non so se in rullaggio per decollare dalla L o cos’altro.

Decolliamo senza esagerare con la manetta, che la benzina costa cara; dopo una spirale che ci porta prima su Cardano al Campo e poi a incrociare quasi perpendicolarmente la 35R, appena oltre il terminal raddrizziamo lievemente e proseguiamo quasi paralleli alle due piste. Fantastico il sorvolo dell’aeroporto e vedere un aereo decollare dalla 35R mentre completiamo la spirale. Poi le nuvole prendono il sopravvento, accompagnandoci fino alla discesa finale.
Il volo è pieno in ogni posto; come vicini ho due ragazzi sulla ventina, per cui le foto si limitano allo stretto necessario. Dietro e davanti ci sono dei bimbi piccoli, che soprattutto in discesa urleranno un bel po’. Quella dietro, che avrà quattro anni o già di lì, mi fa morire dal ridere, è affascinatissima dai movimenti dell’ala e scommetto che da grande farà la pilotessa o l’ingegnere aerospaziale.

Poco dopo lo spegnimento dell’allacciare le cinture, inizia il servizio di bordo. Viene servito un doppio tramezzino, muesli bloomer cheese uno e creamy egg salad l’altro, più che commestibili, il secondo addirittura buono. Da bere prendo un caffè, con doppio zucchero, e un succo di mela al secondo giro. A differenza di LHI, non vengono servite le salviette, ma le porzioni del rancio sono più abbondanti. Al secondo passaggio delle bevande viene dato anche un biscotto ripieno di caramello. Equipaggio professionale e premuroso, sempre col sorriso. Dopo averlo letto sul forum, noto che viene sempre data la precedenza ai passeggeri di sesso femminile, non ci avevo mai fatto caso.

Volo tranquillo, niente scossoni. Bella la vista dei polder controluce e delle zone industriali della conurbazione nederlandese in atterraggio. Atterriamo sotto il sole con una toccata lieve, purtroppo non saprei dire su quale delle innumerevoli piste di AMS. Non mi curo dell’orario di toccata e di arrivo al terminal, sono in vacanza e faccio le cose con molta calma
Nei quattro giorni successivi, oltre ad Amsterdam, toccherò anche Utrecht, Gouda, L’Aja, Leida, Delft, Haarlem (con puntata al mare per una passeggiata sotto al sole sull’enorme spiaggia di Zandvoort) e Rotterdam. Tutti i centri sono piuttosto vicini tra loro, hanno un centro storico piccolo e compatto, si girano a piedi e sono estremamente piacevoli e rilassate, sicuramente più che Amsterdam stessa, bella ma assolutamente troppo piena di turisti e probabilmente troppo sporca nel pieno centro. Qualche foto OT, giusto per non perdere la mano









Bellissima Leida, più turistica Delft ma altrettanto godibile. L’Aja è inspiegabilmente fuori dal giro turistico internazionale, secondo me merita assolutamente la visita anche solo per la piazza del palazzo reale. Mi è sembrato tutto tremendamente efficiente, ma più rilassato che nei paesi scandinavi o in Germania e Svizzera. Sembra che vivano molto bene, tutto è caro come il fuoco ma gli stipendi dovrebbero essere ben all’altezza.
Il ritorno avviene martedì con l’ultimo volo serale per Malpensa. Purtroppo, dopo tre giorni di sole fantastico, e contrariamente alle previsioni di almeno mezza giornata di bel tempo, la pioggia mi sveglia. Faccio quel che si può fare al chiuso, ovvero andare al Van Gogh, dove mi emoziono per i Girasoli; evito il Rijks, la coda era enorme (enorme!), e visitabili solo i “masterpieces”, visto che l’edificio è in ristrutturazione – ovviamente il biglietto è a prezzo pieno, tra l’altro per un certo tipo di arte che non mi ha mai entusiasmato se decontestualizzata. La pioggia dà tregue ma il tempo è tremendamente uggioso e pure freddo, per cui alle due e mezza mi rompo di girare senza meta e vado in aeroporto, a prendere un po’ di freddo sulla terrazza per qualche ora di osceno spotting col cielo grigio.
Preso il treno ad Amsterdam Centraal, in meno di 20’ (e con frequenza di almeno quattro-cinque treni all’ora) sono alla Schipol Plaza. La zona è un po’ tetra, anche se ci sono molti negozi, e la presenza della stazione lo rende un po’ un bazaar; ad ogni modo salgo subito al piano check-in per stampare le carte d’imbarco (alle macchinette, dove scelgo un bizzarro 17F, sperando che gli scaramantici connazionali lascino libero il posto a fianco – e così sarà
Vado subito alla terrazza, davvero sconfinata, anche se quello che si vede non è poi molto. Fa freddo e c’è decisamente troppo vento, ma resisto. Almeno un paio di persone sono lì con binocoli e taccuini per prendere le registrazioni!
Qualche foto varia ed assortita, prima di cedere al tempo e tornare nel terminal per un panino e un po’ di ristoro dal freddo:














Meno di un’ora prima del volo mi dirigo ai controlli, che passano via lisci; dopo aver gironzolato in zona negozi – constatando che in aeroporto è sempre tutto più caro, figurarsi nella già cara Olanda – mi dirigo agli imbarchi “B”.
Tratta: AMS-MXP
Volo: KL 1635
Aereo: Boeing 737-306
MSN: 24404, LN: 1681
Reg: PH-BDP „Jacob Roggeveen“
Consegnato il: 07/03/1989
Posto: 17F
Gate: D78
Sched dep: 20:30
Sched boarding: 20.00
Boarding: 20.e qualche minuto
Block-off: ignoro
Take-off: ignoro
In air: ignoro
Sched arr: 22.10
Landing: 22.14
Block-in: 22.17


Nella piccola zona del gate (imbarco col finger) si accalca una piccola folla, piccola perché i 733 di KLM comunque non hanno più di tanti posti. L’imbarco inizia come all’andata, con la chiamata dei FF Skyteam Elite e dei pax di C, cosa che richiede poco tempo, visto che la C è configurata per soli 8 posti.
Salgo a bordo e saluto l’equipaggio in inglese, uno degli aa/vv risponde in italiano, anche se credo che buonasera sia l’unica parola conosciuta nell’idioma di Dante. Prendo posto al mio 17F, e, finito l’imbarco, l’E rimarrà libero, mentre al D si siederà una ragazza italiana molto carina e assolutamente discreta. Sarà uno dei pochi posti liberi di un volo davvero pieno. Intanto il comandante si presenta e dà il benvenuto a bordo, annunciando un tempo di volo di approsimativamente un’ora e ventisei minuti

Noto che la safety card al mio posto è quella dell’E-190, nella tasca a fianco c’è quella corretta del 733. Durante la safety demo (a mano, in inglese, olandese e italiano registrato) invece non viene menzionato l’uso del giubbotto salvagente, probabilmente a causa della rotta interamente sulla terraferma. Rulliamo verso una delle piste di Schipol e decolliamo con brio dopo un altro 737 KLM e davanti ad altri due aerei, un E190 e un altro 737 KL.
Appena in crociera inizia il servizio di bordo, i due aa/vv (maschio e femmina, sembravano pure una bella coppia, affiatati sicuramente, e quasi uno stereotipo dell’olandese tipo – biondissimi, un po’ robusti, ridanciani, cortesi, con le guance rosse) fanno un lavoro davvero superlativo, consegnano i pasti proprio con grazia, e, finito, ripassano per riempire di nuovo i bicchieri e offrire biscottini. Non mi sembra che facciano più che altri equipaggi, come quello dell’andata, o quello del volo LHI di luglio, o di altri voli di altre compagnie di bandiera e non, ma è come lo fanno, con un certo stile, confidenza, sicurezza, tranquillità e levità che rende tutto di una piacevolezza estrema. L’atteggiamento in un certo qualmodo proattivo continua anche a servizio finito, si sincerano che le (poche) famiglie con bimbi (ipertranquilli) non abbiano bisogno di nulla, spengono le luci di lettura dei pax che si sono addormentati, elargiscono sorrisi quando passiamo un paio di forti turbolenze appena oltre le Alpi.
La cabina del 733 è in eccellenti condizioni, pulitissima, tapezzeria nuova (?), se non fosse per l’overhead antidiluviano potrebbe sembrare pure nuova. Il pitch mi pare pure più generoso che sul 738. I miracoli di cosa vuol dire una manutenzione regolare e curata.

Il servizio, oltre all’impeccabile lavoro svolto dai due aa/vv, consiste in due mini-panini (edam e figue chutney il primo, buono, e di carne di manzo il secondo, meno buono) e liquidi a volontà, succo di mela per me.

Passata la forte turbolenza sopra la Svizzera, dove qualcuno poteva rimanere offeso di bruto-bruto-bruto, entriamo in un nuvolone fino a poco prima del touch down a MXP. La cabina, che già si era distinta per la tranquillità, mi regala l’assenza dell’applauso, a cui plaudo internamente. Attracchiamo ad un finger dell’A e sbarcho, non senza prima ringraziare sentitamente l’ottimo equipaggio – la cosa avrà un seguito in una mail mandata dal sito KLM, con risposta arrivata il giorno successivo in cui ringraziano dei complimenti, che mi assicurano verranno girati all’equipaggio del volo.
Domande, critiche e commenti come sempre ben accetti
DaV
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