[TR] LHR-HND-HKG-LHR, oltre i confini dell'Aviopirlismo.


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Otto anni dopo, alfin giunse l'agognato ritrovo di AC. Segnato nel calendario con lo Sharpie, pianificato nei minimi dettagli, quasi al minuto.

Anzi, no.

La realtà è che a fine novembre, al momento di girare il mio personalissimo calendario Goats in Trees, sotto all'ennesimo ovino abbarbicato su una pianta vedo una scritta, un presagio, un monito. "AC HKG". E l'immediata consapevolezza di non aver pianificato una mazza.

Panico.

Vado su Booking.com, e ovviamente la scelta è limitata a due categorie: posti col sigillo di garanzia del Console, che il sito mi consiglia solo perchè la loro AI è invero stupida, e lupanari con recensioni del tipo "Mi hanno svegliato due scarafaggi che facevano a botte in un marcato accento livornese". Trovo, miracolo, una stanza al Dorsett di Mongkok. Siccome il Dorsett a Londra sembra - da fuori, NdR - carino faccio che prenderla e decido di posporre il resto ad un altro giorno.

Alla fine, col passar dei giorni, prende forma un itinerario di un aviopirlismo senza senso. Giovedì sera, volo ANA (o JAL) per Haneda; venerdì, cena a Tokyo con amici. A seguire notte all'aeroporto di HND (in hotel, alla fine l'età per la panchina e il tavernello è allo stesso tempo passata e ancora da venire). Il giorno seguente, nuovo volo ANA (o JAL) per HKG. Arrivo nel primo pomeriggio, rinfrescata e via alla cena sabato. Domenica, volo per il Vecchio Continente e arrivo a Londra di buon'ora, che alle 9:30 ciò steering group e, come mi ricorda la mia solerte apprendista, "You're the chair, so don't go skiving".

Arriva giovedì, e la mia idea principale è di volare ANA. Poi però scopro che l'aereo facente gli onori oggi è addobbato con Pikachu e altri cretini assortiti, in più parte mezz'ora dopo rispetto a JAL e, orrore degli orrori, ha il 3-4-3 in Y (carro bestiame!) e allora eccomi al T3 di LHR, pronto a vedere cosa offre il convento oggi.


Finestrino, dice la signorina di Menzies. E il posto di fianco libero, continua. Mi balla l'occhio [cit.] sulla carta d'imbarco e ci vedo la scritta "Lounge". Chiedo all'amabile signorina se non sia un refuso. "No", fa lei. "I passeggeri del volo pomeridiano di JAL hanno accesso alla lounge, tutti quanti". "Pure io che sono standby e pure non-rev?" rispondo io inarcando un sopracciglio alla Carletto Ancelotti. "Pure te", risponde lei, serafica come il Buddha del monastero di Thiksey.

Passo i controlli di sicurezza, che al T3 sono un cantiere dove si respira, a tratti, puzza di liquame (le tasse aeroportuali più alte del mondo serviranno pure a qualcosa, no?), emergo dal labirintico duty free e vado alla JAL Lounge, che altro non esser che la Galleries di BA. Dico alla signorina di guardia che ci dev'essere un errore, io son barbone ma...

son dentro.


Ah signora mia come cambiano i barboni! Manco il tempo di dire "tassiamo i ricchi" che ho già posato il sacco e mi sono catapultato al banco dei beveraggi dove, orrore degli orrori, non c'è sciambagn, sostituito da un proletarissimo prosecco. Vergogna, dovete fallire. Anzi no, che c'ho le bollette da pagare.

Per non saper nè leggere nè scrivere faccio che prendere sia il prosecco che una lattina di Speedbird, la birra fatta da Brewdog per BA.


E giusto un po' di nachos con una Coca-cola che, poi, mi dimentico di bere, chè il momento dell'imbarco è prossimo.


L'imbarco è al 35, quei gates sotto alla torre di controllo che sono, praticamente, al Terminal 5. Lungo la via mi sorpassa un buggy elettrico di JAL, carico di benvestiti che assumo essere in First. A Haneda ne vedrò di altri e, siccome saremo in Giappone, invece del misero brr-brr-brr-brr che in UK funge da allerta-gente, avrà la musichina dei Sette Nani.


Ma eccolo, il 77W. Ora, della flotta JAL, mi mancano solo l'Embraer e l'ATR.


Imbarco veloce, clientela al 95% nipponica, inclusa una scolaresca in uniforme. I rimanenti sono congiunti di altri nipponici, inglesi di quelli che giocano con le carte dei Pokemon, ed io. Salgo a bordo per ultimo, e vado al mio posto. Al corridoio c'è un nipponico di Ealing che, come me, è accanito fan del supermercato giapponese di Ealing Common.

Pitch veramente buono, IFE magari non recentissimo ma nemmeno scarno di contenuti come spesso succede sulle giapponesi.




Unico difetto, la cabina è calda, calda come l'estate in Valpadana. Io e gli altri tre non-giapponesi che vedo patiamo la temperatura, mentre vedo una ragazzina giapponese mettersi su un maglione extra. Maronn.

Partiamo in orario, inchini e saluti dal ground staff, e siamo in volo sopra le turbolente arie albioniche. Pensavo a un sorvolo del Polo, e invece pieghiamo verso sud. All'altezza di Francoforte viene servita la cena, e scelgo l'opzione asiatica.


Segue gelatino.


E un apprezzatissimo Dorayaki.


M'addormento a spizzichi e mozzichi, e ad un certo punto l'alba ci scopre qua. Nessuno ha abbassato gli scuri, anche se col sorgere del sole iniziamo a farlo un po' tutti.


Fuori scorre la Mongolia.




Torno a dormire e, al risveglio, è ora di colazione. S'è mangiato di meglio, va detto.


L'epopea è quasi al termine. Faccio un giro al cesso (molto carino e praticamente intonso, e ovviamente col getto lavanatiche), e iniziamo la discesa sopra la baia di Tokyo.




L'equivalente di Settimo Tokyese torna a casa dopo una giornata in fabbrica.






Ed ecco il Fuji.




È una serata splendida e, sarà la musica che sto ascoltando, sarà il posto, mi viene in mente qualcosa cui non pensavo da anni. Un asino, in particolare. Un tizio conosciuto ad un assessment day appena finita l'università, uno di quegli inglesi con la chevalière al mignolino, l'accento posh e la necessità - no, il bisogno patologico - di dirti che ha studiato a Harrow. Ecco, tale individuo sosteneva che Heathrow non poteva funzionare perchè "It's the only airport where you overfly the city you'll eventuall go into". Mentre passiamo sopra ai grattacieli di Tokyo penso a quel genio, e alla sua sicumera di aver avuto il posto in tasca (mai più visto) e non posso far altro che sorridere.




Arriviamo, breve taxi e siamo al molo. La jetty si attacca Door 1L per cui ci vediamo tutto l'aereo. Business, prodotto Apex:


E la First. Tra poco questo prodotto verrà sostituito dall'A350 e mi riprometto, il giorno che rubo una banca, o riesco a fregare il portamonete di Dancrane, di farmi un andata JAL e ritorno ANA.


Continua!
 

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Cala la notte a Tokyo.

Sbrigo le formalità doganali in un attimo, ecco il terzo sigillo con sakura e vulcani sul passaporto, e sono sulla Keikyu per, stavolta, la città. Scendo a Shimbashi, e trovo un collega e il di lui marito che si sono offerti di portarmi fuori a cena. Prima, però, li trascino a comprarmi un nuovo telefono che il mio è stato usato da Annibale per trovare la strada del Frejus, e poi andiamo a mangiare. Tonkotsu, fortissimamente tonkotsu.


Poi un paio di birrette, qualche chiacchera, spetteguless, e prima che chiudano i treni sono di nuovo a HND, in quel Villa Fontaine che già visitai quest'anno. Stavolta ho pure la vista.


Rassicurato dal Tokyo Sky Tree che brilla nel buio come l'occhio di Sauron mi assopisco e... mi sveglio alle 3AM. Dannato jetlag. Le provo tutte: esercizio fisico, audiobook con Stephen Fry, un comizio di Veltroni. Niente. Tre ore e mezza di sonno sono e rimarranno, il tutto dopo aver dormito praticamente niente in aereo. Come fa 8200 non lo so.

Anche stavolta preferisco la comodità. ANA parte dal T2, sono al T3, per andarci ci vuole il bus e... niente, JAL ne ha uno mezz'ora dopo e mi danno un finestriino senza nemmeno insistere troppo.

Vado a gustarmi l'alba e un caffè dalla terrazza panoramica.




Ennesimo 787-9 di JAL, per cui vado piano coi dettagli. Unica cosa degna di nota, partiamo dai remoti:






E via sopra una Tokyo senza una nuvola.


Yokohama:


Fuji e Hakone:




E, poi, col finestrino ancora blu tenebra, HK:





Mentre facciamo taxiing ripasso le regole (Non parlar dello Xinjiang. Non menzionare Winnie The Pooh. Non chiedere dov'è finita Peng Shuai. Non chiedere di Evergrande o di qualsivoglia developer; anzi, fai che non - ripeto, non - chiedere del mercato immobiliare. Taiwache? Tibecosa?) mi arriva un cordiale messaggello: Dancrane e Kenadams verranno a prendermi agli arrivi.

Sentendomi assai importante arrivo, saluto i compagni, omaggio debitamente il supremo leader Xi e andiamo a Mongkok dove prendo possesso della camera più anni '90 che Iddio abbia creato. Il tempo di una doccia e sono di nuovo fuori, sperando di non finire in un Laogai.
 

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La stanza dell'hotel ha una qual certa vista, va ammesso.


Comunque sia, bando alle ciance. Ritrovo Dancrane e Kenadams, ci beviamo un po' di birrette austro-coreane prima, e thailandesi dopo. A seguire la cena, e altre birrette. Grazie ancora a Mindonair, Sciamano, Jambock, FLRPort, I-POV e signora, Daniele6 e l'Avvocato - oltre, ovviamente, ai summenzionati - per un'altra splendida serata AC.

Alla fine riesco a prendere una delle ultime metro e mi lancio nel letto.

Il giorno dopo mi sveglia la signora delle pulizie alle 12.30. Dovevo fare check-out alle 11. Vengo lanciato fuori dall'hotel senza nemmeno il tempo di fare una doccia e la situazione, per dirla in maniera pacata, è tragica. Urge una doccia e, mi sembrerebbe, credo di essermi beccato di nuovo un avvelenamento da cibo qui a HK. Tre visite, tre avvelenamenti; inizio a pensare che il mio disgusto per Xi "Winnie" Jinping stia diventando qualcosa di fisico.


Sia benedetta dayroom.com. Trovo un altro hotel a Mid Levels e, complice l'efficienterrima metro di HK, sono in stanza dopo poco.


Breve doccia, e mi rilancio nel letto. Riemergeró solo alle 5, in tempo per una passeggiata all'imbrunire.












A quanto pare oggi ci sono le elezioni locali. Ovviamente, come in tutti i paesi autoritari, sono elezioni farlocche. Nessun partito pro-democrazia è permesso nella città dal momento dell'implementazione della legge "sulla sicurezza" (si sa, il fascismo si maschera sempre dietro all'ordine pubblico). Dei leaders delle proteste del 2019, Joshua Wong è in galera; Nathan Law è in esilio, con i cinesi che ne cercano la cattura, idem per Agnes Chow e Ivan Lam è al gabbio. Nulla e nessuno può fermare Winnie.


Torno indietro all'hotel, passando sui camminamenti sopraelevati dove, come ogni weekend, le donne di servizio - filippine per lo piú, ma anche indonesiane e vietnamite - si godono il dì di festa a cantare il peggio karaoke e a bere e mangiare. Fuggo dinanzi a una versione di Girls Just Gonna Have Fun di Cindy Lauper che fa incrinare i vetri, e mi rifugio sull'HKIA express.

Sono listato sul secondo dei due voli BA, BA28 per la precisione. Un tempo, prima del Covid e prima che Winnie rendesse HK poco popolare per i capitali stranieri, c'erano due voli al giorno di BA. Uno col 380, l'altro col 77W. Ventotto posti di First, centocinquantatré di Club, quasi sempre tutti presi. Ora i due voli sono ritornati, ma il primo è sul 787-8, il secondo -9. I posti in First sono otto, quelli di Club settantasette. Un po' di sicuro è colpa della mancanza di mezzi, ma è innegabile che ci sia gelo, gelo profondo.

Ero rimasto che i dipendenti di HK, contrattati da un handler, erano soliti essere particolarmente duri. Per una volta, invece, li trovo dei pezzi di pane. Le signorine al banco mi dicono che dovrei salire su entrambi i voli, ma a causa del percorso più lungo del solito - grazie all'altro imbecille della scena politica mondiale, guardacaso amico di Xi - l'onload è deciso dal capitano. Sono in Premium SBY, per stavolta, e mi invitano a tornare verso le 10. Trovo il buon Sciamano, discutiamo del più e del meno, decidiamo di fondare un partito politico dedito allo sdoganamento del bermuda in aereo, e poi ritorno.

La signorina al banco di F è la duty manager di BA ed è veramente gentile. Mi dice che può spostarmi sul BA32, che parte 45 minuti prima del 28, e che mi può dare l'ultimo posto di Club una volta passati al gate. Sarà il middle seat, mi fa. Nessun problema, le dico, a me piace più degli altri. "Anche a me!" fa lei, e ci diamo un fist-bump d'intendinmento. Che è successo a HKG?

Corro airside, vado al gate, ed eccolo là. G-ZBJC.


Parte l'imbarco, passo per ultimo e - brrrr - errore di messaggio. L'addetta non ha la stampante che funziona e, per non perder tempo, fa che scribacchiare il mio nuovo sedile a penna.


Salgo a bordo, declino lo sciambagn pre-partenza, e mi accomodo. A breve il primo 787-8 dovrebbe passare a Cardiff per prendere il cambio d'abito. Doveva esser già iniziato, ma Boeing è in ritardo con gli static test e quindi hanno scambiato d'ordine i 788 con gli ultimi 77W. Si parla di maggio per il primo in servizio.


Guardiamo un po' che offre il menu; non che voglia mangiare chissà quanto, vista la situazione diciamo 'delicata' a livello di stomaco.


Decolliamo, mi metto in orizzontale e in pratica riemergo solo quando manca un'ora all'arrivo. Gli assistenti di volo, genuinamente preoccupati dalla mia immobilità, si offrono di darmi almeno il piatto dei freddi della colazione.


Ciò fatto, ci allineiamo verso LHR e, con un po' di sballonzolamenti, atterriamo a casa. Scendo, prendo il bus-navetta, vado in ufficio, doccia e si inizia la giornata lavorativa. Grazie a tutti per la lettura, e alla prossima cena di AC!
 

Greco

Socio AIAC
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Io neanche 10 anni fa avrei retto ritmi del genere! Ammirato!
Ma sei tornato a lavorare in BA?
 

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Partenza scoppiettante!
Chiedo scusa se per il prosieguo t'è arrivato il Great Firewall sul cervelletto!

mi fai passare per il nababbo che non sono!
Su su non fare il modesto. Ma intanto ho visto che Milei ti scriveva su Whatsapp per chiederti soldi.

E' sempre un piacere leggerti
Grazie!

Mbè? Che ha che non va il prosecco???
La metto cosi: cosa usava Peppino di Capri per brindare a un incontro? Il prosecco?

Io neanche 10 anni fa avrei retto ritmi del genere! Ammirato!
Ma sei tornato a lavorare in BA?
Grazie!

Sempre una ottima lettura, grazie!
Mi dispiace per l'intossicazione.

Alla prossima!
Obrigado! Purtroppo HK ed io non andiamo chissà che d'accordo...