La coda ai controlli di sicurezza fa in modo che i banchi del check-in siano praticamente vuoti, pochi secondi e riceviamo le carte d’imbarco (la mia col nome sbagliato ovviamente), l’addetta consiglia di tenermi come bagaglio a mano sia lo zaino che il borsone, meglio così, niente attesa bagagli all’arrivo.
Per raggiungere il gate dobbiamo salire una piccola rampa di scale, abbastanza insolito, per ritrovarci in una sala d’attesa disadorna (degna più di un ospedale che di un aeroporto) dove i gate non sono altro che delle uscite verso il terrazzo antistante.
L’imbarco avviene puntualmente dal gate che vedete in fotografia ed una volta usciti sul terrazzo c’è una scala da scendere che ci conduce in una piccola area sotto il terrazzo stesso chiusa sul davanti da dei cancelletti, quasi un recinto da bestiame !
Dal recinto si ha questo panorama sulla “aerostazione” di SVO 1; mi immagino che in pieno inverno, magari nel mezzo di una nevicata, la procedura d’imbarco segua altre vie …
… dopo un po’ arriva il bus, un Neoplan modernissimo, un’addetta apre uno dei cancelletti e i passeggeri più vicini si avviano verso il bus.
Nel frattempo ho avuto modo di osservare i miei compagni di viaggio: i bagagli a mano sono piccoli o inesistenti ed trolley si contano sulla punta delle dita, nessuno è delle dimensioni a cui siamo abituati ma tutti più piccoli.
Ecco il nostro aereo:
Da vicino il Tu-154 è veramente slanciato ed accattivante, la nuova (bellissima) livrea Aeroflot fa il resto; l’imbarco avviene dalla porta centrale.
Un ultimo sguardo verso dietro …
… e verso davanti …
Salire per chi è un po’ alto è pericolosissimo: si rischia di dare una zuccata nella porta che è proprio bassa, la hostess mi avvisa e mi abbasso per tempo; prendiamo posto: il borsone occupa quasi per interno uno dei vani delle cappelliere, la borsa del PC finisce sotto le gambe, unico posto in grado di ospitarla.
Per raggiungere il gate dobbiamo salire una piccola rampa di scale, abbastanza insolito, per ritrovarci in una sala d’attesa disadorna (degna più di un ospedale che di un aeroporto) dove i gate non sono altro che delle uscite verso il terrazzo antistante.

L’imbarco avviene puntualmente dal gate che vedete in fotografia ed una volta usciti sul terrazzo c’è una scala da scendere che ci conduce in una piccola area sotto il terrazzo stesso chiusa sul davanti da dei cancelletti, quasi un recinto da bestiame !
Dal recinto si ha questo panorama sulla “aerostazione” di SVO 1; mi immagino che in pieno inverno, magari nel mezzo di una nevicata, la procedura d’imbarco segua altre vie …

… dopo un po’ arriva il bus, un Neoplan modernissimo, un’addetta apre uno dei cancelletti e i passeggeri più vicini si avviano verso il bus.
Nel frattempo ho avuto modo di osservare i miei compagni di viaggio: i bagagli a mano sono piccoli o inesistenti ed trolley si contano sulla punta delle dita, nessuno è delle dimensioni a cui siamo abituati ma tutti più piccoli.
Ecco il nostro aereo:

Da vicino il Tu-154 è veramente slanciato ed accattivante, la nuova (bellissima) livrea Aeroflot fa il resto; l’imbarco avviene dalla porta centrale.
Un ultimo sguardo verso dietro …

… e verso davanti …

Salire per chi è un po’ alto è pericolosissimo: si rischia di dare una zuccata nella porta che è proprio bassa, la hostess mi avvisa e mi abbasso per tempo; prendiamo posto: il borsone occupa quasi per interno uno dei vani delle cappelliere, la borsa del PC finisce sotto le gambe, unico posto in grado di ospitarla.
