Thread Alitalia - Giugno 2018


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AZ209

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Londra.
Se i mods acconsentono apro un nuovo thread visto siamo ormai ampiamente nel nuovo mese.


Il nuovo Ministro credo lasci pochi dubbi:

Alitalia: Toninelli, interverrà Stato, no a commissari in conflitto interessi

Roma, 7 giu. (AdnKronos) – “Sicuramente bisogna evitare uno spezzatino. E’ inconcepibile vedere un vettore come Alitalia in queste condizioni quando ovunque il mercato cresce e le compagnie hanno floridi fatturati. L’Italia merita di meglio”. Ad affermarlo il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, in un’intervista oggi a ‘La Repubblica’. “L’intervento pubblico, di fatto già in essere con il commissariamento e il prestito ponte, non può essere escluso, ma in una logica di rilancio industriale cui può affiancarsi un partner forte. Certamente potranno aiutarci commissari non in conflitto di interessi”, sottolinea Toninelli.
Alla domanda se dovrà fare un passo indietro chi ha avuto a che fare con la gestione precedente, come Enrico Laghi, “mi pare che il conflitto di interesse sia evidente”, risponde Toninelli.





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Thread precedente: http://www.aviazionecivile.org/vb/showthread.php/140722-Thread-Alitalia-Maggio-2018
 
Ultima modifica da un moderatore:
Mi sa che ne vedremo delle belle (and for all the wrong reasons), anche se credo [e spero] che qualsiasi ulteriore intervento dello Stato sia 'braccato' da Bruxelles. Parole, in ogni caso, da nausea istantanea.

G
 
LH ha gia cambiato idea... adesso le andrebbe bene anche una quota con cdp e un’altro socio italiano.... ma pensa te...
 
Toto Prévisions:
CDP Entra con 30%
DL entra con 20%
MU entra con 20%
AZ entra in AF per il 14,30% ???
 
Danilo Toninelli, il piano disastroso: "Alitalia, l'intervento pubblico non si può escludere"

Sul dossier del neo-ministro delle Infrastrutture, il "concentratissimo" Danilo Toninelli, è subito planato un dossier pesantissimo: quello di Alitalia, che rischia il crac. Così come rischia l'indotto di 21mila famiglia che gravitano attorno all'indotto. E Toninelli, per risolvere il problema, in pieno stile grillino invoca lo Stato. Soldi pubblici. Assistenzialismo. Lo conferma in un'intervista a Repubblica, dove afferma: "Sicuramente bisogna evitare uno spezzatino. È inconcepibile vedere un vettore come Alitalia in queste condizioni quando ovunque il mercato cresce e le compagnie hanno floridi fatturati. L'Italia merita di meglio".

E ancora, prosegue Toninelli: "L'intervento pubblico, di fatto già in essere con il commissariamento e il prestito ponte, non può essere escluso, ma in una logica di rilancio industriale cui può affiancarsi un partner forte. Certamente potranno aiutarci commissari non in conflitto di interessi". Resta quella frase, minacciosa, sul fatto che "l'intervento pubblico non può essere escluso". Altri soldi dei contribuenti per il carrozzone fallimentare di Alitalia, dunque: questa la ricetta del ministro Toninelli. Valide ragioni per aver paura del suo operato: i precedenti relativi alla nostra disastrata compagnia di bandiera, infatti, parlano chiarissimo.

http://www.liberoquotidiano.it/news...intervento-pubblico-non-si-puo-escludere.html




L’Alitalia di stato non deve decollare
L’intervento pubblico non farebbe altro che preparare la prossima crisi

https://www.ilfoglio.it/economia/2018/06/08/news/lalitalia-di-stato-non-deve-decollare-199361/
(a pagamento)
 
Hmm, gli elettori hanno votato e questi sono i loro rappresentanti. Il personaggio di Cetto Laqualunque non ha insegnato nulla, anzi
 
Alitalia, Lufthansa non molla
«Non siamo Etihad, pronti a salvarla e a rilanciarla con più aerei di oggi»
La compagnia tedesca aspetta di conoscere la posizione del nuovo governo italiano. L'ad Spohr al Corriere: «Alitalia dovrebbe avere persino più veicoli»
di Leonard Berberi, nostro inviato


SYDNEY — Lufthansa resta alla finestra, non molla la presa su Alitalia, sonda le intenzioni del nuovo governo a Roma sul futuro della compagnia tricolore, ma prepara anche diversi piani d’azione nel caso di uno stop del processo di vendita della società dal 2 maggio 2017 in amministrazione straordinaria. Tra le opzioni più considerate c'è quella di procedere con investimenti massicci su Air Dolomiti (la compagnia con certificato italiano) o Eurowings (la divisione low cost), stando a quanto apprende il Corriere da due fonti interne al colosso tedesco dei cieli.
Mercato
Ai piani alti del gruppo non fanno un passo indietro dalla loro posizione. «Alitalia deve essere prima ristrutturata dai commissari straordinari e poi possiamo subentrare: e come dimostrano i casi di Swiss e Austrian Airlines quando entriamo in gioco noi le compagnie tornano a fare profitti», dice al Corriere Carsten Spohr, amministratore delegato del gruppo Lufthansa, al margine dei lavori del vertice annuale delle compagnie aeree organizzato a Sydney dalla Iata, l'associazione internazionale dei vettori. «Aspettiamo che il governo inizi a lavorare, non abbiamo avuto notizie da loro e di certo non faremo pressioni: non sarebbe corretto», sottolinea l’ad. Che non si dice preoccupato sulle eventuali ricadute negative dell'alleanza Lega-Movimento 5 Stelle nel trasporto aereo italiano: «Il mercato resterà interessante sia in entrata che in uscita nel vostro Paese». Spohr continua a ritenere Alitalia un asset rilevante per i piani di espansione di Lufthansa. Non solo perché il mercato tricolore è il secondo più importante per il colosso tedesco. «Alitalia è un brand noto nel settore e ha un suo ruolo — continua Spohr —. L'azienda starebbe benissimo nel nostro gruppo, Roma potrebbe diventare senza alcun problema il quinto hub principale (assieme a Francoforte, Monaco, Zurigo, Vienna, ndr)». Un modo per chiarire che Lufthansa inserirebbe la compagnia italiana nel blocco dei marchi più importanti, non point-to-point o low cost come nel caso di Brussels Airlines e Eurowings.
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inRead invented by Teads
Il cambio di governo
Quando si chiede a Spohr quanti aerei dovrebbe avere Alitalia non fornisce una cifra. «La flotta dipende da quanto profittevole è una compagnia: più lo è, più velivoli avrà», ragiona. Ma aggiunge che «l'Italia è un grande mercato e Alitalia dovrebbe avere più aerei di quelli che possiede oggi. Quando un giorno incontrerò i sindacati glielo dirò». L'ad ricorda che «Swiss oggi ha più jet di quanti ne aveva prima di passare sotto la nostra gestione. Austrian Airlines non era importante, oggi lo è grazie a noi. La logica è sempre la stessa e si basa sull’affidabilità tedesca». L'ad non dà molto credito a certe posizioni anti-Berlino di chi oggi è ai vertici dell'esecutivo italiano. «Non la prendo come una cosa personale, noi siamo un gruppo europeo. Chiedete agli svizzeri se sono contenti della loro compagnia ora e lo sono. Lo stesso anche per gli austriaci. E ovviamente anche i tedeschi sono contenti di Lufthansa. Questo dimostra che siamo un buon gruppo».
Strategie
Nessun commento sul ruolo che Air Italy (ex Meridiana) potrebbe avere in questo contesto. Ma è da notare che Spohr si è intrattenuto a lungo con Akbar Al Baker, ad di Qatar Airways e proprietario del 49% di Air Italy. Quanto agli investimenti Spohr precisa che «noi abbiamo sempre investito nelle compagnie partner e lo faremmo anche con Alitalia, ma si tratta soltanto di una parte, perché prima deve esserci la ristrutturazione». I tedeschi non sono spaventati dall'esperienza fallimentare di Etihad. «In tutta modestia noi non siamo Etihad — replica Spohr —. Siamo più vicini all'Italia geograficamente eppoi investiremmo soltanto dopo la ristrutturazione, al contrario di Etihad che ha messo i soldi prima sperando poi nella ristrutturazione». Mentre in parallelo tre manager di Alitalia — assenti i commissari straordinari — hanno avuto un incontro a porte chiuse con i vertici di Sky Team, l'alleanza alla quale fa parte (mentre Lufthansa è dentro Star Alliance). «Monitoriamo con attenzione la situazione e il processo di ristrutturazione del vettore», dice Perry Cantarutti, numero uno in uscita di Sky Team. «Alitalia per noi è un partner importante ed è anche nel nostro interesse che si riprenda. Se dovesse andare nelle mani di Lufthansa ovviamente la cosa ci preoccuperebbe e non poco».
 
Bel passo avanti nell’internazionalizzazione della compagnia gli annunci nella lingua del paese di destinazione... sono il volo vce/led e ci sono annunci in russo
 
La competizione con Ryanair, l'eccessiva generosità dell'Italia nei confronti dei Paesi stranieri, il difficile confronto con vettori più "supportati".

A un anno dall'avvio della sua gestione commissariale in Alitalia, Luigi Gubitosi si toglie qualche sassolino dalla scarpa e, in occasione dell'intervento per i 20 anni di Enac, fa il punto sulle nuove sfide del vettore, fornendo un'analisi nuova del contesto competitivo.

Il confronto con Ryanair
"È vero, Ryanair registra volumi di traffico superiori ai nostri di 5 volte - esordisce il commissario, commentando i dati che vedono il vettore irlandese in forte crescita sulla Penisola -, ma sul fronte del fatturato i loro dati sono magiori dei nostri di solo 2 volte". Un'asimmetria dovuta alle diverse scelte strategiche attuate e agli investimenti di Alitalia sul lungo raggio, "un segmento su cui cresciamo del 7 per cento, anno su anno - ci tiene a precisare Gubitosi -, con spese maggiori rispetto al corto raggio, ma anche diversa qualità".

Una questione di contesto
Andando oltre gli strumenti messi in campo per risollevare le sorti dell'ex compagnia di bandiera, Gubitosi allarga il campo della riflessione, sottolineando le disparità del contesto di azione rispetto ai competitor.

"Bisogna ragionare sulla parità di opportunità - spiega -, e su regole trasparenti e chiare, perché l'Italia concede troppo ai Paesi straneri e non sempre esigiamo reciprocità".

I toni sono pacati, ma i riferimenti metaforici si fanno bellicosi. "Ci sono Governi che hanno investito cifre importantissime nello sviluppo dei vettori, come nel caso di Turkish - esemplifica Gubitosi -. Non si può andare in guerra se non si hanno gli stessi mezzi".

TTG Italia
 
La competizione con Ryanair, l'eccessiva generosità dell'Italia nei confronti dei Paesi stranieri, il difficile confronto con vettori più "supportati".

A un anno dall'avvio della sua gestione commissariale in Alitalia, Luigi Gubitosi si toglie qualche sassolino dalla scarpa e, in occasione dell'intervento per i 20 anni di Enac, fa il punto sulle nuove sfide del vettore, fornendo un'analisi nuova del contesto competitivo.

Il confronto con Ryanair
"È vero, Ryanair registra volumi di traffico superiori ai nostri di 5 volte - esordisce il commissario, commentando i dati che vedono il vettore irlandese in forte crescita sulla Penisola -, ma sul fronte del fatturato i loro dati sono magiori dei nostri di solo 2 volte". Un'asimmetria dovuta alle diverse scelte strategiche attuate e agli investimenti di Alitalia sul lungo raggio, "un segmento su cui cresciamo del 7 per cento, anno su anno - ci tiene a precisare Gubitosi -, con spese maggiori rispetto al corto raggio, ma anche diversa qualità".

Una questione di contesto
Andando oltre gli strumenti messi in campo per risollevare le sorti dell'ex compagnia di bandiera, Gubitosi allarga il campo della riflessione, sottolineando le disparità del contesto di azione rispetto ai competitor.

"Bisogna ragionare sulla parità di opportunità - spiega -, e su regole trasparenti e chiare, perché l'Italia concede troppo ai Paesi straneri e non sempre esigiamo reciprocità".

I toni sono pacati, ma i riferimenti metaforici si fanno bellicosi. "Ci sono Governi che hanno investito cifre importantissime nello sviluppo dei vettori, come nel caso di Turkish - esemplifica Gubitosi -. Non si può andare in guerra se non si hanno gli stessi mezzi".

TTG Italia

Ci sono gruppi europei, vincolati alle stesse regole di Alitalia, che riescono comunque a fare soldi a palate: KH, AFKL, IAG.
A Gubitò, ma che stai a dì?
 

Senza peccare di aziendalismo, BA. Basata nel paese che ha più bilaterali in stile Open Skies in Europa, con le ME3 che hanno libero accesso a tutti gli aeroporti del paese, e non a caso servono, tutte o soltanto una o due, LHR, LGW, STN, CWL, EDI, GLA, MAN, BHX, NCL e di sicuro me ne manca una. BA ha anche il minor numero di slot nei suoi aeroporti di base se confrontata con AF, KL, LH o AZ. Qui ci sono le più grosse basi di Easyjet e Ryanair. E in più le tasse sull'aviazione più alte del mondo. Ciononostante, e malgrado me, si fanno soldi.

Gubitò sta facendo dell'ottimo "chiagnere e fottere". Se c'è un mercato che andrebbe liberalizzato in toto, e lasciato in mano alle forze darwiniane della concorrenza, questo è quello dell'aviazione civile. Ma è ovvio che, se sul mercato non ci sai stare, questo non ti piace.
 
Ci stai dicendo che tutte le compagnie cinesi atterrano a LHR e BA ha 4 slot settimanali a Pechino nel peggior orario possibile?

Credo Gubitosi si riferisse a questo.

Poi sul resto il tuo ragionamento non fa una piega.
 
Ci stai dicendo che tutte le compagnie cinesi atterrano a LHR e BA ha 4 slot settimanali a Pechino nel peggior orario possibile?

Credo Gubitosi si riferisse a questo.

Poi sul resto il tuo ragionamento non fa una piega.

Allora non vorrei vedere Gubitò alle prese con Londra! Al momento su LHR volano Air China, China Southern, China Eastern, Beijing Capital, Tianjin Airlines, Hainan... oltre ai soliti 5xdaily di Cathay Pacific (LHR only). BA ha un daily su PEK e un 12xw su PVG. E, complice l'intelligentissima politica di questo paese, i visti UK per i visitatori cinesi sono così astrusi che il numero di turisti cinesi a Londra è, in base alle stime, meno della metà di quello di Parigi.
 
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