Thread Alitalia Gennaio 2021


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belumosi

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Scenario interessante che però non prevede gli 11500 dipendenti Alitalia, nemmeno i 6000-6500 nei piani di ITA.
Visto che tutta la questione è per salvare almeno in parte il personale dubito che metteranno in vendita i pezzi senza metterci dentro anche il personale altrimenti visto il periodo non avrebbe nessun senso prendersi il personale con un contrattone per far contenti i sindacati ma basterebbe comprare logo e slot e mettersi sul mercato ad assumere con un contratto al massimo risparmio. Idem per tutto il resto. Già azzerare l'anzianità sarebbe un mega risparmio.
Una delle (reali) mission di ITA, è salvare quanto più personale possibile.
Per quanto al momento il percorso sia ancora nebuloso, scommetto il mio cent che tra un anno avremo ITA con codice AZ, brand Alitalia, FF Millemiglia, hub a FCO e gran parte degli attuali dipendenti. Il tutto sotto il rassicurante cappello dello stato e a prescindere dalle alchimie societarie e politiche necessarie per raggiungere lo scopo.
 
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Farfallina

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23 Marzo 2009
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Una delle (reali) mission di ITA, è salvare quanto più personale possibile.
Per quanto al momento il percorso sia ancora nebuloso, scommetto il mio cent che tra un anno avremo ITA con codice AZ, brand Alitalia, FF Millemiglia, hub a FCO e gran parte degli attuali dipendenti. Il tutto sotto il rassicurante cappello dello stato e a prescindere dalle alchimie societarie e politiche necessarie per raggiungere lo scopo.
Infatti non credo che faranno una vendita dei pezzetti separati.
 

B787

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8 Settembre 2007
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VCE
(...) scommetto il mio cent che tra un anno avremo ITA con codice AZ, brand Alitalia, FF Millemiglia, hub a FCO e gran parte degli attuali dipendenti. Il tutto sotto il rassicurante cappello dello stato e a prescindere dalle alchimie societarie e politiche necessarie per raggiungere lo scopo.
E purtroppo, così sarà.
 

Cesare.Caldi

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100 punti da chiarire per il via libera al piano della newco. Focus su aviation, cedere le altre attività

Newco Alitalia, ora si tratta a Bruxelles
Preoccupazione nel governo dopo la lettera della DG competition anticipata da MF-Milano Finanza | L'Ue tiene a terra la newco Ita
di Angela Zoppo12/01/2021 11:30

Partiranno già nei prossimi giorni le trattative tra il governo italiano, i vertici della newco (l'ad Fabio Lazzerini e il presidente Francesco Caio) e la DG Competition di Bruxelles per cercare di strappare il via libera al piano della newco Ita, e liberare i 3 miliardi della dote Mef. La strada è tutta in salita e i tempi tornano incerti.
La lettera della Commissione, come scrive oggi MF-Milano Finanza che ha potuto consultarla in esclusiva, elenca quasi un centinaio di punti da chiarire perché siano garantite la discontinuità con Alitalia e la validità del nuovo piano strategico.





La nuova società deve concentrarsi sul business aviation, cedendo handling e manutenzione, mettere a gara la controllata che gestisce le Millemiglia, cedere alcuni slot, chiarire la strategia multi-hub e fornire l'analisi della sostenibilità economica delle rotte e dei contratti di leasing degli aerei.
Il governo deve anche spiegare perché non si è andati a gara per la cessione degli asset che passeranno dall'Alitalia in amministrazione straordinaria alla newco, e come saranno impiegati i soldi pubblici nell'attesa del partner industriale.

 

Cesare.Caldi

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In pratica la UE ha bocciato su tutta la linea la nuova Alitalia e adesso bisognerà rifare il piano e rispondere a tutti i punti contestati, vendere handling e manutenzione, cedere degli slot immagino su Linate e dimostrare la sostenibilità economiche delle rotte.
 

ally01

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in alitalia si son spesi talmente tanti soldi da poter far diventare milionario ogni singolo dipendente...e non è un modo di dire...
 
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vipero

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Alitalia: perché la newco rischia di non decollare

Stando alle indiscrezioni raccolte da Milano Finanza, infatti, da Bruxelles il progetto di ripartenza della compagnia di volo italiana sta suscitando una serie di dubbi. Tradotto: il piano industriale rischia di essere bloccato e ritardato.

Quali notizie sono pervenute dall’UE? Le speculazioni raccontano di circa 100 punti non chiari a Bruxelles, sui quali si attenderebbero delucidazioni da Governo italiano e vertici della newco. Nel mirino sono finite diverse questioni cruciali per dichiarare il progetto veramente funzionale e, soprattutto, in discontinuità con Alitalia.

 

Charter2017

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Da ANSA di oggi:

Alitalia: commissario vede i sindacati, rischi per stipendi
Criticità per la difficile tenuta finanziaria

Il commissario straordinario di Alitalia Giuseppe Leogrande ha convocato urgentemente nella serata di ieri i sindacati. Lo si apprende da fonti sindacali, che spiegano come il commissario abbia illustrato la "criticità del momento", caratterizzata dal fatto che la "difficile tenuta finanziaria dell'azienda", che già a dicembre ha generato ritardi nella erogazione degli stipendi, si ripresenterà, se non cambiano le condizioni economiche e di mercato, anche nei prossimi mesi.

Frase da prendere in considerazione: ...Del resto, le regole sugli aiuti economici sono cambiate durante la pandemia, e prevedono che solo le società in buona salute prima della pandemia ne abbiano diritto. ...
Ecco, con circa 10 anni di "guai" (per essere educato), come si può pretendere di essere ancora aiutati in deroga a regole che dovrebbero valere per tutti?
 
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Alitalia, il commissario dice che sono a rischio gli stipendi

I 73 milioni erogati a fine anno dallo Stato non bastano per le prossime scadenze. Leogrande sollecita il governo a dare altri 77 milioni e a far partire in fretta Ita. Ma Caio e Lazzerini frenano

13 gennaio 2021 - Il Sole 24 Ore


Alitalia rischia di non avere i soldi per pagare gli stipendi dei prossimi mesi. La cassa è ormai prosciugata, la compagnia vende pochi biglietti e già in dicembre c’è stato un ritardo per il pagamento di tredicesime e stipendi. L’allarme è stato lanciato dal commissario della compagnia, Giuseppe Leogrande, in alcuni incontri di ieri con i sindacati, come riferito oggi dal Sole 24 Ore.

I soldi dallo Stato

Alitalia ha ricevuto a fine anno 73 milioni di euro dallo Stato di indennizzi per i danni causati dal crollo del traffico per il Covid. La Commissione Ue ha autorizzato l’erogazione solo di questa somma, mentre Leogrande aveva chiesto al governo di versare 150 milioni. Sarebbe stata l’ultima tranche dei 350 milioni stanziati dal decreto legge Rilancio per il 2020. A fine settembre sono stati già erogati quasi 200 milioni. La Ue però, dopo verifiche sui conti presentati da Alitalia, ha autorizzato l’erogazione di meno di metà della somma richiesta nella seconda tranche. Sono così venuti a mancare 77 milioni, che il commissario spera di ottenere ma non sa come né quando.

Pochi passeggeri
Secondo i sindacati, Leogrande è molto preoccupato perché ci vorranno ancora mesi per il passaggio dell’attività di Alitalia a Ita, la nuova compagnia al 100% statale. E i soldi in cassa non bastano per pagare i costi fino a quando Ita sarà operativa. La nuova società ha previsto di essere operativa da aprile, ma potrebbe essere necessario più tempo. Anche perché i vertici, il presidente Francesco Caio e l’a.d. Fabio Lazzerini, frenano. Per loro più tardi Ita parte e meglio è, perché adesso c’è poco traffico e le perdite della nuova società sarebbero più alte. Leogrande non può neppure far leva sugli anticipi per chi compra biglietti per i voli futuri, perché pochi passeggeri volano in queste settimane, molti aspettano l’effetto dei vaccini e rimandano i viaggi non necessari all’autunno. L’avvocato Leogrande ha fatto presente che per i danni da Covid alle compagnie la legge ha stanziato soldi solo per il 2020, non per quest’anno.

Leogrande sollecita il rapido avvio di Ita
I sindacati dicono che il commissario di Alitalia ha illustrato la «criticità del momento», caratterizzata dal fatto che la «difficile tenuta finanziaria dell’azienda», si ripresenterà, se non cambiano le condizioni economiche e di mercato, anche nei prossimi mesi. Il commissario avrebbe fatto presente anche che l’instabilità politica e un’eventuale crisi di governo potrebbero allungare i tempi per il decollo di Ita, con aggravio dei costi sull’amministrazione straordinaria. In questo quadro, riferiscono le stesse fonti, per il commissario vanno messe in campo tutte le azioni disponibili per preservare quanto più a lungo possibile le risorse economiche in modo da garantire la continuità aziendale fino al decollo della newco. Tra queste azioni rientrano l’erogazione dei 77 milioni non ancora ricevuti (ma deve essere la Ue ad autorizzare la somma e non lo ha fatto) e un’accelerazione dei tempistiche di avvio della newco.

La lettera della Commissione Ue
La Commissione europea ha chiesto all’Italia informazioni sulla newco Ita. La richiesta di informazioni è una lettera inviata l’8 genaio dai servizi tecnici dell’Antitrust europeo, che sottolinea la necessità di «discontinuità economica» tra la vecchia Alitalia e la nuova compagnia statale, per evitare che i 3 miliardi stanziati dal governo per la ricapitalizzazione di Ita siano considerati aiuti di Stato.

Bruxelles chiede chiarimenti
Bruxelles vuole chiarimenti su molti aspetti dell’operazione, chiede perché non sia stata fatta una gara per la cessione degli asset di Alitalia, chiede informazioni sulle strategie della nuova compagnia, le stime del business futuro, le condizioni del leasing dei velivoli che finiranno a Ita, sul personale.

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EdoC

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Qualcuno sa come stanno andando i voli di LR attualmente attivi (JFK, GRU e EZE) ?
Sulle due GRU che ho preso i voli erano sempre piuttosto pieni sia in Y che in J anche se ho notato che c’erano parecchi voli premio/staff a bordo. Transiti extra Ita su Zurigo e Atene (presenti addetti a FCO all’arrivo) su 675, molti per tutto il Brasile nella 674 all’andata.
 

Cesare.Caldi

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Alitalia, la newco punta sul marchio e il programma MilleMiglia
di Leonard Berberi

Italia Trasporto Aereo, la newco pubblica creata per rilanciare Alitalia, punta al marchio dell’aviolinea tricolore, al suo programma fedeltà MilleMiglia e vorrebbe «ereditare» tutti gli slot (preziosi) all’aeroporto di Milano Linate. Per questo quando gli asset — gli unici con un certo valore — verranno messi in vendita la start up vuole partecipare alla gara e non essere esclusa come condizione necessaria per dimostrare la discontinuità e avere così l’ok europeo all’avvio delle attività. Nell’incontro di due ore che i vertici di ITA — il presidente Francesco Caio e l’amministratore delegato Fabio Lazzerini — hanno avuto venerdì pomeriggio con i rappresentanti ministeriali e i tecnici dell’Antitrust Ue questo è stato uno degli argomenti principali, raccontano al Corriere fonti istituzionali. Il decollo di ITA dipende anche dall’ok di Bruxelles.

La lettera
È stato un primo faccia a faccia, virtuale, definito positivo e a cui seguiranno altri a stretto giro e che è servito anche a discutere della lettera che la Direzione generale della Concorrenza Ue ha inviato l’8 gennaio al nostro Paese proprio sul dossier Alitalia-ITA. Nelle nove pagine ci sono 123 domande e richieste di chiarimento indirizzate non soltanto alla newco, ma anche al governo italiano e all’amministrazione straordinaria. Un elenco che dalla Commissione europea definiscono come «normale interlocuzione». Le risposte di Italia Trasporto Aereo sono attese entro la prossima settimana, fanno sapere le fonti, ma il dossier per essere sbloccato ha bisogno anche delle repliche del nostro esecutivo e di Giuseppe Leogrande, commissario di Alitalia in amministrazione straordinaria.

Gli asset
Nell’incontro di venerdì Caio e Lazzerini hanno illustrato quelli che secondo loro sono gli elementi di discontinuità con la vecchia aviolinea. Ma allo stesso tempo — aggiunge un’altra fonte governativa — i vertici della nuova società (che parte con una dotazione finanziaria di tre miliardi di euro) hanno ribadito ai tecnici dell’Antitrust Ue l’interesse per il marchio Alitalia (e tutto quello che è collegato, come il codice di volo AZ e gli slot connessi, a partire da quelli di Milano Linate) e il programma fedeltà MilleMiglia (che ha un «tesoretto» di circa 5 milioni di viaggiatori iscritti). Resta da capire come questi asset potrebbero passare da Alitalia a ITA. Il capo dell’unità che si occupa del dossier per conto della Direzione generale della Concorrenza ha spiegato che servirà una procedura trasparente, aperta e non discriminatoria. Procedura alla quale, appunto, ITA vuole partecipare, ma che deve essere ancora decisa dal commissario Leogrande mentre su Alitalia «pende» la gara della scorsa primavera poi sospesa e che sarà annullata.

L’handling e la manutenzione
Caio e Lazzerini, continuano le fonti, hanno anche precisato all’Antitrust Ue che chiedere alla newco di partire soltanto con il ramo aviation, ma senza la manutenzione e l’handling — come messo nero su bianco nella lettera dell’8 gennaio — vorrebbe dire non rispettare quanto stabilito nel suo decreto di costituzione che prevede anche questi due blocchi nella struttura societaria. Non a caso una delle prime decisioni del Consiglio di amministrazione di ITA è stata quella di dare vita a due società gestite dall’holding: handling e manutenzione. Nella discussione sul piano industriale la rappresentanza italiana ha sostenuto che non esiste un doppio hub (cioè Roma Fiumicino e Milano Linate), ma uno solo: quello nella Capitale.

I nodi
A proposito di Linate, aeroporto ritenuto «congestionato» perché senza uno slot libero, il duo di ITA ha risposto ai tecnici comunitari che ha bisogno di tutti i diritti di decollo e atterraggio per supportare il proprio business plan, mentre l’Antitrust Ue si aspetta che alcuni vengano liberati per essere assegnati ad altri vettori. Così come la newco ha bisogno di un partner europeo: continuano in questo senso i due tavoli paralleli, uno con il gruppo Lufthansa e l’altro con Air France-Klm/Delta Air Lines/Virgin Atlantic. Nella lettera inviata l’8 gennaio si menziona anche il destino del personale di Alitalia in amministrazione straordinaria. Un argomento che secondo il team italiano offre pochi margini di discussione: Alitalia resta il principale serbatoio di competenze.

 

Charter2017

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Dal Corriere della Sera di oggi

La nuova Alitalia potrebbe chiedere alle banche fino a 1,4 miliardi di euro di prestito oltre ai tre miliardi stanziati dal governo per rilanciare l’aviolinea tricolore. È questo uno dei dettagli più interessanti che emerge dal piano industriale che Italia Trasporto Aereo, la newco pubblica creata per far ri-decollare Alitalia, ha inviato il 21 dicembre scorso al Senato e alla Camera dei Deputati. Un documento — che il Corriere ha in formato originale — che doveva restare nascosto al pubblico per «il contenuto altamente riservato e confidenziale», scrivono nella lettera di presentazione i vertici di ITA: il presidente Francesco Caio e l’amministratore delegato Fabio Maria Lazzerini.
Il denaro pubblico
Tra le decine di grafici e numeri, si notano anche i flussi di investimenti della newco che, ad oggi, non ha ancora alcun asset di Alitalia e attende il via libera dell’Antitrust europeo. La nuova società — che è pubblica al 100% — intende utilizzare tra 1,61 e 2,11 miliardi di euro dei tre miliardi stanziati dal governo nel decreto di costituzione. Questo dato — viene spiegato — «non include il possibile impatto relativo all’acquisto per cassa o con assunzione di debito, in gara, di attività e/o rami di azienda attualmente in campo ad Alitalia in amministrazione straordinaria».
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Gli investimenti
Dal momento che la newco ITA prevede poi di avere parte della flotta di proprietà e nuova per un valore di 2,5 miliardi di euro — pari cioè all’83,3% dell’intera somma stanziata dal governo — ecco che i vertici prevedono tra le «fonti di finanziamento» non soltanto i tre miliardi pubblici, ma anche l’accensione di una linea di credito di 1,386 miliardi. Soldi che non sono così facili da ottenere per diversi motivi: «la fase di start up della società», si legge nel documento, «un approccio cauto/appetito degli istituti finanziari ridotto a seguito degli impatti del Covid-19», ma anche per l’eventuale «mancanza di una generazione positiva di cassa operativa».
Il prestito
Chi segue le dinamiche finanziarie delle compagnie aeree spiega che non è inusuale che un vettore ricorra ad altre linee di debito, al netto dei soldi già a disposizione. Questo avviene nel caso di grandi investimenti — nella flotta, per esempio — che richiedono, appunto, liquidità importante. Ma allo stesso tempo avvertono che la storia passata di Alitalia non aiuta e questo — secondo gli esperti — limiterebbe le opzioni di ITA che potrebbe contare su un eventuale appoggio degli istituti finanziari italiani.
I fondi
Nella bozza di piano industriale Italia Trasporto Aereo pensa di ottenere parte dei 3 miliardi di euro soltanto nei primi tre anni di attività, non chiedendo quindi altra liquidità nel biennio rimanente. La newco — stando alle slide allegate — prenderebbe così 809 milioni di euro nel 2021, 288 milioni nel 2022 e 510 milioni nel 2023 nello scenario che stima un finanziamento pubblico di circa 1,61 miliardi di euro. Numeri che potrebbero salire nello scenario peggiorativo dove la somma salirebbe a 2,11 miliardi di euro (sempre al netto degli 1,386 di eventuale prestito).
Le tensioni
Le tensioni politiche intanto hanno conseguenze anche sull’iter parlamentare della newco. L’audizione (a porte chiuse) alla Camera con i vertici di ITA è saltata perché alcuni componenti — a quanto si apprende da ambienti politici — non avrebbero gradito la decisione del governo e del ministero dell’Economa di non inviare alla commissione parlamentare la lettera dell’Antitrust europeo con le 123 domande di chiarimento a ITA, Alitalia in amministrazione straordinaria e l’esecutivo italiano.

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Matteoexfrequentflyer

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19 Maggio 2020
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Piacenza
Alitalia a breve sarà appunto 100% pubblica e con ampia disponibilità finanziaria garantita dal governo. Visti i danni già fatti alle banche in passato e sottolineando che le banche italiane hanno la funzione primaria di raccogliere risparmio e investirlo nell'interesse dei risparmiatori e dei soci, non vedo il senso di coinvolgere ancora gli istituti di credito se non con chiare e irrevocabili garanzie pubbliche. In parole povere, a mio avviso, a questo giro, i soldi li DEVE mettere direttamente lo stato, o in contanti o con garanzie certe alle banche.
 

Cesare.Caldi

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Alitalia, il Covid si abbatte sui conti: ricavi giù di 2,1 miliardi in un anno
di Leonard Berberi

Alitalia ha chiuso il 2020 con un crollo di passeggeri e ricavi a causa del coronavirus. Se i clienti a bordo sono diminuiti del 70%, gli introiti dai biglietti venduti ai viaggiatori hanno subìto una riduzione maggiore, del 78%. Nei dodici mesi nelle casse della compagnia — in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017 — sono venuti a mancare 2,1 miliardi di euro. Sono questi i numeri forniti dal commissario Giuseppe Leogrande e il direttore generale Giancarlo Zeni nell’audizione alle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio. Il commissario ha anche lanciato l’allarme sulla lentezza della Commissione europea nell’approvare gli indennizzi stanziati per compensare i danni dal Covid-19: lentezza che, dice, richiede «tempi difficilmente compatibili con le esigenze di cassa della società».

I passeggeri
Più nel dettaglio il commissario Leogrande — collegato in videoconferenza — ha rivelato che i passeggeri trasportati da Alitalia sono passati dai 21,29 milioni del 2019 ai 6,31 milioni dell’anno passato: a causa del coronavirus di fatto sono spariti sette viaggiatori su dieci. A dare ancora di più l’idea dell’anno passato è la distribuzione dei flussi: «di questi 6,31 milioni trasportati 2,8 milioni hanno volato a gennaio e febbraio», quindi prima dello scoppio della pandemia, ha sottolineato Leogrande. Quasi la metà dei clienti, insomma, nel 2020 è stata registrata nei primi due mesi. Ad aprile e maggio il crollo è stato del -97% e -95%, ma dopo la piccola ripresa estiva novembre e dicembre si sono chiusi con -90 e -85%.

I ricavi e le perdite
È andata peggio ai ricavi derivanti dalla vendita dei biglietti (che sono la stragrande maggiora degli introiti complessivi di una compagnia). Se nel 2019 questi erano stati 2,67 miliardi di euro nel 2020 si sono ridotti a 590,4 milioni, ha detto Leogrande. In questo caso si tratta di un quasi 80% (78% per la precisione) sparito a causa del Covid-19. E come per i passeggeri i ricavi si sono concentrati soprattutto nei primi due mesi dell’anno con oltre 320 milioni di euro, quindi più della metà. Il calo maggiore di questa voce rispetto a quella dei passeggeri mostra che la riduzione della tariffa media — per sostenere la domanda di traffico — non ha più di tanto incentivato i viaggiatori spaventati dalla pandemia e frenati dalle varie restrizioni. Nel terzo trimestre (luglio-settembre) 2020 Alitalia ha registrato un Ebit pari a quasi -158 milioni di euro (era +7,6 milioni nello stesso periodo del 2019). Nei primi nove mesi dell’anno passato il rosso è stato di -585 milioni di euro (-242 milioni nello stesso periodo del 2019).

Nel 2021
Un trend che proseguirà, stando a quanto riferito dal direttore generale Giancarlo Zeni: secondo lui, infatti, la domanda di traffico nei primi sei mesi del 2021 resta ancora molto bassa, l’80% in meno di quella che era un anno fa — prima del coronavirus quindi — e questo comporterà un ulteriore aggravio sulle casse di Alitalia. Anche per questo che Leogrande auspica una «assoluta accelerazione» per chiudere il dossier e far decollare la nuova Alitalia, a trazione pubblica, attraverso Italia Trasporto Aereo. La compagnia ha ottenuto una prima tranche di 199,45 milioni di euro di indennizzi per il Covid a settembre, altri 73 milioni di euro a fine dicembre e ne aspetta ulteriori 77 milioni in queste settimane, anche per far fronte agli stipendi dei dipendenti. In tutto sono 350 milioni di euro stanziati dal governo proprio per compensare le conseguenze della pandemia.

Gli aiuti
Sugli aiuto per il Covid il commissario Leogrande ha spiegato che l’ok europeo non è arrivato finora in tempi veloci. Per avere la prima tranche di 199,45 milioni, infatti, dalla Commissione Ue hanno chiesto diversi dati e l’ok è arrivato dopo quattro mesi. Altri tre mesi sono serviti per sbloccare la seconda tranche da 73 milioni di euro. «La Commissione Ue ha deciso di rideterminare il criterio selettivo per il danno — ha proseguito —, e questo ha richiesto tempi difficilmente compatibili con le esigenze di cassa della società». «Un ristoro per un evento di questo tipo deve essere erogato nei tempi necessari per la gestione».

Un anno di gestione
Lo stesso commissario ha poi ricordato che quando si è insediato — nel dicembre 2019 — «la situazione di Alitalia era pesante: c’erano 247 milioni di euro debito commerciale e oltre 240 milioni di debito prepagato incassato dai biglietti venduti». Questo ha portato a erogare altri 400 milioni — in aggiunta ai 900 milioni già stanziati nel 2017 — che però dovevano servire «per sostenere la necessità fino al 31 marzo e dare esecuzione al programma di cessione». Al 31 maggio la proiezione di cassa netta era 77 milioni. Ma poi è arrivato il Covid-19.

I sindacati
«Dopo aver ascoltato le parole del commissario e del direttore generale purtroppo abbiamo visto concretizzarsi le preoccupazioni e gli allarmi che da tempo avevamo esternato con forza», spiega in una nota la Federazione nazionale trasporto aereo (partecipata da Anpac, Anpav, Anp) che rappresenta la maggior parte dei piloti e assistenti di volo dell’attuale Alitalia. «Le risorse a disposizione del commissario si stanno di fatto esaurendo, la situazione è insostenibile e urgono una serie di interventi straordinari ed un coordinamento dei ministri competenti che faccia ordine e garantisca la continuità aziendale ed il mantenimento dei posti di lavoro».

La newco
La vicenda di Alitalia in amministrazione straordinaria è legata alle sorti di Italia Trasporto Aereo, la newco pubblicata creata proprio per rilanciare il vettore tricolore. L’Antitrust europeo vuole vederci chiaro sull’operazione e assicurarsi che ci sia la massima discontinuità possibile tra le due aziende. Per questo l’8 gennaio ha mandato una lettera di nove pagine — e 123 domande — indirizzata al governo, al vettore in amministrazione straordinaria e a ITA guidata da Francesco Caio (presidente) e Fabio Lazzerini (amministratore delegato). Da quanto si apprende la newco ha già inviato la sua parte di risposte, ma ha chiaramente fatto capire alla Commissione europea che marchio, programma fedeltà e slot di Linate sono parte importante del suo piano industriale.
lberberi@corriere.it

 
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