- 1 Febbraio 2012
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[STRALCIO DAL MIO TR IRLANDESE DEL 2010]
Seconda tappa della giornata, finalmente: il luogo dove Alcock e Brown atterrarono (atterrarono è una parola grossa, diciamo che quasi si schiantarono) nel Giugno del 1919 dopo aver attraversato senza scalo l’Oceano Atlantico con un biplano da guerra modificato (il Vickers Vimy).
Per chi fosse interessato, qui c’è la storia del volo, eroico.
Durante la traversata, partita da St. John’s, incontrarono cattivo tempo e Brown, il navigatore, più volte camminò tra le due semiali del biplano per raggiungere il motore e togliere con un coltellino il ghiaccio formatosi.
Atterrarono, duramente provati dalle condizioni meteo e dalla fatica, dopo 16 ore di volo, entrando nella storia.
Purtroppo Alcock morirà 6 mesi dopo questa eroica impresa, durante un volo verso Parigi.
http://en.wikipedia.org/wiki/Alcock_and_Brown
Il Landing Site è a pochi Km da Clifden, in mezzo al nulla. Prendiamo una stradina che presto diventa sterrata, poi si presenta davanti a noi un cancello per il bestiame… la mogliera scende e apre… poco dopo la strada si fa così stretta che decido di lasciare la macchina in uno slargo e di proseguire a piedi.
Dopo venti minuti in mezzo alle torbiere, finalmente intravvedo l’ogiva di cemento posta a memoria dell’evento
A pochi metri dal memorial si trovano anche i resti della stazione telegrafica creata agli inizi del ‘900 da Guglielmo Marconi per le telecomunicazioni con l’America (ne restano solo le rovine perché fu tutto distrutto durante la guerra civile irlandese).
Questa targa ricorda che la figlia, Elettra, venne qui a commemorare l’evento
Altri scorci della defunta stazione telegrafica
Questa foto fa capire il perché si siano schiantati in atterraggio Alcock e Brown
Qui è tutto un susseguirsi di terra e superfici acquose, è davvero difficile camminare senza finire in una profonda pozzanghera: non appena il loro aereo toccò terra, andò a finire in uno degli infiniti avvallamenti acquosi del terreno e si conficcò di punta nel terreno… ma loro erano comunque già entrati nella storia!
Il silenzio che avvolge questo luogo è disturbato solo dal vento, la natura ci regala piccoli e grandi scorci
Il fatto che non ci sia molto da vedere nulla toglie al valore storico che questo luogo porta con sé.
Tornando sulla strada principale facciamo anche una breve tappa al monumento ufficialmente eretto per ricordare il volo
Per la cronaca, nel 2005 quel matto di Steve Fosset ha fatto lo stesso volo con una replica fedele dell’aeroplano
http://www.stevefossett.com/html/press_archives/vickers_vimy.html
Riprendiamo la macchina per dedicare il resto della giornata ad una lenta discesa verso Galway, dove dormiremo per i successivi 2 giorni.
Le spiagge di questa zona dell’Irlanda sono molto suggestive
Qui siamo dalle parti di Ballyconneely, dove trovo casualmente questa targa che ricorda il naufragio di un Liberator americano
Arriviamo a Foynes, sullo Shannon: il primo idroscalo intercontinentale d’Europa è qui, davanti a me.
Questo idroscalo ha visto passare tra gli anni ’30 e ’40 buona parte dell’aristocrazia anglosassone e i politici e militari che viaggiavano da e per gli USA in preparazione della Guerra.
Qui, una fredda notte in cui lo Yankee Clipper fu costretto a rientrare per il cattivo tempo, il cuoco dell’idroscalo inventò niente di meno che l’Irish Coffee…!!!
Qui un link che spiega la storia della cittadina http://en.wikipedia.org/wiki/Foynes
Qui la storia dei voli http://iwn.iwai.ie/v28i4/flying_boats_foynes.PDF
Questo invece è il link al sito del museo: http://www.flyingboatmuseum.com/index.php
Nota: c’è un bel romanzo di Ken Follett, intitolato “Notte sull’acqua” che è ambientato proprio su uno Yankee Clipper in volo dall’Europa agli USA.
L’ho letto anni fa, qui alcune note sul libro http://www.ibs.it/code/9788804375463/follett-ken/notte-sull-acqua.html
Entriamo al museo del Flying Boat, che vanta moltissime memorabilia e l’unica ricostruzione a dimensioni reali dello Yankee Clipper
Nel vedere queste vetrine l’emozione è forte.
Omaggio a Lindbergh ed al suo incredibile volo del 1927 (New York-Parigi) in solitaria. La cosa più incredibile del volo? E’ rimasto sveglio per 33 ore, pilotando e calcolando ininterrottamente il punto nave…
Ecco i nostri eroi di Clifden
Anche Air France fece qui alcuni voli sperimentali, pazzesco! Guardate anche la storia dell’Irish Coffee…
Aneddoti
Network all’apice della gloria di Foynes e dei voli transatlantici pre-guerra
Sala radio
Bellissima foto
Prosegue la galleria di personaggi che hanno contribuito al successo di quell’epoca bellissima
Per molte ragazze, è ancora così pure ai tempi nostri, figuratevi allora!
Ecco la replica del bestione!
L’interno, praticamente un appartamento
Proseguono le memorabilia
Up, up the long, delirious, burning blue… leggo questa poesia e mi si riempiono gli occhi di lacrime per la commozione… per fortuna la mogliera non se ne accorge…
I resti dell’unico volo schiantatosi qui, nel ‘43
Il comandante di quel volo, morto nell’incidente.
La visita è finita, è tempo di dare un ultimo omaggio a questo posto splendido con un bel Irish Coffee a stomaco vuoto… evvai…
Lasciamo il museo di Foynes, che è piaciuto molto anche alla mogliera, con la sensazione di aver visto qualcosa di unico e prezioso.
Seconda tappa della giornata, finalmente: il luogo dove Alcock e Brown atterrarono (atterrarono è una parola grossa, diciamo che quasi si schiantarono) nel Giugno del 1919 dopo aver attraversato senza scalo l’Oceano Atlantico con un biplano da guerra modificato (il Vickers Vimy).
Per chi fosse interessato, qui c’è la storia del volo, eroico.
Durante la traversata, partita da St. John’s, incontrarono cattivo tempo e Brown, il navigatore, più volte camminò tra le due semiali del biplano per raggiungere il motore e togliere con un coltellino il ghiaccio formatosi.
Atterrarono, duramente provati dalle condizioni meteo e dalla fatica, dopo 16 ore di volo, entrando nella storia.
Purtroppo Alcock morirà 6 mesi dopo questa eroica impresa, durante un volo verso Parigi.
http://en.wikipedia.org/wiki/Alcock_and_Brown
Il Landing Site è a pochi Km da Clifden, in mezzo al nulla. Prendiamo una stradina che presto diventa sterrata, poi si presenta davanti a noi un cancello per il bestiame… la mogliera scende e apre… poco dopo la strada si fa così stretta che decido di lasciare la macchina in uno slargo e di proseguire a piedi.
Dopo venti minuti in mezzo alle torbiere, finalmente intravvedo l’ogiva di cemento posta a memoria dell’evento


A pochi metri dal memorial si trovano anche i resti della stazione telegrafica creata agli inizi del ‘900 da Guglielmo Marconi per le telecomunicazioni con l’America (ne restano solo le rovine perché fu tutto distrutto durante la guerra civile irlandese).
Questa targa ricorda che la figlia, Elettra, venne qui a commemorare l’evento

Altri scorci della defunta stazione telegrafica



Questa foto fa capire il perché si siano schiantati in atterraggio Alcock e Brown

Qui è tutto un susseguirsi di terra e superfici acquose, è davvero difficile camminare senza finire in una profonda pozzanghera: non appena il loro aereo toccò terra, andò a finire in uno degli infiniti avvallamenti acquosi del terreno e si conficcò di punta nel terreno… ma loro erano comunque già entrati nella storia!
Il silenzio che avvolge questo luogo è disturbato solo dal vento, la natura ci regala piccoli e grandi scorci

Il fatto che non ci sia molto da vedere nulla toglie al valore storico che questo luogo porta con sé.
Tornando sulla strada principale facciamo anche una breve tappa al monumento ufficialmente eretto per ricordare il volo


Per la cronaca, nel 2005 quel matto di Steve Fosset ha fatto lo stesso volo con una replica fedele dell’aeroplano
http://www.stevefossett.com/html/press_archives/vickers_vimy.html
Riprendiamo la macchina per dedicare il resto della giornata ad una lenta discesa verso Galway, dove dormiremo per i successivi 2 giorni.
Le spiagge di questa zona dell’Irlanda sono molto suggestive
Qui siamo dalle parti di Ballyconneely, dove trovo casualmente questa targa che ricorda il naufragio di un Liberator americano

Arriviamo a Foynes, sullo Shannon: il primo idroscalo intercontinentale d’Europa è qui, davanti a me.
Questo idroscalo ha visto passare tra gli anni ’30 e ’40 buona parte dell’aristocrazia anglosassone e i politici e militari che viaggiavano da e per gli USA in preparazione della Guerra.
Qui, una fredda notte in cui lo Yankee Clipper fu costretto a rientrare per il cattivo tempo, il cuoco dell’idroscalo inventò niente di meno che l’Irish Coffee…!!!
Qui un link che spiega la storia della cittadina http://en.wikipedia.org/wiki/Foynes
Qui la storia dei voli http://iwn.iwai.ie/v28i4/flying_boats_foynes.PDF
Questo invece è il link al sito del museo: http://www.flyingboatmuseum.com/index.php
Nota: c’è un bel romanzo di Ken Follett, intitolato “Notte sull’acqua” che è ambientato proprio su uno Yankee Clipper in volo dall’Europa agli USA.
L’ho letto anni fa, qui alcune note sul libro http://www.ibs.it/code/9788804375463/follett-ken/notte-sull-acqua.html
Entriamo al museo del Flying Boat, che vanta moltissime memorabilia e l’unica ricostruzione a dimensioni reali dello Yankee Clipper
Nel vedere queste vetrine l’emozione è forte.


Omaggio a Lindbergh ed al suo incredibile volo del 1927 (New York-Parigi) in solitaria. La cosa più incredibile del volo? E’ rimasto sveglio per 33 ore, pilotando e calcolando ininterrottamente il punto nave…

Ecco i nostri eroi di Clifden

Anche Air France fece qui alcuni voli sperimentali, pazzesco! Guardate anche la storia dell’Irish Coffee…

Aneddoti


Network all’apice della gloria di Foynes e dei voli transatlantici pre-guerra

Sala radio

Bellissima foto

Prosegue la galleria di personaggi che hanno contribuito al successo di quell’epoca bellissima


Per molte ragazze, è ancora così pure ai tempi nostri, figuratevi allora!

Ecco la replica del bestione!


L’interno, praticamente un appartamento





Proseguono le memorabilia








Up, up the long, delirious, burning blue… leggo questa poesia e mi si riempiono gli occhi di lacrime per la commozione… per fortuna la mogliera non se ne accorge…

I resti dell’unico volo schiantatosi qui, nel ‘43

Il comandante di quel volo, morto nell’incidente.

La visita è finita, è tempo di dare un ultimo omaggio a questo posto splendido con un bel Irish Coffee a stomaco vuoto… evvai…

Lasciamo il museo di Foynes, che è piaciuto molto anche alla mogliera, con la sensazione di aver visto qualcosa di unico e prezioso.