[STORIA] Breguet 763 Provence, l’antenato dell’A380


nicolap

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10 Novembre 2005
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Roma
Lo avevo visto in foto d’epoca molte volte, e mi aveva sempre affascinato questa sua forma tozza e quasi anti-aerodinamica, ma solo recentemente mi è capitato di poter vedere dal vero uno dei tre esemplari superstiti. Si tratta del Breguet 763 Provence, meglio conosciuto come deux-ponts, un enorme aereo da trasporto costruito intorno alla metà degli anni Cinquanta, che non ebbe alcun successo commerciale, finendo per essere costruito in soli 20 esemplari e ben presto accantonato.

La storia di questo aereo è interessante, e rimando a questo articolo sulla nostra rivista per approfondirne lo sviluppo, la vita operativa e soprattutto il prematuro ritiro dal servizio attivo.
http://www.aviazionecivile.it/storia/breguet-763-provence-precursore-della380/

L’esemplare di cui parleremo in questo TR è conservato presso il Musée des Ailes Anciennes a Tolosa, a pochi passi dall’Airbus e dal suo bellissimo museo. Il Musée des Ailes Anciennes è una struttura privata, un po’ disordinata nell’esposizione, ma veramente ricca di velivoli e soprattutto di rarità del panorama francese. Insomma, se ne consiglia vivamente la visita agli appassionati.
Il deux-ponts ospitato in questo museo è in realtà un Breguet 765 Sahara, c/n 504 immatricolato 64-PH, versione militare da trasporto realizzata in sei esemplari (gli ultimi sei costruiti), che differiva dalla versione civile per un più ampio portello ventrale posteriore di carico e per i serbatoi supplementari all’estremità delle ali.
Si tratta di uno dei tre esemplari di deux-ponts sopravvissuti integri sino ad oggi, ed è in corso di restauro da parte del museo e del gruppo di appassionati che lo gestisce.
Questo aereo è stato impiegato a lungo durante la guerra d’Algeria, prima dell’indipendenza dalla Francia, per il trasporto di truppe, mezzi e materiali alle locali guarnigioni. Venne ritirato dal servizio e accantonato nel 1972.

Il colpo d’occhio quando ci si avvicina è impressionante! L’aereo appare privo di una sezione di ogni semiala, dei motori e degli impennaggi di coda, ma la fusoliera è pressoché completa, dando un’idea delle enormi dimensioni di questo gigante.

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L’enorme Breguet 765 Sahara

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La parte anteriore, con il portello d’accesso esteso e una buona prospettiva delle antenne in prossimità della cabina.

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Particolare del portello d’accesso anteriore, con la ricostruzione provvisoria della carrucola a fili.

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Il muso del gigante, con il robusto carrello monoruota e l’ampio radome che ricorda molto l’A380

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Ancora un particolare della parte anteriore. Sul lato destro si vedono i due Pratt & Whitney R-2800-B31 da 2040CV.

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Questa foto permette di apprezzare lo spessore dell’ala, che dopo la seconda cella del motore sbalzava verso l’alto.

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Vista d’insieme dell’enorme cellula

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Altro particolare dell’ala, visto questa volta dalla parte posteriore.

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I carrelli erano inseriti all’interno delle celle dei motori 2 e 3, dotati di pneumatici l’uno ed azionati di un meccanismo di ritrazione anteriore.

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Portello dell’uscita di emergenza

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Altro portello

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Portello di accesso posteriore, inserito nel più ampio portellone di carico ventrale, con apertura a conchiglia.

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Una delle quattro eliche tripala Hamilton Standard da 3,70 metri di diametro.

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Particolare del carrello principale destro, con pneumatici di una foggia che non avevo mai visto, con una serie regolare di “buchetti” lungo tutto la circonferenza.

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Sezione centrale della fusoliera, con gli oblò del livello inferiore.

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Immagine della parte posteriore dell’aereo, con in evidenza una delle due ante dell’ampio portellone ventrale da carico.

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Il portellone visto da sotto.

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Vista d’insieme della sezione di coda, che permette di apprezzare l’ampiezza del portellone di carico e la particolare forma della coda.

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La semiala sinistra appare in avanzato stato di restauro sino alla cella 1 del motore, mentre manca ancora l’estremità alare a sbalzo.

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Sezione della semiala sinistra

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Interno dell’aereo, visto dalla porta di accesso posteriore destra. Si vede con chiarezza la struttura metallica della carlinga, ed il rivestimento metallico dell’esterno, mentre i pavimenti sono composti da ampie assi di legno.

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La scala posteriore di accesso al ponte superiore

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E ancora la scala interna posteriore e, molto scuro purtroppo, il portello ventrale posteriore a conchiglia.

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Ancora un’immagine del ponte inferiore, all’interno.

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Salendo le scale interne posteriori, verso il ponte superiore.

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Il ponte superiore, caratterizzato da spazi più angusti e da un pavimento in gran parte metallico, dotato di borchie d’ancoraggio delle merci.

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Particolare del ponte superiore

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La scala a chiocciola anteriore di accesso al ponte superiore.

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Porta della toelette al ponte inferiore, inserita sotto la scala di a chiocciola.

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Questa ampia apertura circolare si trova a ridosso del portellone d’accesso anteriore. Ignoro quale fosse la funzione.
La cosa che colpisce è la disposizione d’accesso a bordo, sul lato destro.

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La cabina di pilotaggio, che ospitava i tre membri dell’equipaggio incaricati della condotta.

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Portellone di carico secondario anteriore.

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Ancora una fotografia del ponte superiore, con quelli che – immagino- siano i due sedili dei piloti.

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In questa foto non mia, presa da Internet, un’immagine di come apparisse il Breguet 763 in versione civile, con la livrea dell’Air France.

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In questo disegno d’epoca di una brochure di Air France è possibile apprezzare la disposizione dei 107 posti a sedere a bordo, della cabina con i suoi tre addetti alla condotta e i 4 assistenti di volo.

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E questo è invece il nostro “eroe” del museo, il 64-PH, in una versione pittorica che consente di apprezzarne la differente configurazione alare e la livrea dell’aeronautica militare francese.
 
Bello! Sinceramente non lo conoscevo... Ho letto anche l'articolo sulla rivista...
La versione di serie dell’aereo, denominata Breguet 763, raggiungeva una velocità massima di crociera di 390 Km/h, volando ad una quota di circa 10.000 piedi ad una velocità di crociera di circa 330 Km/h, con un’autonomia di 2290 Km.
L'autonomia comunque era pure meglio di quel che mi aspettassi da un aereo di questo tipo, certo le velocità non erano proprio entusiasmanti. Poi con l'arrivo dei motori a reazione è diventato rapidamente obsoleto.
 
Possibile che i buchetti servissero a controllare il consumo del battistrada, come veniva fatto nelle slick di F1 anni fa?
 
Non conoscevo l'esistenza di questo antenato del 380.
TR particolare e molto interessante. Grazie. :)
 
Grazie Nicola per il contributo.
Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza del Br-760, su facebook é presente un bel gruppo: "The Bréguet Br-760 Deux-Ponts series - an appreciation"
 
Anche io ignoravo l'esistenza di questo aereo.
Grazie per l'ottima testimonianza!
 
Visto anche io a TLS; da notare che l'area presso la quale questo ed altri aerei in via di restauro sono esposti e' adiacente al plant Airbus. E' una zona espositiva/museo dove fan bella mostra di se' ruderi talvolta ridotti a pochi mucchi di ferro arrugginito, che pero' dei volontari amanti degli aerei piano piano restaurano, rendendo nuova vita ad aerei che potranno cosi' andare in musei ed altre esposizioni. Si vedono anche vecchi caccia e alcuni minijet.
Bravissimi loro a metterci tanta passione e a Nicolap per la condivisione!
 
Bello! Sinceramente non lo conoscevo... Ho letto anche l'articolo sulla rivista...
L'autonomia comunque era pure meglio di quel che mi aspettassi da un aereo di questo tipo, certo le velocità non erano proprio entusiasmanti. Poi con l'arrivo dei motori a reazione è diventato rapidamente obsoleto.
Da Parigi soprattutto, l'autonomia era alquanto limitata. La velocità invece del tuto fuori mercato.

Fantastiche. Grazie
Grazie.

Possibile che i buchetti servissero a controllare il consumo del battistrada, come veniva fatto nelle slick di F1 anni fa?
Non ne ho idea

Gran TR! Non sapevo nemmeno io dell'esistenza di un aereo simile...
Una delle poche cose che ignoravi.

Molto interessante, grazie!

Bellissima testimonianza grazie.

Non conoscevo l'esistenza di questo antenato del 380.
TR particolare e molto interessante. Grazie. :)
Grazie a voi.

Grazie Nicola per il contributo.
Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza del Br-760, su facebook é presente un bel gruppo: "The Bréguet Br-760 Deux-Ponts series - an appreciation"
In Francia questo aereo ha decine di appassionati. Uno dei tre modelli sopravvissuti (l'unico ex passeggeri) è stato trasformato in un bar in un paesino a sud est di Parigi.

Anche io ignoravo l'esistenza di questo aereo.
Grazie per l'ottima testimonianza!
Grazie

Visto anche io a TLS; da notare che l'area presso la quale questo ed altri aerei in via di restauro sono esposti e' adiacente al plant Airbus. E' una zona espositiva/museo dove fan bella mostra di se' ruderi talvolta ridotti a pochi mucchi di ferro arrugginito, che pero' dei volontari amanti degli aerei piano piano restaurano, rendendo nuova vita ad aerei che potranno cosi' andare in musei ed altre esposizioni. Si vedono anche vecchi caccia e alcuni minijet.
Bravissimi loro a metterci tanta passione e a Nicolap per la condivisione!
Grazie. Il museo merita davvero, ed è a due passi (nel senso di due veramente) dal museo di Airbus. Quindi una visita lì permette di vedere i due musei e la catena di montaggio dell'A380.
 
Da Parigi con autonomia 2290 km:
View attachment 9242
Era limitato al continente europeo più l'estremità settentrionale delle colonie francesi in Africa. Probabilmente troppo poco, anche se per un aereo di quel tipo, con quella aerodinamica, era difficile far meglio
 
Da Parigi con autonomia 2290 km:
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Era limitato al continente europeo più l'estremità settentrionale delle colonie francesi in Africa. Probabilmente troppo poco, anche se per un aereo di quel tipo, con quella aerodinamica, era difficile far meglio

Venne impiegato solo due volte in Indocina, infatti, e poi quasi sempre messo a servizio sull'Algeria.
 
Figo. Avevo letto di questo ciccione ma i particolari sono molto interessanti. ;)

Mi sembra di ricordare che i passeggeri fossero molto soddisfatti dello spazio ma si lamentavano un po' per la scarsa qualità dell'IFE. :)

Ciao
Massimo




p.s.: ma non funzionano più le emoticon?