Il nuovo aeroporto di Bologna


flapane

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DUS/NAP
Mettere il POS in ogni porta carrelli è difficile, ma potrebbero mettere un cambia monete con POS all'ingresso dell'area d ritiro bagagli..
Mi pare piuttosto banale, come a DUS e CGN. C'è un binario dove sono tutti o carrelli ed un solo POS. Dopo il pagamento si sblocca un solo carrello.
 

herry92

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Il nuovo status dell'aeroporto con gli slot deciso da Enac potrebbe comportare una diminuzione dei passeggeri nel 2025 sul 2024


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Farfallina

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Stessa inutilita', aggiungere un paio di km non cambia molto.
In realtà il PM a Bologna è molto utile. Il limite maggiore è il costo elevato e la poca capienza. L'altro limite è e sarà il layout della stazione di Bologna che è penoso e obbliga a seguire un dedalo di scale mobili o ascensori per passare fra i 4-5 livelli.
 

indaco1

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Un servizio che e' in grado di sostenere il traffico medio ma non i picchi finisce per avere un riempimento relativamente costante e relativamente vicino al massimo, il che aiuta a coprirne i costi molto meglio di un servizio sovradimensionato. Inoltre il prezzo medio, ovvero lo yeld, puo' essere tenuto bello alto.

Ovviamente per il passeggero significa pagare tanto, stare stretto, e non avere la certezza di trovare posto, il che invalida almeno in parte i tempi di percorrenza ottimi. Ma non c'e' solo il punto di vista del passeggero.

Non sto dicendo che hanno fatto le cose giuste, la cosa giusta era ad esempio fare una antenna o un anello dalla ferrovia per Verona praticamente adiacente, ma da un certo punto di vista certi razionali sono comprensibili.
 
Ultima modifica:

herry92

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3 Aprile 2016
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Bologna, l’aeroporto Marconi vola e per la prima volta apre alle alleanze con gli altri scali. Postacchini: «Ma servono grandi investimenti»

Per la prima volta, seppure con tutta la prudenza del caso, il Marconi apre alla discussione sul sistema regionale degli aeroporti. Una soluzione più volte invocata dal presidente della Regione, Michele de Pascale, che da tempo ribadisce la necessità del dialogo tra lo scalo del capoluogo che continua a crescere e gli altri tre della via Emilia: Forlì Rimini e Parma.
«Come sempre siamo stati disponibili a ragionare con gli enti locali e con gli altri aeroporti, non solo nella regione — ha detto il presidente del Marconi, Enrico Postacchini —. Vediamo come si sviluppa il discorso e se è affrontabile. Certo presuppone grandi investimenti, soprattutto sugli altri piccoli aeroporti e sono grandi investimenti che non può affrontare Bologna per conto di altri». Le rivoluzioni, ha aggiunto il numero uno di Sab, «si possono fare anche senza spaccare tutto. L’obiettivo dei 20 milioni di passeggeri è possibile in Emilia-Romagna, con Bologna capofila ovviamente, perché una volta raggiunti i 10 non è che si deve regredire. Cercheremo di essere capofila di un ragionamento nuovo con la Regione, tenendo conto che ognuno deve fare i propri investimenti. Bologna continuerà fino al 2046» (l’orizzonte temporale del piano di investimenti in accordo con Enav, ndr).

Controllo pubblico blindato
La presa di posizione di Postacchini arriva dopo il consolidamento nel capitale sociale del Marconi con l’acquisto di quasi il 10% da parte delle Camera di commercio di Bologna e Modena che così hanno blindato il controllo pubblico al 58%. Il Marconi ha chiuso il 2024 con oltre 10 milioni di viaggiatori, record storico che ha rilanciato il tema del limite dell’aumento di traffico di uno scalo che, complice il low cost, ha cambiato marcia negli ultimi dieci. «Bologna può delineare un limite massimo di crescita a cui può arrivare. Che non può essere il figlio del dibattito politico, non è che è il presidente della Regione o la tale associazione che decide qual è il limite massimo di crescita — ha detto de Pascale —. Sono parametri fisici, ambientali, tecnici che devono definire qual è. Io penso che l’Emilia-Romagna nel suo complesso si debba porre un obiettivo più ambizioso del numero di passeggeri che può fare Bologna». La Regione, ha aggiunto, «deve conquistare uno spazio più grande: è questo è il senso degli investimenti sugli altri tre scali, che vivono una condizione molto diversa». Nel dettaglio: «Rimini sta crescendo, Forlì e Parma invece sono in una situazione oggettiva di difficoltà, perché i numeri al momento non ci sono. Ci sono stati imprenditori locali che finora si sono fatti carico delle perdite, ma nessuno può pensare che questa cosa duri in eterno», ha aggiunto de Pascale.

Il rumore dei sorvoli
Il tema della crescita del Marconi si porta dietro anche l’impatto su quella porzione di città con le polemiche relative al rumore dei sorvoli, sopratutto notturno. La questione «è annosa perché è insita proprio nell’attività di un aeroporto, quindi fa parte della coesistenza con le comunità in cui si opera. Noi abbiamo sempre ottemperato e continueremo a ottemperare e seguire quelle che sono le indicazioni delle normative», ha detto Postacchini all’indomani dell’incontro tra l’assessora regionale Irene Priolo e la vicesindaca Emily Clancy in previsione dell’approvazione del Piano di risanamento acustico. «Ci sta che in una crescita dell’aeroporto ci sia anche un affinamento delle politiche di azzeramento, fin dove si può, dell’impatto che si procura, ma riguarda tutte le attività economiche», ha chiuso Postacchini.


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indaco1

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L'obiettivo dei 20 milioni potrebbe sfiorarlo anche BLQ da solo, se ci fossero meno vincoli, lacci e lacciuoli.

BGY li sfiora, con una capacita' della pista simile, penso. E non e' che i bergamaschi muoiono stecchiti, le rogne sono piu' per la viabilita' e il terminal ma quelli si possono ampliare. Non parliamo di esempi esteri per non sparare sulla croce rossa.

C'e' da chiedersi a che apt fuori regione si riferisce. La Toscana e' messa peggio, il Veneto non e' vicino, per la Marche allora meglio Rimini che non e' fuori regione, Lombrardia e' una lunga storia e sarebbe buffo.

Quanto al Piemonte, che vuole, anche lui ampliare l'apt di Novi Ligure, se non lo fanno i genovesi? Cioe', davvero, fuori regione dove?

E poi se i Bolognesi dicono a FR di mettere quel volo a Verona, sicuramente FR obbedisce e non si fa i suoi calcoli....

Non so, a me 'ste storie di accordi tra aeroporti come se la geografia e la geometria non esistessero sembrano lunari. I pax e le compagnie vanno dove gli aggrada e gli conviene. Si possono fare fusioni per la gestione a livello di societa' aeroportuali per fare economie di scala e acquisire expertise, ma e' un'altra cosa e non c'e' bisogno di farlo con i vicini. E comunque interessa alla societa' aeroportuale ma non al territorio, se gestisci un apt lontano.
 

belumosi

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Qualche giorno fa F2I ha venduto il suo 10% di azioni alle Camere di di commercio di Bologna e Modena, conferendo ai soci pubblici una quota di maggioranza che ha blindato il controllo dell'aeroporto. Probabilmente Postacchini può scegliere se adeguarsi ai desiderata della RER (che vuole una redistribuzione dei voli sui 4 scali regionali), oppure levare le tende.
BLQ sarà prevedibilmente castrato limitandone i movimenti e/o in base alle norme sull'inquinamento acustico.
Resta da vedere la reazione delle compagnie, ma è evidente che allargando il portafoglio (tanto i soldi non mancano...), almeno le LC potrebbero adeguarsi a desideri del PCUS.
 
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