Convegno «Cambiamenti climatici e futuro del trasporto urbano»
Società Italiana Docenti di Trasporti
Roma, 2 Ottobre 2014. La città del futuro? La vedremo con mezzi di trasporto piccoli, elettrici e condivisi.
Come si muoveranno i cittadini europei nei grandi centri urbani? Una prospettiva condivisa dagli esperti della SIDT - Società Italiana Docenti dei Trasporti, con i maggiori esperti europei viene dal convegno tenutosi oggi all'Università di Roma la Sapienza.
Il dato assodato è che il trasporto nelle aree urbane densamente popolate - spiega il prof.
Antonio Musso, presidente della SIDT e ordinario di Teoria dei Trasporti alla Facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma - è che il solo trasporto urbano determina circa il 50% del consumo globale di petrolio, ed il settore dei trasporti produce oltre il 20 % delle emissioni di CO2 ; L'Europa ci chiede di intervenire per abbattere considerevolmente le emissioni di CO2 entro pochi anni. E' necessario, quindi, ripensare le nostre abitudini di trasporto partendo dalla tecnologia, intervenendo sull'offerta di TPL e riducendo la dipendenza del trasporto dai prodotti petroliferi. Tenuto conto delle Direttive della C.E. che impongono nel prossimo quarantennio una riduzione delle emissioni di gas serra superiori al 90% rispetto ai valori 1990. La nostra Associazione racchiude i massimi esperti di trasporti italiani ed è giusto quindi che essa dia una valutazione della ricerca effettuata fino ad oggi e ancora da fare per dare alternative ai cittadini e agli amministratori delle grandi città italiane ed europee”.
Il trend di utilizzo dell'automobile privata è stato crescente nelle maggiori città italiane dall'ultimo decennio del secolo scorso, ma oggi non è più sostenibile e sta già subendo un brusco rallentamento anche in seguito alla crisi economica e al rincaro dei costi del petrolio e di gestione dell'auto privata, in favore di mezzi alternativi di trasporto come il car-sharing e il noleggio delle autovetture per breve medio periodo. Secondo
José Viegas, Segretario Generale del Forum Internazionale dei Trasporti dell'OCSE - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, “vincoli di spazio e di efficienza del sistema trasportistico delle città, obbligano a scelte drastiche che ridurranno la presenza di autoveicoli in favore di altri usi di spazio urbano. Le autovetture saranno in media più piccole, condivise e collegate ad altri servizi”. Se da una parte, quindi, il trasporto pubblico dovrà investire in infrastrutture su corridoi densi di traffico (ferrovia e metro) dall'altra il modello classico di trasporto pubblico (Bus Urbano) sembra ormai inefficace. D'altra parte, basti pensare che le automobili private sono una delle forme più sotto-utilizzate di capitale: il 90% del tempo di inattività; nella maggior parte delle città non più del 25% di autoveicoli sono attivi nello stesso momento. La tecnologia ormai permette un
routing flessibile, reattivo a la domanda, che fa prevedere uno sviluppo di veicoli più piccoli, tra il taxi e il microbus: condivisione, prezzi ragionevoli e quindi maggiore accesso da parte delle fasce di cittadini economicamente più deboli. La tecnologia può anche gestire meglio i trasferimenti intra e inter-modali in grado di fornire flessibilità e convenienza senza
proprietà. La tecnologia quindi è all'avanguardia, ma non lo sono le decisioni politiche che stentano a seguire il progresso tecnologico.
Si prospetta, quindi, un cambiamento graduale dalla proprietà del auto a una
mobilità come servizio, basata sui
car-sharing e anche il
ride-sharing (sistema quasi-pubblici-trasporti), strumenti per ridurre i costi, ridurre la congestione e le emissioni.
Le azioni dell'UE in materia di clima sono già in atto, spiega
Patrick Mercier-Handisyde Direttore Generale del Research & Innovation Transport della Commissione Europea: durante il Climate Change Summit delle Nazioni Unite svoltosi a New York a settembre 2014 il Presidente Barroso ha annunciato l'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 e del 80% - 95% entro il 2050. Il 20% del totale di bilancio 2014-2020 dell'UE sarà stanziato per azioni in materia di salvaguardia del clima; oltre 3 miliardi di Euro in sovvenzioni saranno dedicati a implementare l'energia sostenibile nei paesi in via di sviluppo e in totale, l'UE fornirà 14 miliardi di Euro di finanziamenti per il clima a partner esterni all'UE nei prossimi sette anni. Il 20% del bilancio dell'UE per il periodo 2014-2020 sarà speso per azioni contro i cambiamenti climatici.
Sempre all summit sui cambiamenti climatici del mese scorso è stata presentata la Urban Electric Mobility Vehicles Initiative (UEMI) con lo scopo di aumentare la quota di mercato dei veicoli elettrici in città per almeno il 30% e ottenere una riduzione del 30% delle emissioni di CO2.
Qual è la risposta immediata della politica, chiaramente accusata di non recepire con sufficiente velocità le soluzioni offerte dalla tecnologia e le necessità di trasporto dei cittadini che risentono di un sistema di TPL che, come tutti concordano, non più sostenibile? Sia l'Assessore alla Viabilità e Trasporti del Comune di Torino,
Claudio Lubatti, sia l'Assessore ai Trasporti del Comune di Roma,
Guido Improta, concordano sulla necessità di partire da una diversa distribuzione delle competenze politiche sui trasporti e da diversi criteri di ripartizione del Fondo Nazionale Trasporti. Servono investimenti e il Fondo deve premiare quei comuni più virtuosi nella gestione del TPL, attraverso, ad esempio, la lotta all’evasione e il recupero di efficienza.
N.B. I documenti del Convegno sono reperibili sul sito Internet www.sidt.org nella sezione “Documenti” del link “Convegno SIDT 2014”