La guerra della pubblicità, l'aeroporto resta al buio
Troppi 700mila euro, la gara va deserta: rimosssi cartelloni e luci
La gara, 700mila euro più Iva a base d'asta, è andata deserta. Nessun concessionario pubblicitario ha presentato l'offerta per aggiudicarsi gli spazi pubblicitari interni ed esterni agli aeroporti di Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie. La cifra troppo alta ha scoraggiato anche l'Ati Fidanzia Sistemi/Ipsa che, fino allo scorso 30 giugno, ha avuto in gestione per nove anni gli spazi aeroportuali per i cartelloni promozionali. Una scelta, quella di non presentare alcuna offerta, dettata anche dalla scarsa appetibilità in termini pubblicitari dei due scali praticamente deserti di Foggia e Grottaglie.
Così, da qualche giorno, a contratto scaduto, l'associazione di imprese ha provveduto a rimuovere i pannelli pubblicitari sistemati sulla strada di ingresso all'aeroporto di Bari; via anche l'impianto di illuminazione che aveva la funzione di rendere visibili i cartelloni di sera ma allo stesso tempo di illuminare la via d'accesso. Da quasi due settimane dunque negli aeroporti pugliesi non c'è traccia di pubblicità. E questo, a conti fatti, provoca un danno di circa 2mila euro al giorno ad Aeroporti di Puglia se si considera che l'importo annuale per la concessione ammonta a più di 700mila euro.
Il canone minimo garantito annuo pagato dall'Ati Fidanzia Sistemi/Ipsa è stato, negli ultimi 12 mesi, pari a 795mila euro più Iva. Una cifra che, in realtà, a fronte di uno scenario di crisi e di una forte riduzione della raccolta pubblicitaria, negli anni è cresciuta del 40% passando da 561mila euro a 795mila. L'aumento, voluto da Aeroporti di Puglia, era legato all'aumento di passeggeri: al crescere del traffico è cresciuto anche il canone. Un po' come avviene per gli spot tv e lo share dei programmi. Il meccanismo effettivamente non fa una piega se non fosse per il fatto che - ed è qui che si nascondono tutte le perplessità degli imprenditori pubblicitari - l'incremento dei passeggeri registratosi negli ultimi anni negli scali di Bari e di Brindisi è stato determinato quasi esclusivamente dal massiccio incremento dei voli low cost: i passeggeri che scelgono di volare a basso costo hanno una ridotta capacità di spesa, di conseguenza l'aumento del traffico passeggeri low cost non comporta un proporzionale aumento di potenziali acquirenti dei prodotti pubblicizzati attraverso i messaggi pubblicitari in aeroporto.
L'aumento del canone e l'inutilizzo di due aeroporti, pur inseriti in piani di sviluppo da parte del precedente amministratore Domenico Di Paola ma mai decollati, sono stati più volte contestati dall'Ati Fidanzia Sistemi/Ipsa che dal 2005 ha avuto un contratto con Aeroporti di Puglia. Al centro della controversia anche la superficie messa a disposizione ad uso pubblicitario: su 4mila metri quadri indicati nel contratto ne sono stati utilizzati solo il 60%. I tentativi di ricomporre bonariamente la vicenda, però, non hanno portato a nulla e alla fine del 2011 l'Ati Fidanzia/ Ipsa ha citato in giudizio Aeroporti di Puglia presso il Tribunale di Bari dove sono attualmente pendenti diverse cause civili.
"Faremo a brevissimo una nuova gara - assicura l'amministratore unico di Aeroporti di Puglia Giuseppe Acierno - non possiamo essere indifferenti al mercato, dobbiamo adeguarci. Purtroppo bisogna combattere con le condizioni di contesto: il mercato della raccolta pubblicitaria è crollato. Ma proveremo a rifare una nuova gara e riconfrontarci con il mercato".
Non è immaginabile che Aeroporti di Puglia debba convincere compagnie come Ryanair a distribuire i voli anche sugli altri due scali minori della nostra regione.
“Immaginare che una Regione come la Puglia possa avere più di due aeroporti di rilevanza nazionale ed internazionale significa non conoscere i meccanismi su cui si basa un sistema trasporti stico aereo”. Lo afferma il Sindaco di Brindisi Mimmo Consales a seguito delle dichiarazioni rese dal Sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto in relazione alla necessità di promuovere anche gli scali di Foggia e di Grottaglie.
“Intendiamoci – aggiunge Consales – nessuna guerra di campanile, ma non è immaginabile che Aeroporti di Puglia debba convincere compagnie come Ryanair a distribuire i voli anche sugli altri due scali minori della nostra regione. Del resto, il bipolarismo tra Bari e Brindisi sta producendo risultati eccezionali in termini numerici e quindi anche di ritorni economici ed occupazionali. Non vorrei che per rispondere a logiche elettoralistiche ancor più che politiche si distrugga il giocattolo.
Questa volta, però, Brindisi e tutto il Salento non resteranno a guardare. Se questa ‘uscita’ del Sottosegretario Scalfarotto dovesse avere un seguito organizzeremo iniziative efficaci a tutela dello scalo brindisino. In tal senso ho già avuto i primi contatti con il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Mauro Dattis”.