*** Alitalia: al referendum vince il NO ***


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
1,630
0
In questo scenario quindi concordato in continuità, nuovo piano industriale, nuova votazione. Se vince il si via alla ristrutturazione, se vince il no si procede alla liquidazione.
Per la verità nel concordato votano solo i creditori chirografari. E' necessario solo un accordo sindacale per modificare il contratto di lavoro. Non è detto che i sindacati scaricheranno una seconda volta la responsabilità sui dipendenti. Sarebbe una totale loro delegittimazione
 

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
1,630
0
Puoi cortesemente spiegarmi meglio questo passaggio? Per quale motivo i soci dovrebbero erogare un prestito ponte a sei mesi quando anche il 70% dei dipendenti preferisce andare a spasso piuttosto che lavorare con loro?
Ma chi glielo fa fare! Vorrei proprio capire, ma faccio fatica e spero che tu mi possa illuminare.
Il motivo l'hai detto tu: nessuno pensa che i dipendenti preferiscano davvero andare a spasso.
 

totocrista

Utente Registrato
4 Settembre 2012
3,987
2
tps - Psa
Dai buffet di aragoste e champagne alla cassintegrazione da 10 mila euro al mese: quel che resta della 'dolce vita' in Alitalia
Il racconto di una ex hostess richiama i tempi delle vacche grasse. Da allora molto è cambiato, ma qualche trattamento di riguardo non manca nemmeno oggi che l'azienda sta per essere commissariata

di An. L.
I tempi d'oro di Alitalia sono bell'e che passati. L'abbondanza - ma potremmo dire a buon diritto lo "sfarzo" - sono ricordi di un tempo. Come quelli richiamati dalla ex hostess, oggi settantenne, che racconta dei suoi due anni passati alle dipendenze dell'allora compagnia di bandiera e di come ebbe modo di assaporare un po' della dolce vita in alta quota. "Mi fa malinconia vedere Alitalia fare questa fine - racconta sulle pagine del Giornale -. Ma con un po' di distacco emotivo, dico anche che non poteva reggere. Era chiaro da tempo che sarebbe finita così", afferma riferendosi all'imminente commissariamento e alle poche fortune legate anche alle ultime partnership con compagnie straniere. "Sui suoi aeroplani ho vissuto due anni fantastici - dice nostalgica -. Ma quello stile non poteva durare. Troppo champagne, troppe aragoste, troppi benefit". L'anziana hostess si riferiva ai gloriosi anni '70, quelli del boom economico e delle vacche grasse di Stato da mungere a piacimento.

La "mitologica casta dei piloti" sopravvive negli ammortizzatori
Oggi le cose sono cambiate, anche se qualche retaggio degli "anni d'oro" sopravvive. Soprattutto dentro la cabina di pilotaggio, dove perdura qualche piccolo schizzo di quella che è stata la "mitologica casta dei piloti". Oggi ridotta a quello che si sa e con un'identità reddituale fortemente ridimensionata rispetto al passato, a sopravvivere è un nucleo di 150 dipendenti che percepiscono per sette anni assegni mensili tra i 10 e i 20 mila euro, come da dati ufficiali del 2014 citati dal quotidiano La Repubblica. Cassintegrati d'oro a fronte di una media degli assegni della categoria di 2 mila euro, mentre gli assegni dei lavoratori in Cig si aggira intorno 1164 euro, tutt'altra storia. A questi, precisa il giornale di Calabresi, si aggiungono "cento pensionati offshore residenti a Malta e Cipro" che percepiscono ben 8 mila euro al mese, versate dall'Inps e pressoché esentasse.

I costi e le perdite di Etihad
Oggi Alitalia appare in tutto il suo folklorico dissesto finanziario, cominciato decenni fa con la grassa gestione pubblica, continuato con l'arrivo nel 2008 dei "capitani coraggiosi", con lo scorporo della bad company e la ripartenza con le finanze pulite (lo sporco di bilancio a carico del contribuente), fino al recente arrivo del socio di minoranza Etihad, l'arabo della "svolta". Ma oltre le divise Abu Dhabi style imposte alle hostess niente altro: Alitalia a produrre utili non ce la fa proprio. Anzi, peggio di prima visto che la compagnia degli Emirati Arabi riesce a collezionare perdite per un miliardo.

Oggi il costo medio per passeggero a km è di 6,5 centesimi: quasi il doppio di Ryanair (3,4), ma comunque meno di Lufthansa (8,3) e Air France (10,5). Anche negli stipendi dei piloti si nota una differenza sostanziale: se nella ex compagnia di bandiera i compensi girano intorno ai 6600 euro, meno della collega Easyjet ma più della low cost irlandese, la quale versa a ciascun pilota 4.200 euro al mese. Ciò che perdura sono quindi gli ammortizzatori da chilo, concessi in passato dallo Stato per ottenere tranquillità sindacale. E finanziati con una sovrattassa sui biglietti di tre euro.

C'è da dire che i tentativi di chiudere i rubinetti e ridimensionare i "vitelli d'oro" ci sono stati, ancorché tutti andati a ramengo. Dal tentativo di far pagare le trasferte aeree al personale pendolare - che per contratto (spesso violato) dovrebbe abitare entro i 50 chilometri - al ripiego sulle tasse aeroportuali, niente da fare: nessun accordo. E che dire della cassa integrazione pattuita nel 2012, concessa per sette anni (il doppio rispetto ad altre compagnie), con stipendio all'80% per piloti, hostess e personale di terra? Dai 17 mila del primo periodo i beneficiari sono scesi a 9.905 nel 2014, con un guadagno per molti di loro di più di 5 mila euro al mese. Oltre al danno la beffa: un'inchiesta della Gdf scoprì un anno dopo che molti piloti, nonostante percepissero l'ammortizzatore, lavoravano in nero per compagnie private.

Anche le pensioni brillano
Anche il sistema pensionistico non delude: si registrano assegni che volano davvero alto: 45 mila euro l'anno per l'equipaggio di bordo, cinque anni in meno sull'anzianità e calcoli decisamente più vantaggiosi rispetto alle regole applicate agli altri lavoratori. Tutto questo, storicamente, non poteva che portare al noto epilogo a cui si aggiunge la crisi del Fondo Volo che dal 2006 è in negativo e, certifica Repubblica, dal 2011 è in rosso anche il patrimonio.

27 aprile 2017

http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/buffet-aragoste-cassintegrazione/
 

enrico

Amministratore AC
Staff Forum
30 Gennaio 2008
15,821
1,243
Rapallo, Liguria.
Oggi il costo medio per passeggero a km è di 6,5 centesimi: quasi il doppio di Ryanair (3,4), ma comunque meno di Lufthansa (8,3) e Air France (10,5). Anche negli stipendi dei piloti si nota una differenza sostanziale: se nella ex compagnia di bandiera i compensi girano intorno ai 6600 euro, meno della collega Easyjet ma più della low cost irlandese, la quale versa a ciascun pilota 4.200 euro al mese.
Ma che dati sono? Numeri in libertà.
 

piccione330

Utente Registrato
23 Febbraio 2011
572
6
Hanno bisogno di piloti (non certo in Italia però...) e aa/vv (dovresti accorgerti che età ed esigenze familiari sono diversi nei tuoi attuali equipaggi), non si sindacalari e la credibilità dei dipendenti AZ è sotto a zero. Infatti vi assumono giusto nel golfo, in cina o altri paesi dove alla prima asinata vi rispediscono a casa a calci nel sedere. Non preoccuparti che Qatar avrà le sue belle beghe a raddrizzare quelli di Meridiana.
Non voglio darti una brutta notizia ma i fantamanager non si stracciano le vesti a stare sul mercato, basta che fai una breve ricerca e vedrai che sono andati avanti e hanno trovato altri incarichi senza tanti problemi.
vediamo che succede con meridiana che di piloti potrebbero averne bisogno anche in italia o mal che vada a doha con tutte le destinazioni che stanno annunciando per il 2018

io dal primo fallimento az del 2008,passando per il quasi fallimento del 2014,per non parlare di quest'ultimo,ho visto tanti miei colleghi naviganti trovare incarichi,nonche; carriere,incarichi e anche piu' soldi,senza tanti problemi.
carriere e incarichi che non avrebbero mai trovato se az non fosse fallita,perche' non avrebbero guardato fuori

i fantamanager invece forse trovano qualcosa giusto in italia paese dove se fai il buco ti danno il premio,in un paese serio verreste invece presi a calci e invitati a fare lo scatolone

fantastico poi che a parlare di credibilita' sia uno che come te da 8 anni annuncia risanamenti,profitti,pareggi,e ultimamente caterve di wb, seduto su uno scranno dal quale hai assistito a ben 3 fallimenti.

libera la casella dei messaggi pvt che quelli di qatar hanno detto che vogliono mandarti le richieste di referenze per i piloti che applicano
 

piccione330

Utente Registrato
23 Febbraio 2011
572
6
detto che questa guerra verbale tra voi (dipendenti ed ex) non e' propriamente il massimo dell'interesse, ne' della metrica professionale, sarebbe auspicabile che si proseguisse nel materializzare il concetto per cui i validi professionisti trovano, gli altri no.
Mi auguro quindi che chi, al contrario, abbia creato questo disastro, non abbia altri incarichi tanto facilmente, ne' tra i dipendenti ne' tra i fantamangers, che forse qualche responsabilita' in piu' pero' ce l'hanno avuta, motivo per cui erano anche pagati 10 volte tanto. Mettersi allo stesso livello squalifica...e non rende merito!
io ritengo che chi avra' le carte in regola,le qualifiche,le caratteristiche di profilo cercate,e soddisfera' i requisiti superando le selezioni,non avra' alcun problema di sorta,perche' alla fine quello che che guardano e' quello che fai nel simulatore,non gliene puo' fregare di meno di sapere cosa hai votato.
quoto il tuo post
 

londonfog

Moderatore
Utente Registrato
8 Luglio 2012
10,461
2,674
Londra
Ti sei perso i bilaterali. EZE può essere operato solo da AZ, TLV solo da una compagnia italiana, mentre JFK lo può operare qualunque compagnia comunitaria.
Su EZE puoi aver ragione, ma Easyjet e Vueling volano a Tel Aviv dall'Italia (MXP e FCO) e mi sembra di ricordare che quest'inverno ci volera' anche Ryan Air.
 

DusCgn

Utente Registrato
9 Novembre 2005
14,680
20
.
Italia-Argentina sono designati al momento solo Aerolíneas Argentinas e Alitalia con un tetto di 7 voli per parte.

Israele di recente è stato istituito un accordo di cieli aperti per i vettori comunitari, quindi non occorre più che siano solo italiani o israeliani a volare tra i due paesi.
 

Beppe74

Utente Registrato
4 Dicembre 2014
161
0
Difficile Stabillirlo!
Da cui si ricavano i seguenti dati (per quello che possono valere):

Costo del lavoro per dipendente
Alitalia: 49.324
Lufthansa: 59.649
Ryanair: 53.579

Incidenza del costo del lavoro sul fatturato
Alitalia: 19%
Lufthansa: 23%
Ryanair: 9%

Produttività (fatturato per addetto)
Alitalia: 266.527
Lufthansa: 256.799
Ryanair: 594.911

Ricavo per passeggero
Alitalia: 150
Lufthansa: 290
Ryanair: 61
Interessante!
 

dario abbece

Utente Registrato
2 Ottobre 2008
2,379
20
milano
Da cui si ricavano i seguenti dati (per quello che possono valere):

Costo del lavoro per dipendente
Alitalia: 49.324
Lufthansa: 59.649
Ryanair: 53.579

Incidenza del costo del lavoro sul fatturato
Alitalia: 19%
Lufthansa: 23%
Ryanair: 9%

Produttività (fatturato per addetto)
Alitalia: 266.527
Lufthansa: 256.799
Ryanair: 594.911

Ricavo per passeggero
Alitalia: 150
Lufthansa: 290
Ryanair: 61

avrebbe senso considerare il tutto qui sopra in base al rapporto: personale di volo \totale dipendenti!
 

NoEmptyElse

Utente Registrato
1 Giugno 2014
450
5
BS
Qualcuno in TV fa finta di non aver sentito LH (oggi tutti i TG riportavano le parole/risate del CFO).
Di fronte a buon senso ed evidenza delle cose c'è ancora troppo rumore, troppe parole. Renzi che prepara il coniglio da estrarre al culmine dello spettacolo.
Lo sapete vero? Qui ce la riprendiamo di nuovo, in un modo o nell'altro. Sono sconsolato (faccina sconsolata).
 

AlicorporateUK

Utente Registrato
9 Marzo 2009
2,925
629
Sarajevo
Parla GDT.

Alitalia, per l'ex Ad "si può salvare"

Alitalia si può salvare e rilanciare, ma serve un'operazione di sistema. A invitare governo, dipendenti, sindacati e imprenditori a sedersi attorno a un tavolo e a ragionare su un piano industriale diverso è l'ex Ad Gabriele Del Torchio, il manager che nel 2014 consegnò la compagnia agli arabi di Etihad ripulita dai debiti.

''La ferita del referendum è ancora calda - dice all'Adnkronos - ma credo che una soluzione si debba e si possa trovare senza andare verso uno spezzatino che farebbe del male solo all'Italia''. Secondo il manager i margini per riportare i conti in nero ci sono anche se ''il fatto che i lavoratori abbiano bocciato il piano - spiega - sicuramente complica la situazione e presuppone la stesura di un nuovo piano industriale, ma io sono convinto che ci siano ancora le condizioni''. Forse il referendum ''è stato fatto troppo in fretta, forse non sono stati spiegati bene i termini dell'intesa e sicuramente per ripartire la cosa migliore è coinvolgere i lavoratori''.

Per l'ex Ad della compagnia quello da evitare assolutamente ''è che si vada verso uno spezzatino speculativo con la cessione delle parti belle dell'Alitalia''. Anche perché in questo caso ''sicuramente qualcuno interessato a comprare ci sarebbe, ma i sacrifici in termini di manodopera e salari sarebbero ingenti e più forti di quelli paventati fino ad ora''.

Cosa non abbia funzionato nel piano di rilancio di Alitalia Del Torchio non sa dirlo: ''Le premesse c'erano tutte: non c'era più debito e addirittura linee di credito per 300 milioni''. Certo la partita ora passerà attraverso le decisioni ''del nuovo commissario, ma è anche nelle mani degli arabi che devono decidere se rimanere e investire. E mi sembra che su questo fronte fossero ben intenzionati''. E soprattutto c'e' spazio ''se si trova qualcuno interessato a investire. L'ideale sarebbe un imprenditore che facesse del trasporto aereo la sua ragion d'essere''.

D'altronde le potenzialità della compagnia, studi alla mano, non sono poche: ''Siamo un paese con vocazione industriale e turistica e non è un mistero che soprattuto al nord Italia vi è una ricca clientela d'affari che potrebbe essere conquistata. Si può provare a combinare turismo e business allora, si può sviluppare la presenza nelle aree ricche del paese ad esempio, e questo per dire che gli spazi per far riprendere Alitalia ci sono tutti''. Anche sul fronte dell'immagine. In tutte le analisi fatte a livello europeo ''la qualità della compagnia è emersa in maniera forte, dai piloti alla manutenzione, ai servizi offerti''.

E anche l'intesa commerciale con Air France che limiterebbe il lungo raggio non può essere una scusa: ''A parte il fatto che questi accordi sono limitati all'America e il mondo è molto più grande, gli accordi si possono sempre ridiscutere e si può sempre trovare una via d'uscita. Anche per il rilancio di Alitalia. E ribadisco, un'operazione di sistema come quella fatta nel 2013 potrebbe avere successo''.
http://www.adnkronos.com/soldi/econ...a-per-puo-salvare_Hkwi4J6yWxZ6cAIN8uTNvM.html

G
 

TapiroVolante

Utente Registrato
13 Dicembre 2016
913
446
Qualcuno in TV fa finta di non aver sentito LH (oggi tutti i TG riportavano le parole/risate del CFO).
Di fronte a buon senso ed evidenza delle cose c'è ancora troppo rumore, troppe parole. Renzi che prepara il coniglio da estrarre al culmine dello spettacolo.
Lo sapete vero? Qui ce la riprendiamo di nuovo, in un modo o nell'altro. Sono sconsolato (faccina sconsolata).
Perdonate, ma dovete prendere la Televisione come quello che è, un elettrodomestico... pressappoco come una lavatrice; a dire il vero televisore e lavabiancheria hanno parecchio in comune: infatti entrambi hanno al centro uno spazio dove ci sono cose che si muovono e fanno rumore...
Ma c'è una differenza: dentro la lavatrice i panni vengono lavati per davvero, di quello che si vede nel televisore di vero non c'è assolutamente niente, nemmeno le righe del fuorigioco nei replay durante le partite...
Concludendo: per favore, date a ciò che vedete e sentite in TV meno credito di quel date alla vostra lavatrice...
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.