Vi posto anche un articolo da "Il Fatto Quotidiano" oggi in edicola.Evito ogni commento.
Alitalia, i clienti non sanno di volare con gli svizzeri DOPO IL PRECEDENTE CON L'AEREO ROMENO FINITO FUORI PISTA ANDATA E RITORNO I manager avevano giurato: mai più compagnie straniere in Italia, poi l'accordo con la Darwin perla rotta Roma-Ancona di Daniele Martini Frrare humanum, perseverare diabolicum. Dopo la fallimentare esperienza Alitalia con la rumena Carpatair finita con un Atr 72 fuori pista a Fiumicino, 16 feriti e l'aereo sbianchettato nottetempo per far sparire la livrea italiana, e dopo che i manager avevano giurato contriti che non sarebbe mai più successo che in Italia altre compagnie straniere avrebbero volato al posto di quella nazionale, i capi dell'azienda dei "patrioti berlusconiani" ci ricascano. E proprio sulla rotta Ancona-Roma, quella a suo tempo affidata a Carpatair. DAL GIUGNO prossimo su quella linea voleranno gli svizzeri di Darwin Airline al posto di Alitalia. Basta andare sul sito della compagnia italiana per avere conferma, anche se bisogna guardare bene: i biglietti per l'Ancona-Roma e viceversa sono venduti come si trattasse di un normale volo Alitalia, ma non è così, e una minuscola nota in corpo 6 avverte che quei voli sono in realtà operati da una compagnia straniera. Sentita dal Fatto, Alitalia non può far altro che confermare, anche se i dirigenti ci tengono a precisare che una differenza con la Carpatair a ben vedere c'è perché mentre allora si trattava di un wet lease, cioè di un contratto di noleggio, questa volta è un code share, cioè Alitalia si accorda con Darwin e vende i biglietti per conto degli svizzeri. I quali poi incassano anche una percentuale sui voli di quei passeggeri che da Fiumicino proseguono per gli Usa con Alitalia. Dal punto di vista dei clienti-viaggiatori poco cambia, però, e se non è zuppa è pan bagnato. La sostanza è che quando prenotano, credono di comprare un volo Alitalia, ma quando poi si presentano in aeroporto si trovano la sorpresa, con un altro aereo e un equipaggio non italiano. Il code sharing è un metodo praticato anche da altre compagnie, ma in Italia e in tutto il mondo le proteste dei consumatori contro questo sistema sono molto forti. Nel caso specifico Alitalia c'è una triplice aggravante. Prima di tutto c'è il precedente Carpatair, poi il fatto che in ballo è la stessa tratta delle polemiche Roma-Ancona, e infine la circostanza che Alitalia rinuncia a esercitare con propri aerei e propri dipendenti un volo interno e per di più lo fa in un contesto di poca trasparenza che rasenta la segretezza, con uno scarso rispetto della clientela. I dirigenti Alitalia si giustificano dicendo che la linea Ancona-Roma non è redditizia e quindi andrebbe cancellata del tutto e se non è stato ancora fatto è perché i capi dell'aeroporto marchigiano puntano i piedi. Il ricorso a Darwin Airline al posto degli aerei e degli equipaggi Alitalia sarebbe la quadratura del cerchio, perché gli svizzeri riuscirebbero a guadagnare dove Alitalia perde potendo contare sugli aerei adatti, piccoli bimotori Saab 2000 da 50 posti. Anche se, in realtà, pure Alitalia ha proprio una sua compagnia regionale (Cityliner) con 20 piccoli bimotori Embraer per il corto raggio e per di più con contratti di lavoro stracciati per contenere le tariffe. Il fatto è che anche questa storia di Ancona dimostra che Alitalia sta perdendo o cedendo quote di traffico a tutto spiano. In Lombardia, per esempio, gli svizzeri della rinata Swissair stanno soffiando traffico di lungo raggio ad Alitalia ricorrendo ad un sistema esattamente opposto a quello che Alitalia usa sulla tratta Ancona-Roma. Mandano a Milano un piccolo Bae 146, il jumbolino, caricano passeggeri italiani e li portano a Zurigo per poi imbarcarli verso gli Stati Uniti. Seguendo questa linea di espansione stanno comprando addirittura 7 nuovi Boeing 777. DOPO ESSERSI buttata a capofitto nel settore charter proprio questo inverno, ora Alitalia sta scivolando anche in questo mercato e cedendo alla italo-lituana Small Planet larghe fette di clientela con la giustificazione che questa estate non avrebbe macchine a disposizione. Il lungo raggio poi, è un pianto: chiusa la Roma-Pechino, cancellato Newark, in chiusura Rio de Janeiro, Fortaleza e Toronto. Mai partite la New Delhi e la Johannesburg.