Citazione:Messaggio inserito da DANYFI80
Questo il titolo "catastrofico" di un articolo di oggi della Nazione.
Per una semplice riattaccata....
PERETOLA
Troppo vento in coda
Aereo dirottato
in altro aeroporto
I passeggeri del volo Meridiana IG4462, proveniente da Cagliari e diretto al Vespucci, sono stati riportati in quota per due volte consecutive quando l’Airbus 319 che li ospitava aveva già i carrelli aperti e stava per toccare terra. L'atterraggio poi all'aeroporto di Bologna
Firenze, 16 giugno 2006 - Ha provato due volte ad atterrare, ma la spinta del vento ha consigliato di ridare gas per rialzarsi senza rischi.
E così, ieri pomeriggio verso le 18, i passeggeri del volo Meridiana IG4462, proveniente da Cagliari e diretto all’aeroporto Vespucci, sono stati riportati in quota per due volte consecutive quando l’Airbus 319 che li ospitava aveva già i carrelli aperti e stava per toccare terra sulla direttrice autostrada-monte Morello.
Sono bastati quindici nodi di vento in coda — una velocità di poco inferiore ai trenta chilometri orari — per costringere il pilota a dare gas per riprendere quota, a ‘riattaccare’ come si dice normalmente nel gergo aeronautico, e a concludere l’atterraggio in un altro aeroporto, quello di Bologna, con una mezz’ora e passa di ritardo rispetto alle 18,07, stimate per l’arrivo sulla pista di Peretola.
Disagi, e inevitabili proteste da parte dei passeggeri, sono facilmente immaginabili, ma l’episodio, al di là del disservizio, conferma una volta di più l’inadeguatezza dell’impianto fiorentino.
Non è un problema di stato della pista, quanto proprio di lunghezza, se è vero che per alcuni tipi di velivoli, per esempio gli Airbus, bastano anche solo dieci nodi di vento in coda, poco meno di venti chilometri orari, a impedire l’atterraggio e costringere i piloti a dirottamenti in altre aerostazioni, con tutti i problemi che la nuova destinazione comporta.
In questa occasione non ci sono stati rischi per i passeggeri, che senz’altro hanno avuto meno paura di quanti, invece, si sono trovati coinvolti nella mancata collisione del primo giugno scorso, quando un volo Meridiana, proveniente da Madrid, si è trovato faccia a faccia in fase di atterraggio con un altro aereo Meridiana, appena arrivato da Barcellona.
Un’impennata di ottanta metri sopra il raccordo della Firenze-Mare ha evitato il peggio, anche se l’Enav ha detto e ripetuto che le procedure di sicurezza sono state rispettate e non si sono avuti problemi per i viaggiatori su entrambi i voli.
A Peretola, come si diceva, toccare terra diventa difficile quando in coda soffiano dieci nodi di vento. Pochi, ma sufficienti a impedire l’atterraggio di un jumbolino o di un Airbus; mentre resta possibile per esempio la manovra di un Atr 42, molto più leggero.
In una zona dove il vento dai quadranti di ovest, sud ovest soffia più o meno tutti i giorni, una simile caratteristica strutturale dovrebbe suggerire interventi radicali per garantire il futuro dell’aeroporto di Firenze, stretto sì fra l’autostrada e Sesto, ma anche porta d’ingresso di una città che ospita ogni anno almeno sei milioni di turisti e importanti manifestazioni fieristico-congressuali