[TR] Siviglia, Fuerteventura, Las Palmas


Luca Paglia

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22 Gennaio 2015
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In ritardo di soli 5 mesi rispetto la data del viaggio, finalmente vi rendo partecipi di un’avventura unica: volare con Vueling fino alle Canarie!
Senza farci prendere troppo dall’entusiasmo, iniziamo il racconto con ordine…

Io sono sostanzialmente uno studente di ingegneria navale, con due genitori che hanno la passione dei viaggi ma una madre che ha il terrore dell’aereo. Lo prende alla fine, ma diciamo che non è proprio il suo grande amore. Nonostante ciò, facciamo spesso lunghi voli, ma se possibile cerchiamo di spezzarli, così che lei possa mettere piede a terra. Ora, la maggior parte delle volte quello che ci guadagna è colui che sta scrivendo, potendo fare più voli su più aerei, e di solito è così che prenoto, cerco sempre di volare sugli aerei che preferisco delle compagnie che preferisco dagli aeroporti che preferisco.
E, proprio per questo motivo ho scelto Vueling e fatto 3 giorni di scalo a Siviglia, per un FCO-FUE. Sì, ok, potreste dirmi che da Roma c’è anche Ryanair con il diretto, ma volete mettere a confronto? L’emozione e la gioia di salire su un’A320 Vueling con sedili in cui si sta più comodi in piedi che seduti…

Dopo questa premessa - che potevo anche risparmiarvi - parliamo di cose serie: aerei e viaggi. Seriamente, il viaggio nasce da un’idea semplice, andare alle Canarie. Il routing nasce in maniera complicata, più legato ai costi dei voli - sinceramente “altini” per una tariffa basic, non pretendo ci mancherebbe di andare alle canarie a/r con 19,90 ma forse chiederne 580,00 è un tantino esagerato - anche in alta stagione :no::no:! Dunque dopo varie ricerche e incastri vari, il tutto si riduce a:

- FCO-SVQ, VY6570, A320
- SVQ-FUE, VY3164, A320
- LPA-FCO, VY6579, A320



All’occhio più esperto avrà sicuramente notato due cose: la prima, la grande quantità di modelli made in Tolosa, la seconda che da FUE a LPA c’è il mare nel mezzo e nessun volo. Beh scusate, sono un ingegnere navale, un giro in nave me lo concedete? Inoltre, anche su questo secondo punto c’è una motivazione fondamentale, cioè che da Fuerteventura non ci sono voli nel giorno che vorremmo noi, quindi, ci trasferiamo a Gran Canaria per poter tornare in Italia e dove passeremo un avvincente pomeriggio in aeroporto!

Finalmente, dopo questo malloppo di informazioni, INIZIAMO!

8 Agosto 2018. Vi risparmio l’avvincente viaggio dalla provincia di Frosinone a FCO, e il drop off della macchina ai valet situati comodamente (!) alla fine dell’areo parcheggi di fronte il terminal 3 (che resterà nel mio cuore come “C”).
Velocissima consegna dei bagagli e subito in coda. Su FCO nulla da dire, le classifiche magari non saranno il Vangelo, ma sicuramente rispecchiano la realtà, cioè che finalmente l’aeroporto è considerabile un “signor aeroporto”.


FCO - SVQ
VUELING, VY 6570
SDT 17.50 - STA 20.35
ATD 18.30 - ATA 20.43





E iniziamo a parlare seriamente di Vueling. Allora, aereo sostanzialmente nuovo, sedili comodi come un muro in cemento armato e duri come l’adamantio, per chi conosce il genere. Pitch livello “ma che è er pitch?”, non pervenuto. Non fatevi ingannare dalle foto, io sono alto 1.75 e ci stavo, ma già a 1.80/1.85 la vedo dura, anzi, stretta.






Ah, se notate la pubblicità sul fatto che potete ricaricare il cellulare beh, per me su ben 3 voli è rimasta una pubblicità. Le prese di corrente sono solo i posto XL/Excelence, mentre coloro che viaggiano in barbon, hanno una presa usb sotto il sedile. Beh, con 3 aerei diversi e più di 3 dispositivi, non ha mai funzionato nessuna presa in nessuna fase del volo. :mad:
Per gli amanti del genere…

IMG_20180818_175353_1 by Luca Paglia, su Flickr
IMG_20180818_175407 by Luca Paglia, su Flickr

Infine, per rendere ancora più emozionante il tutto e per non far sfigurare gli altri nel TR sulle lounge e sul cibo in volo, vi lascio all’offerta di VY:


Si ok, non sono capolavori artistici, però fidatevi, le foto buone sono più sotto!

Arriviamo a Siviglia, in orario nonostante la partenza in ritardo, arriviamo puntuali. Raccolte le valigie prendo l’aerobus che in meno di 20’ ad un costo di 4€ a persona ci porta praticamente di fronte il nostro hotel.

OT SEVILLA

Innanzitutto un po’ di cultura generale.
Siviglia è una città meravigliosa, grazie ai numerosi monumenti, piazze, giardini e alla fervente vita notturna. In particolare la Giralda, la Cattedrale, l'Alcázar e l'Archivio delle Indie sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1987. La vita qui scorre tranquilla, e in generale si respira un clima di rilassatezza in città, che si anima di giorno per i tanti turisti e di sera - sopratutto nel weekend - per i numerosi studenti che popolano la città. I vicoli - quasi labirintici - conferiscono alla città andalusa un fascino unico. Il nome della città proviene dal nome indigeno tartessiano Spal o Ispal, dal significato di "terra pianeggiante". Dopo la conquista, i romani latinizzarono il nome in Hispalis, che in epoca andalusa variò in Ishbiliya (arabo أشبيليّة), dovuto alla sostituzione della "p" (fonema inesistente in arabo) con "b" e della "a" tonica con "i" (fenomeno caratteristico dell'arabo ispanico conosciuto come Imāla), da cui deriva la forma attuale Sevilla.

Ora, sostanzialmente in due giorni abbiamo cercato di vedere, girovagare e scoprire il più possibile di Siviglia, complice anche un cicerone (il sottoscritto) che conosce abbastanza bene la città.
Direi di iniziare da quello che è il monumento più conosciuto della città: lo stadio del Betis… No scherzo, iniziamo proprio da lei, dalla Giralda.

La Giralda è l'antico minareto della moschea divenuto poi la torre campanaria della cattedrale ed ora è il monumento simbolo di Siviglia. Da questa torre in epoca moresca il muezzin chiamava i fedeli alla preghiera e molto probabilmente veniva anche utilizzata come osservatorio astronomico.
La sua costruzione iniziò nel 1171 e si concluse nel 1198, opera dell'architetto Aben Baso (Ahmad ibn Baso). Nel corso del tempo la struttura subì numerosi cambiamenti e rappresenta uno dei migliori esempi dello stile mudéjar della Spagna.
Raggiunge ora l'altezza di 103 metri e per questo motivo la sua presenza nella città è costante apparendo dagli angoli più imprevisti. In cima si trova un coronamento rappresentante il Trionfo della Fede che viene chiamato Giraldillo.


[url=https://flic.kr/p/29uF7vf]

L’ingresso alla Giralda è d’obbligo direi. Innanzitutto per la vista da cui si gode sulla sommità, ma sopratutto per ammirare un vero e proprio capolavoro ingegneristico. Con i suoi 820 anni, stupisce per quanto sembri una struttura moderna. Inoltre, si sale da 0 a 70 metri, senza quasi salire un gradino, grazie al pavimento pendente al suo interno.

[url=https://flic.kr/p/29uF8NA]
[url=https://flic.kr/p/27Qcof9]
[url=https://flic.kr/p/29uF8KQ]
[url=https://flic.kr/p/27Qco6G]
[url=https://flic.kr/p/27QcnJQ]

Dopo aver fatto un po’ di attività fisica salendo e scendendo dal “campanile”, entriamo in una chiesetta, la terza al mondo per dimensioni e la più grande della Spagna. La Catedral, vede le prime luci nel 1401, sul terreno lasciato libero dalla demolizione della vecchia moschea Aljama di Siviglia. In breve le fasi salienti della costruzione:
* Mudéjar (1248-1433). Dal 23 novembre 1248 la moschea, chiamata grande moschea, passò sotto il controllo dell'arcidiocesi che comprendeva il Regno di Siviglia. In questo periodo, che corrisponde all'uso cristiano degli edifici musulmani di fine XIV secolo, la moschea venne demolita per permettere la costruzione della cattedrale.
* Gotico. La moschea iniziò ad essere demolita nel 1433, dando inizio alla costruzione di un tempio gotico, austero e rigoroso, consacrato, ancora incompleto, nel 1507. Il progetto originale non subì modifiche nonostante che per la sua costruzione ci siano voluti 75 anni.
* Rinascimento (1528-1593). Dal 1528 vennero aggiunte una serie di dipendenze tra cui gli annessi al tempio gotico. Diego de Riaño progettò le sacrestie, la Sacristía de los Cálices e la Sacristía Mayor. Hernán Ruiz ingrandì le torri in stile classico, spaziando dal plateresco al manierismo; dichiarò i lavori conclusi nel 1593, al tempo di Asensio de Maeda.
* Barocco (1618-1758). Corrisponde quasi esclusivamente alla costruzione della canonica del Santuario, i cui lavori durarono dal 1618 al 1663, restando incompiuti; a questo edificio si accompagnarono una serie di piccoli aggregati nello stesso stile, davanti alla facciata occidentale, e numerosi arredi quali l'organo e gli arredi per l'altare.
* Accademica (1758-1823). Si tratta di lavori in stile neoclassico, svolti per cultura locale o sotto l'imposizione dell'accademia madrilena. Si iniziò quindi il processo di "monumentalizzazione", con l'eliminazione, tra il 1762 ed il 1797, degli edifici che la univano al piccolo villaggio.
* Neogotico (1825-1928). In questo periodo ci si dedicò alla riparazione delle opere gotiche rovinate e al completamento delle parti incompiute delle fasi precedenti; nella prima decade del XX secolo continuò il lavoro di restauro, attraverso un'opera di pulizia stilistica, che proseguì nella separazione dei vari stili usati.

Dall’alto della Giralda si cominciano a capire le dimensioni della Cattedrale:
[url=https://flic.kr/p/29uF8CA]

Da dentro invece, beh lascio giudicare a voi:

[url=https://flic.kr/p/27Qcpj3]
[url=https://flic.kr/p/2azWXRP]
[url=https://flic.kr/p/2azWXF8]
[url=https://flic.kr/p/2azWXF8]
[url=https://flic.kr/p/2azWXra]
[url=https://flic.kr/p/2azWX9M]

PS, questa è una delle due sagrestie…
[url=https://flic.kr/p/27Qcow1]
[url=https://flic.kr/p/29uF8Rb]
(dettagli poco curati)

Inoltre, all’interno si trova la Tomba di Colombo sulla quale aleggia un alone di mistero in quanto non c’è una fonte certa ed ufficiale del fatto che Colombo sia effettivamente lì, ne tantomeno smentite ufficiali del contrario. Io ve la faccio vedere a prescindere, per orgoglio patriottistico!
[url=https://flic.kr/p/27QcoHo]


Infine, concludiamo il tour dal giardino degli aranci

[url=https://flic.kr/p/29uF8ro]

A pochi passi dalla Cattedrale si trova il “nonno” dei moderni data-center, l’Archivio delle Indie, uno dei cinque archivi di Stato centrali spagnoli, ed in particolare quello che contiene i documenti relativi all'Impero spagnolo nelle Americhe e nelle Filippine.
L'origine della struttura risale alla fondazione da parte di Filippo II di Spagna della Casa de Contratación, o Casa Lonja. Filippo commissionò la costruzione nel 1572 a Juan de Herrera, l'architetto dell'Escorial. I mercanti di Siviglia erano abituati ad utilizzare la cattedrale per svolgere il loro commercio.
L'edificio comprende un grande patio centrale su due piani, con le finestre montate in pannelli leggermente interrati tra pilastri piatti. L'edificio è sormontato da una balaustra con obelischi rustici in ogni angolo. Non esistono sculture decorative, solo alcune in pietra e stucco.
La costruzione dell'edificio iniziò nel 1584 per mano di Juan de Mijares, il quale lavorò sui piani di Herrera, e venne aperto all'uso nel 1598, secondo quanto riportato in un'iscrizione sulla facciata nord. I lavori di completamento proseguirono per tutto il diciassettesimo secolo, diretti fino al 1629 dall'arcivescovo Juan de Zumárraga ed infine completati da Falconete.
Attualmente l'Archivo General de Indias ospita circa nove chilometri di scaffali, 43.000 volumi e circa 80 milioni di pagine prodotte dall'amministrazione coloniale.

Continuando il tour di Siviglia, e restando sempre nei pressi della Cattedrale, un lungo serpentone di persone è in coda, sotto il sole per entrare nell’Alcazar. Io, da buon turista organizzato, ho fatto i biglietti online e la mia coda dura all’incirca 3 minuti.
Ora, cos’è l’Alcazar?
Sostanzialmente quando il re non trova posto in uno dei numerosi ostelli della città tende a dormire qui, che tecnicamente parlando, sarebbe una delle sue residenze. Ma, per essere pù precisi, L'Alcázar di Siviglia è un palazzo reale, originariamente forte dei Mori, l'Alcázar (dall'arabo القصر, al-qaṣr, che significa "palazzo") venne costruito dal califfo almohade Abū Yaʿqūb Yūsuf I in questo luogo. Molti dei moderni alcázar sono stati eretti sulle rovine di quelli dei musulmani di al-Andalus per mano di Pietro I di Castiglia (noto anche come Pietro il Crudele) a partire dal 1364. Pietro utilizzò i lavoratori musulmani per costruire il proprio palazzo in stile arabo.
Il palazzo resta uno dei migliori esempi di architettura mudéjar, stile sviluppatosi durante il regno cristiano della Spagna, ma che utilizzò influenze architetturali islamiche.
I successivi monarchi aggiunsero parti all'alcázar. Carlo V apportò modifiche in stile gotico, in contrasto con le precedenti sezioni in stile islamico.

[url=https://flic.kr/p/29uF8nq]
DSC_5236 by Luca Paglia, su Flickr
DSC_5244 by Luca Paglia, su Flickr

Una delle cose che più colpisce del palazzo reale è senz’altro il giardino esterno, con tanto di labirinto floreale.

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[url=https://flic.kr/p/27QcmtJ]
[url=https://flic.kr/p/29uF7T9]
[url=https://flic.kr/p/27QcmeL]

Dimenticate il Re, il vero padrone di casa è lui…
[url=https://flic.kr/p/27Qcm69]

Si conclude la nostra prima giornata a Siviglia, ma non prima di essere andati a vedere il più grande parasole al mondo!
[url=https://flic.kr/p/27QckX3]
(foto di pessima qualità lo so)
Il progetto Metropol Parasol poi chiamato ufficialmente alla sua apertura come Setas de Sevilla[1] è una struttura a forma di pergola di legno e cemento sito nella centrale Plaza de la Encarnaciòn a Siviglia in Spagna. Ha dimensioni di 150 metri di lunghezza, 70 metri di larghezza e un'altezza approssimativa di 26 metri. La sua base ospita un mercato tradizionale[2] e ristoranti al piano terra, una sala per spettacoli e il museo archeologico Antiquarium. La struttura è coronata da una terrazza e da un belvedere che offre una vista panoramica della città vecchia.
Con una donazione di Wikimedia, vi lascio due foto più chiare dell’opera progettata dal Tedesco Jurgen Meyer.
[url=https://flic.kr/p/23FfCKz]
[url=https://flic.kr/p/23FfM98]

fine prima parte
 
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Luca Paglia

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Re: [TR] SIVIGLIA, FUERTEVENTURA, LAS PALMAS

PARTE 2

Continuando il tour della città, ci spostiamo sul fiume Guadalquivir, o meglio sul canale Alfonso XIII, che a Milano chiamerebbero Darsena. Qui si trovano la Torre de L’Oro, la Plaza de la Maestranza, il Ponte di San Telmo, e dall’altra sponda del fiume, il quartiere Triana, che deve il suo nome alla colonia fondata dall’imperatore Traiano, da cui provengono le patrone della città, Santa Giusta e Santa Rufina, nonché Rodrigo de Bastidas che oltre ad essere amico di Cristoforo Colombo, gli si deve la scoperta di Panama.



La Torre dell’Oro, era una torre militare composta da 12 lati, e faceva parte del sistema difensivo dell’Alcazar. Venne poi adibita a cappella, a prigione ed infine a magazzino per metalli preziosi.


Passiamo ad uno dei luoghi simbolo di Siviglia, la Plaza de Toros de la Real Maestranza de Caballeria de Sevilla. E’ la più antica di tutta la Spagna nonché casa de la Feria de Abril, una delle corride più famose al mondo. Costruita nel 1760, assunse la forma attuale nel 1765, con una capienza di circa 12.000 ospiti, tra cui il Re nel palco d’onore.








Ed eccoci a Triana, storico quartiere della città dove trovare oltre a numerosi locali tipici per mangiare, anche l’omonimo mercato, che vale la pena visitare - durante la settimana, per gustare ¡el mejor Jambon de Sevilla!




Finiamo il tour della città con uno dei luoghi più belli e maestosi che io personalmente abbia mai visitato. Siviglia ha ospitato nel 1929 l’Esposizione Angloamericana. Per celebrare l’evento venne deciso di creare una piazza centrale, nonché progetto più ambizioso dell’intero evento: La Plaza de Espana. La progettazione della piazza venne affidata all'architetto Annibale González. Durante la sua costruzione arrivarono a lavorare contemporaneamente più di mille operai. La superficie totale della piazza è di 50.000 metri quadrati, 19.000 dei quali sono edificati e i restanti 31.000 sono area libera. Il canale occupa 515 metri di longitudine. La costruzione dell'opera iniziò nel 1914, e fu terminata nel 1928. La piazza è a forma semicircolare, (ben 170 metri di diametro), e rappresenta l'abbraccio della Spagna e delle sue antiche colonie; guarda verso il fiume Guadalquivir e simboleggia la strada da seguire per l'America. Alla fine dell'esposizione la piazza era destinata a far parte dell'Università di Siviglia, ma dopo poco passò sotto la proprietà del governo militare diventando sede della Capitaneria Generale di Siviglia. Anni dopo ospitò la delegazione del Governo Centrale in Andalusia, e allo stesso tempo il Museo Militare di Siviglia.


[url=https://flic.kr/p/LQ8X2X]
[url=https://flic.kr/p/2azWTgM]
[url=https://flic.kr/p/LQ8WXD]
[url=https://flic.kr/p/2azWSYT]
[url=https://flic.kr/p/29cUVuc]

Si conclude qui l’ OT su Siviglia.

FINE SECONDA PARTE
 

marcofvg

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Re: [TR] SIVIGLIA, FUERTEVENTURA, LAS PALMAS

Beh, complimenti davvero per questo documentario di viaggio.
Davvero bella città e piacevole racconto guidato.
Continua, grazie.

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Re: [TR] SIVIGLIA, FUERTEVENTURA, LAS PALMAS

Bello! Finalmente ho 'visto' Siviglia... In tempi più giovani andavo sempre in un localaccio dietro Oxford Circus, chiamato "Sevilla mia", intasato soltanto di spagnoli; effettivamente era un appartamento, in cui il DJ aveva un solo CD e quello andava su ad nauseam, i cocktails facevano più che schifo ma in compenso ci si divertiva.

PS quei pantaloni blu elettrico sono degni di I-DAVE!
 

Luca Paglia

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Re: [TR] SIVIGLIA, FUERTEVENTURA, LAS PALMAS

Beh, complimenti davvero per questo documentario di viaggio.
Davvero bella città e piacevole racconto guidato.
Continua, grazie.

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Grazie mille. Continua a breve

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Luca Paglia

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In attesa del continuo, qualche altra foto da Plaza de Espana che avevo dimenticato di caricare su Flickr.

Si possono ammirare le dimensioni notevoli dell'opera nonché anche i dettagli stilistici ed estetici.





Infine, un ing navale nel suo habitat naturale: le imbarcazioni!


PS: immaginate remare queste piccole barche a remi di circa 5 metri, con 43 gradi ad agosto...
 

londonfog

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Londra
grazie... per i pantaloni la devo prendere come una nota negativa o positiva? :D
Ovviamente positiva. Volevo giusto commentare che incontrano il mio gusto :D

DaV
Questo scambio si commenta da solo :D :D :rollsmile::rollsmile::rollsmile::martello:

Belle foto. Io sono stato a Siviglia molti anni fa ma ho ancora ricordi vivissimi della Plaza de Espana e dell'Alcazar. Grazie di avermi rinfrescato la memoria
 

nicolap

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TR meraviglioso. Considero Siviglia una delle più belle città al mondo e l'Andalusia è una terra magica. Le foto sono oltretutto di una bellezza unica.
Complimenti e grazie.
 

Luca Paglia

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TERZA PARTE

Volo per Fuerteventura all’alba, il che significa lasciare l’hotel alle 5. Grazie alla fantastica colazione comprata al supermercato il giorno prima (Frappucino di Starbucks e 76kg di churros!), siamo pronti a volare a Fuerteventura.
Sull’aeroporto di Siviglia non c’è molto da dire. Sterile, tutto chiuso fino le 7.30/8 del mattino.

SVQ-FUE
VUELING, VY 3164
SDT 06.40 - STA 07.50
ATD 06.43 - ATA 07.47





Imbarco su Vueling un bordello allucinante. Organizzazione questa sconosciuta. Sostanzialmente funziona così: due gruppi, uno fila 1-19, l’altro dalla 20 fino all’ultima. Un’ora prima del volo sono già tutti in coda per poter sistemare il bagaglio nelle cappelliere, altrimenti va in stiva. Quando apre l’imbarco ci sono 6 persone in coda per le file 20-31, e si perde un quarto d’ora per loro - non sto scherzando. Finalmente decidono di imbarcare gli altri pax tra cui il sottoscritto. Nel mentre che ciò accade si presentano anche tutti i rinc..rimantenti delle file 20-31.
MORALE DELLA FAVOLA: imbarchiamo tutti insieme, e nonostante io sia alla fila 5, le cappelliere con metà aereo imbarcato sono piene.
Sul volo, sostanzialmente ho dormito. 
Mi sono svegliato giusto in tempo per fare qualche foto a Fuerteventura dall’alto dopo aver “costeggiato” Lanzarote.
Perdonate la qualità, ma ero mezzo addormentato, con il telefono e con una pessima condizione sia di luce che di pulizia dei finestrini.






L’aeroporto di Fuerteventura è davvero ben fatto. Numerosi nastri per il ritiro dei bagagli. L’ambiente in generale è molto luminoso e ampio. La cosa che più salta all’occhio è la posizione. Da Google Maps si capisce bene cosa intendo. 
Si trova praticamente nel nulla, circondato dal deserto e dal mare. Una strada, la FV-2 che collega da Sud a Nord tutta l’isola è l’unico punto d’accesso.


OT FUERTEVENTURA

Dopo aver ritirato i bagagli, ci dirigiamo verso l’autonoleggio per ritirare il nostro compagno di viaggio, un’Opel Mokka! Dall’aeroporto ci attendono 45 minuti di macchina per raggiungere uno degli hotel più belli dell’isola. Il Melia Fuerteventura si trova in una vera e propria oasi. Costruito negli anni 70 grazie all’uso di chiatte e imbarcazioni - è stato costruito prima della strada per raggiungerlo, quest’ultima realizzata appositamente per l’hotel - si erge su una piccola altura sul mare. La posizione è particolare per due motivi: il primo perché è l’unico in questa zona, il secondo per la laguna su cui si affaccia. Nota meta turistica per surfisti e kyters, ospita annualmente la coppa del mondo di questi due sport, ma nonostante ciò il vento non è mai fastidioso. Meravigliosa la laguna che ogni giorno si riempie e si svuota al variare della marea. Potrete svegliarvi guardano decine di km di sabbia e dopo pranzo ritrovarvi surfisti laddove eravate a prendere il sole sulla sabbia asciutta al mattino. Su YouTube si trovano numerosi time-lasse del fenomeno che vi farò vedere qualche riga più sotto.

Intanto qualche foto aerea per rendere l’idea.



La sabbia che vedete tutt’intorno che forma il deserto, è letteralmente sabbia desertica del Marocco portata nel corso dei millenni dai venti fino l’isola e collegando di fatto quelle che erano due isole separate dal mare.
E finalmente le foto della struttura e del panorama.





Questa è una piccola area relax “vip”, dedicata agli ospiti “The Level” i quali hanno dei privilegi extra, tra cui appunto quest’area solarium.


I veri protagonisti però sono loro: il mare e la Laguna.
Una piccola cronologia della marea, anche se non dello stesso giorno, ma sostanzialmente sale nella mattinata e scende in serata, di notte, incredibile ma vero, la sabbia si asciuga a tal punto che il mattino dopo, la sabbia non sembra che sia mai stata sotto fino a un metro d’acqua!








Ecco invece il time lasse della marea:
https://www.youtube.com/watch?v=4HyCIB5eKQQ

Ora invece sparatevi un po’ di cultura, che non basta mai!
Fuerteventura è la seconda più grande delle Isole Canarie e si trova a circa 100 km dal Sahara e dalla costa occidentale dell'Africa. L’isola è lunga circa 100 Km e la parte principale è larga 30 Km. Con una densità di popolazione di 45 kmq, è la meno popolata. Si ritiene che i primi abitanti di Fuerteventura siano di origine nordafricana ma, secondo recenti ricerche genetiche, ci sono state diverse immigrazioni di almeno tre tipi di razze umane. Una significativa esplorazione dell'isola iniziò nel 15 ° secolo con Jean de Bethancourt e Gadifer de la Salle.

Fuerteventura ha circa 20 milioni di anni ed è la più antica formazione di tutte le Isole Canarie. È geograficamente gemellata con Lanzarote, poiché entrambe si trovano sullo stesso altopiano con solo 40-50 metri di profondità. Come tutte le altre isole Canarie, è di origine vulcanica. L'ultima eruzione a Fuerteventura si è verificata in quella che oggi è La Oliva, circa 5.000 anni fa. Come le altre 6 principali isole Canarie - fa parte della placca continentale dell'Africa ed è il risultato di una combinazione di attività tettonica e vulcanica. Circa 70 milioni di anni fa, una camera magmatica di dimensioni simili a quelle dell'Irlanda esercitava una pressione sul relativamente giovane fondo atlantico. Molto più tardi - circa 20 milioni di anni fa - l'intera placca africana in quella zona fu sollevata da un "Hot Spot" fino a quando non emerse dal mare. Queste forze geologiche hanno formato l'isola e da allora in poi Fuerteventura è stata esposta all'erosione del vento e alle forti piogge. C'è un'ipotesi che Fuerteventura una volta avesse 3 vulcani maggiori e almeno uno di loro avesse circa le dimensioni del monte Teide su Tenerife (circa 3.000m). C'era uno nel nord (intorno a Tindaya), uno nel centro (intorno a Betancuria) e uno nel sud (Pico de la Zarza - Cofete, che con la sua altitudine di 807 metri, è il punto più alto di Fuerteventura oggi).


Non c'è certezza su chi siano stati i primi coloni dell'isola e quando ciò sia avvenuto. Una delle più probabili si riferisce ad un'origine berbera, basate sulle iscrizioni libico-berbere che si possono trovare sulle montagne dove questi coloni, chiamati anche Majos, vivevano. Probabilmente hanno messo piede su Fuerteventura circa 3.000 anni fa, come parte di un programma di deportazione dei Fenici. I Romani presero il potere dai Fenici conquistando Cartagine e deportarono i ribelli nelle isole Canarie in diverse spedizioni. All'inizio del XV secolo l'isola fu conquistata da Jean de Bethencourt e Gadifer de la Salle. Jean de Bethencourt ha organizzato la spedizione per estrarre il colorante rosso porpora dal lichene "Orchilla". Così facendo, sperava di creare un monopolio e di dare più vita alla sua azienda tessile in declino. A quel tempo, c'erano 2 regni a Fuerteventura, quello del Nord, Maxorata, e quello del Sud, Jandía. Il villaggio di Betancuria venne creato nel centro dell’isola per nascondersi il più possibile dagli attacchi dei pirati. Divenne un rifugio sicuro fino al 1593, quando Betancuria fu cancellata dai pirati arabi sotto la guida di Xabán Arráez che invasero l'isola con 230 uomini per vendicarsi delle incursioni. Fu ricostruita e presto divenne prima la capitale delle Canarie e poi di Fuerteventura fino al 1834. Fuerteventura fu proclamata regno sotto la corona di Enrico III di Castiglia. Il turismo arrivò sull'isola nel 1966 dopo la costruzione dell'aeroporto. Nel 1927, Fuerteventura e Lanzarote divennero parte della provincia di Las Palmas. La sede del governo insulare (cabildo insular) è a Puerto del Rosario.

FINE TERZA PARTE. A breve, un tour a 270 gradi dell'isola, visto che un quarto di costa (sull'Atlantico) è quasi irraggiungibile.
Preparatevi perché credetemi è un'isola che lascia senza parole.
Vi lascio una piccola anteprima...
 

mggt

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MGGT
TR meraviglioso. Considero Siviglia una delle più belle città al mondo e l'Andalusia è una terra magica. Le foto sono oltretutto di una bellezza unica.
Complimenti e grazie.
+1 Ha detto benissimo e volentieri mi associo anch'io. Splendido TR, veramente.

PS. E non avevo ancora visto la terza parte, postata qualche minuto fa'!
 

Luca Paglia

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TR meraviglioso. Considero Siviglia una delle più belle città al mondo e l'Andalusia è una terra magica. Le foto sono oltretutto di una bellezza unica.
Complimenti e grazie.
Concordo in pieno. Siviglia è davvero un gioiello molte volte sottovalutato a favore di Madrid e Barcellona, bellissime città entrambe, ma prive di quell'anima e quel fascino unico di Siviglia. Il modo in cui si confondono e si intrecciano oltre 1000 anni di stili architettonici e culturali è poi pressoché unico, se non forse in poche altre città europee.

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mggt

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MGGT
Concordo in pieno. Siviglia è davvero un gioiello molte volte sottovalutato a favore di Madrid e Barcellona, bellissime città entrambe, ma prive di quell'anima e quel fascino unico di Siviglia. Il modo in cui si confondono e si intrecciano oltre 1000 anni di stili architettonici e culturali è poi pressoché unico, se non forse in poche altre città europee.

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Sto pensando a Palermo... potrebbe e dovrebbe ambire a diventare come Siviglia, anche in termini culturali o - meglio - sociali. E in certe zone d'Italia, non tutte, Fuerteventura e il modello turistico delle Canarie dovrebbe essere un modello da seguire.
 

Luca Paglia

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22 Gennaio 2015
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QUARTA PARTE

Ripartiamo da qui...
Vi lascio una piccola anteprima...

Il tour di Fuerteventura inizia con un’avventura off-road, su una delle spiagge più selvagge d’Europa: COFETE. Avevo scritto poche righe sopra che “c’è un'ipotesi che Fuerteventura una volta avesse 3 vulcani maggiori, di cui uno nel sud, Pico de la Zarza - Cofete, che con la sua altitudine di 807 metri, è il punto più alto di Fuerteventura oggi.”
Ecco, per arrivare alla spiaggia di Cofete, bisogna superare il picco del Pico - eh vabbè dai, perdonatemi, ma non ce l’ho fatta a non scrivere sta str….ta - e farlo non è proprio semplice. 
Innanzitutto bisogna arrivare a Morro Jable e lasciare la strada asfaltata per un percorso di 20 km tutto sterrato. (Ora capite perché serve almeno un suv?)

Allora la strada per arrivarci è questa:
cofete3 by Luca Paglia, su Flickr

L’asfalto inizia al chilometro 0:


L’asfalto finisce al chilometro 0+300:


E continua così per tutti gli altri 19.700 metri:


Ah giusto per la cronaca, a Fuerte, buona parte delle strade sono così. Tranne quelle nei dintorni delle strutture ricettive e delle 2/3 strade principali, il resto sono strade sterrate.
Quando si sale sul Pico, il panorama è il seguente:





]



La spiaggia, direttamente bagnata dall’Atlantico più selvaggio è una sorta di paradiso. Purtroppo il tempo con noi non è stato molto clemente, ma nonostante tutto, il panorama non si è fatto desiderare e si è mostrato in tutta la sua bellezza.






Poiché esiste Google, ecco com’è la vista sulla spiaggia quando c’è il sole splendente e sopratutto non ci sono nubi.


A Cofete non c’è quasi nulla. Ci sono due piccoli ristorantini, molto “spartani”. Non c’è né la corrente né l’acqua corrente. Le poche costruzioni sono delle piccole case in mattoni, molte delle quali centenarie.
Colpisce invece la presenza di una villa, “Villa Winter”, patrimonio dell’isola dalla storia alquanto curiosa. Purtroppo, per arrivare alla villa bisogna percorrere altri 10 km di sterrato, molto sabbiosi e sinceramente non ce la siamo sentita di affrontarli con il nostro piccolo Mokka. Riguardo la villa invece ecco la sua storia e quella del suo proprietario, il proprietario terriero tedesco Gustav Winter. I servizi segreti britannici lo consideravano una spia nazista protetta dal franchismo, mentre per gli abitanti di Fuerteventura fu sempre “Don Gustavo el alemán” (Don Gustavo, il tedesco). Nato vicino Friburgo nel 1893, il giovane Winter iniziò*gli studi ad Amburgo, ma nel 1913 si spostò in Argentina, da dove tornò l’anno successivo, in piena Guerra Mondiale. Gli Inglesi attaccarono la nave su cui viaggiava, e lo rinchiusero su una nave-prigione ancorata a Portsmouth. Per la prima volta venne sospettato di spionaggio dagli inglesi. Nel febbraio del 1915 evade, raggiungendo a nuoto la nave oladese Hollandia, scappando poi in Spagna. Appena arrivato in Spagna non perse tempo e si diresse al Consolato del Regno Unito, dove approfittando della perfetta conoscenza della lingua e dell’occasione di far passare il proprio cognome come anglosassone si disse cittadino inglese. Uno stratagemma che gli permise di ottenere un cospicuo aiuto economico. Stabilitosi quindi nella neutrale Spagna, trovò lavoro a Madrid dove terminò gli studi di ingegneria. Tra i suoi principali progetti figurano la costruzione di centrali termoelettriche a Murcia, Tomelloso, Valencia, Saragozza e Madrid. Si trasferì a Las Palmas di Gran Canaria *quattro anni dopo, e fondò la Compañía Insular Canaria Colonial de Electricidad y Riego e l’annessa centrale elettrica, inaugurate nel 1928 dal dittatore Primo de Rivera. Il poliedrico ed alquanto misterioso ingegnere tedesco visitò per la prima volta l’isola di Fuerteventura agli inizi degli anni ’30. Secondo quanto riportato dai figli fu tentato di acquistare l’isolotto di Isla de Lobos, decidendosi invece poi per Jandía, con l’intenzione di sfruttarne l’area desertica. Winter dapprima prese la penisola in affitto, per poi acquistarla nel 1941. Vi aprì un totale di 52 pozzi, piantando circa 100.000 pini canari a Pico de la Zarza. Dopo la fine della Guerra, Winter e la moglie si dedicarono all’allevamento di capre, attivando un gran commercio di lana pregiata e formaggio con il mercato di Las Palmas. Agli inizi degli anni ’50, quando la penisola produceva circa 32.000kg di formaggio l’anno, la famiglia Winter arrivò a possedere 7.000 tra capre e pecore, producendo circa la meta’ dei prodotti caseari che venivano poi esportati a Gran Canaria. A quest’epoca di ricchezze per la famiglia Winter risale la costruzione di Villa Winter, un palazzetto – quasi un castello – a Cofete, il confine estremo della penisola e della strada che univa la Villa alla Pared (un muro di cinta che Winter costruì per proteggere il bestiame). La strada è*ancora oggi conosciuta come “El camino de los presos”, perchè venne costruita dai prigionieri politici che Franco mandava nei campi isolani di Colonia de Vagos e Maleantes de Tefía e che venivano messi “a disposizione” di Don Gustavo. Nonostante ciò la famiglia non abitò mai la villa, ma si stabilì in una fattoria a Morro Jable, su una collina che dominava tutti i territori sottostanti.*


Ah, dimenticavo. Per chi non avesse voglia di affittare una macchina e guidare, potete sempre utilizzare il comodo servizio bus che con ben 2 corse al giorno collega Morro Jable a Cofete con questi “autobus”:


Nel pomeriggio torniamo in hotel per fare un bagno nella laguna e per scoprire una razza animale che non ho mai incontrato altrove…
Intanto, con la laguna piena, questo è quello che succede.



Nei pressi della baia, seguendo la linea costiera verso Nord ci si imbatte in questo:


E questa strana specie animale…


Saranno pure dei semplici scoiattoli, ma hanno capito tutto dalla vita: per essere felici bisogna vivere sul mare! Tranne che devono stare attenti ai gabbiani che ogni tanto decidono di utilizzare proprio gli scoiattoli come alternativa al pasto.

Poco più a Sud della nostra posizione si trova Jandia, ricca di hotel, villaggi e diversa dal resto dell’isola. Qui i villaggi non si trovano sul mare, se non qualcuno, poiché la spiaggia è separata dalla strada principale da un’area marina protetta.





Intanto qua ci sono i cugini dei nostri amichetti scoiattoli.


L’intera Jandia è divisa in due parti, una con la grande spiaggia ed una a picco sul mare.



[url=https://flic.kr/p/29uFzmE]

FINE QUARTA PARTE
 
Ultima modifica:

Luca Paglia

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A quando la quinta parte? :)

DaV
A grande richiesta, eccola qua...
QUINTA PARTE

Riprendiamo il tour dopo una lunga attesa - alla fine dai sono stati 3 mesi in cui vi ho fatto riprendere per gustare al meglio le nuove foto e destinazioni e sopratutto il volo di ritorno! - causata da 4 esami universitari del famigerato e mortale corso di Ingegneria Navale…

Se nella quarta parte eravamo stati nell’estremo Sud dell’isola, stavolta ci spostiamo a Nord. Questa è l’area sicuramente più viva e popolata. Si possono individuare 3 distretti principali, quello di Puerto del Rosario, la capitale dell’isola, una città che non abbiamo visitato sinceramente, più che altro per poter godere delle spiagge e dei panorami di cui leggerete a breve, la zona di Corralejo dove stiamo andando e la zona più ad ovest, che comprende La Oliva fino a El Cotillo, una zona molto rurale, abitata esclusivamente da locali, molto desertica e con poche strade asfaltate. Essendo noi ad una distanza di circa 80 km dalla zona a Nord, volevamo sfruttare quanto più tempo possibile qui.
Il programma del giorno è semplice, prendere la superstrada fino a Puerto del Rosario, e poi la strada panoramica fino a Corralejo.

Purtroppo, il nostro programma viene a mancare della sua parte più bella, e cioè proprio la strada panoramica a causa delle riprese del film “Wonder Woman” (ennesimo capitolo della saga Marvel - finiranno prima o poi?). Per non essere però un narratore insensibile nei confronti dei lettori, ecco cosa ci siamo persi (da Google).

[/url]

Arriviamo comunque a Corralejo, riuscendo a godere comunque della peculiarità del deserto che precede la cittadina piena zeppa di residence e appartamenti pieni i turisti (sopratutto tedeschi).

[/url]

Questa zona è un po’ la preferita dei volanti LH come compagnia di bandiera, se numerose sono le strutture a loro dedicate in tutta l’isola, questa è la zona di maggior concentrazione, dovuta anche alla presenza di due strutture a marchio RIU, le uniche tra le dune del deserto di Corralejo.

Il nostro programma però non prevede per ora Las Dunas ma Los Lobos, una piccola isola tra Fuerteventura e Lanzarote (quella striscia nera della foto sopra), che da qui, dista solo 25 minuti di traghetto, il cui prezzo è inversamente proporzionale alla distanza (25 minuti tra Fuerte e Lanzarote, 30€ a persona, 2 ore e mezzo tra Fuerteventura e Gran Canaria, 45€ a persona). Al di là del costo, Lanzarote necessita molto di più di un giorno per essere visitata.
Ci imbarchiamo su un gommone/taxi per Lobos, il cui autista spara nelle casse tanto reggaeton da quasi coprire il suono dei due motori Mercury da 225 cv l’uno.

Si tratta di un piccolo isolotto di circa 4,5*km² situato a nord-ovest dell'isola di Fuerteventura. Il braccio di mare che le separa è denominato Stretto della Bocaina (Estrecho de la Bocaina), la cui profondità non supera i 30 metri. Il nome deriva dal fatto che in passato l'isola fosse abitata da numerosi leoni marini, in spagnolo conosciuti come "lupi marini" (lobo significa appunto "lupo"), oggi a rischio di estinzione. I pescatori eliminarono tali animali, credendo che la loro voracità riducesse notevolmente i pesci nelle acque circostanti, dal momento che ciascuno di questi animali necessita fra i 30 e i 40*kg di pesce al giorno per sopravvivere. Attualmente si stanno realizzando sforzi per reintrodurre i leoni marini, nonostante l'opposizione dei pescatori.
L'isolotto ricade nel Parco naturale Isola di Lobos, ospitando più di 130 specie vegetali e varie specie volatili, tra cui spiccano il gabbiano reale, l'otarda (in determinati periodi nel corso dell'anno) e la berta maggiore.
Il picco più alto è La Caldera, di 127 metri.

Arriviamo a Lobos, dopo un tragitto di circa 15 minuti, lo sbarco sull’isola è quasi da sbarco militare, con i gommoni che arrivano sul bagnasciuga uno dopo l’altro, dovendo però fare la fila a causa del fondale molto basso causato dalla bassa marea, tanto che devono inclinare i motori per non far grattare l’elica sul fondo.
La prima foto che ci regala l’isola è questa (mentre siamo in coda):



Una volta sbarcati decidiamo di fare un piccolo tour dell’isola, che non prevede l’arrampicata sulla Caldara a causa del clima leggermente caldo, 38 gradi, cielo completamente privo di nuvole e solo due bottiglie d’acqua per tre persone!

Dove andiamo?


Iniziamo con un tuffo in acqua nella prima caletta che “ci garba”… Per arrivarci, zaino e gambe in spalla.


Ammiriamo intanto la ricca flora dell’isola



Ma finalmente ci siamo.


Dopo aver sguazzato nell’acqua (fredda), e dopo un piccolo snack, riprendiamo il percorso per un tour panoramico, tornando verso il porto, dove mangeremo e faremo di nuovo il bagno.




Arriva l’ora di pranzo, per chi come noi non avesse il pranzo al sacco, potete provare questo:


E’ arrivata l’ora di tornare a Fuerteventura, lasciando a malincuore l’isolotto di Lobos, una vera e propria gemma, incredibilmente poco conosciuta alla maggior parte dei turisti.

PS, nel frattempo che finisca di scrivere la prossima parte, vi lascio una foto del luogo in cui sto per andare, e anziché farvelo vedere da terra, ve lo faccio vedere dal mare:
LAS DUNAS.