Covid, la mappa dei viaggi fuori dall’Italia: ecco le regole per le principali destinazioni
L’indicazione è una sola: non spostarsi. Ma per chi deve per forza viaggiare all’estero questi sono i requisiti, tra tamponi e quarantene. I più chiari gli olandesi: «Non venite nei Paesi Bassi, a meno che non sia proprio necessario»
di Leonard Berberi
Il premio dell’indicazione più chiara va al sito web del governo olandese. «Si consiglia vivamente di non recarsi nei Paesi Bassi a meno che non sia proprio necessario». Il necessario — almeno per chi vive in Italia e deve spostarsi — è limitato a cinque categorie: lavoro, studio, assoluta urgenza, salute. Per questo, a guardare il mondo le uniche due aree senza restrizioni per gli italiani sono soltanto due, e anche piccolissime: Repubblica di San Marino e Città del Vaticano. Il resto è rosso, rosso scuro o addirittura nero.
Dove informarsi
La pandemia continua a bloccare la libertà di spostamento. Basta vedere le pagine informative sugli spostamenti da e per gli Stati: sono solo una serie di divieti e un breve elenco di eccezioni. Norme, va precisato subito, che cambiano a volte anche nel giro di poche ore. Per questo il suggerimento è di consultare le piattaforme ufficiali: i siti governativi delle nazioni di destinazione e quello italiano, curato dal nostro ministero degli Esteri e dall’Unità di crisi della Farnesina,
www.viaggiaresicuri.it.
Le difficoltà al rientro
Dalla prospettiva italiana l’indicazione è di non lasciare il Paese. Non soltanto perché al rientro toccherà sottoporsi poi a una serie di misure di contenimento (l’isolamento fiduciario, per esempio), ma anche perché non è detto che il rientro nella patria risulti sempre agevole. Prendiamo per esempio il
Regno Unito: la
variante inglese del coronavirus impone misure più rigide per chi torna in Italia. Così rigide che è la stessa Farnesina, nel questionario online, ad avvertire: «Queste disposizioni potrebbero avere conseguenze significative sulle tue possibilità di rientro in Italia. Prima di partire per il Regno Unito accertati di rientrare nelle categorie a cui è consentito l’ingresso/rientro in Italia».
I requisiti di accesso
Paese che vai, regole d’ingresso che trovi. Restiamo sul Regno Unito. L’ingresso è consentito soltanto per ragioni particolari di certo non per turismo — ed è condizionato a una serie di requisiti non proprio semplici. Il primo: prima di imbarcarsi sul volo per il Paese serve l’esito negativo di un tampone (molecolare o antigenico) effettuato entro tre giorni dalla partenza. Bisogna poi compilare anche una pagina online con i propri dati personali. Ma all’ingresso non si può di certo muovere agevolmente. Perché tocca mettersi subito in isolamento fiduciario per 10 giorni: isolamento che si può interrompere al quinto giorno con un tampone negativo. E chi nel Regno Unito ci deve stare soltanto 2-3 giorni? Poco importa: dovrà comunque chiudersi in una stanza fino a quando non dovrà recarsi in aeroporto per il volo di ritorno.
In Europa
Anche la Germania — a leggere le informazioni — richiede i 10 giorni di isolamento all’ingresso con possibilità di uscirne con un tampone negativo al 5° giorno. Ma a differenza del Regno Unito il tampone si può fare anche all’arrivo, massimo entro 48 ore dall’ingresso. Spagna e Francia non richiedono l’isolamento fiduciario — per ora —, ma il Paese transalpino accetta solo i tamponi molecolari (quelli antigenici non vanno bene). La
Spagna pure non accetta più gli antigenici e richiede l’iscrizione online così da inviare al viaggiatore un codice QR (da tenere sul telefonino o da stampare) per mostrarlo all’ingresso.
Le differenze territoriali
In
Grecia, invece, l’isolamento di 7 giorni all’ingresso è d’obbligo, mentre i 10 giorni chiesti dall’Austria si possono interrompere soltanto per lasciare il Paese (e comunque dopo un tampone negativo). Il record di misure di screening per ora va al Belgio (Paese duramente colpito dalla pandemia): l’ingresso deve essere accompagnato da un tampone molecolare negativo effettuato nelle 72 ore precedenti il viaggio, ma all’arrivo tocca un altro test prima di entrare nei 7 giorni di isolamento fiduciario con doppio tampone al 1° e al 7° giorno.
Fuori dal continente
Fuori dall’Europa di fatto conviene non avventurarsi. Non soltanto perché sono sospesi i visti elettronici — come gli Esta degli Usa —, ma anche perché ci sono Paesi che di fatto hanno da mesi chiuso le porte a chiunque, qualche volta anche ai propri connazionali che sono rimasti bloccati all’estero. Così se
Stati Uniti,
Brasile,
Australia,
Singapore e
Cina sono inaccessibili (tranne pochi, rari casi), il Giappone qualche chance la offre, ma a condizioni rigide: tampone prima della partenza, tampone allo sbarco e poi due settimane di quarantena.
In questo periodo l’indicazione è una sola: non spostarsi. Ma per chi deve per forza viaggiare all’estero questi sono i requisiti, tra tamponi e quarantene
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