La fine di un'era: in consegna l'ultimo 747 prodotto


Dancrane

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Oggi ci sarà la consegna dell'ultimo 747 (versione 8, cargo ad Atlas Air). Si chiude l'era della Regina dei Cieli. Nel comunicato di Boeing il link per la diretta web

 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
"Simbolo del boom economico in Italia" ?!?!?!?!?
Mah...per ora vedo solo una foto di un modello che MAI ha volato nei colori Alitalia...

https://www.ilmessaggero.it/blog/mi...ne_simbolo_boom_economico_italia-7214353.html

Da Everett, nei sobborghi di Seattle nello stato di Washington, è uscito l’ultimo esemplare del mitico Boeing 747. Si chiude la pagina forse più gloriosa dell’aviazione civile. Un capitolo strategico per l’umanità che ha vissuto una fase di profonda accelerazione quando la “Regina dei Cieli” comparve sulla scena. Erano gli albori degli anni Settanta. Da allora, in cielo e in terra, nulla è più stato come prima. Nei decenni successivi, dalle sponde del Pacifico, centinaia di “navi volanti” presero il volo verso ogni latitudine, stravolgendo il volto di tutti vecchi aeroporti. In totale sono state realizzate 1.574 unità in 53 anni di produzione. Fu una rivoluzione per la mobilità fra le nuvole. Un modo di accorciare le distanze del pianeta, democratizzando i trasporti. L’anticamera della globalizzazione. Il “Jumbo” non solo era in grado di ospitare più persone, aveva anche un costo per passeggero fino allora inarrivabile e poteva coprire distanze transoceaniche. Facendo abbracciare un continente all’altro.

Era grande quasi il triplo degli aerei a lungo raggio all’epoca in circolazione. Una belva docile docile, in grado di trasportare oltre 400 persone a più di 13 mila metri di altitudine, sfrecciando sopra i mille chilometri orari. Aveva il doppio corridoio e, addirittura, due piani. Il 707 e il DC8, in un lampo, si ritrovarono vetusti. Il “gigante dei cieli” ha cambiato le abitudini planetarie. è però particolarmente legato al percorso del nostro paese con cui ha avuto un feeling quasi unico. Nella Penisola era il periodo del boom economico. Il Belpaese scalava le vette più ambite ed adottò l’eccellenza tecnologica di quella meraviglia dell’ingegneria come testimonial per portare a spasso la magia e la creatività made in Italy. Il tricolore della Compagnia di Bandiera viveva la stagione più fulgida e accompagnava i Jumbo verso destinazioni che ora potrebbero sembrare un miraggio. La Regina dei Cieli con il profumo italico faceva bella mostra sulle piste di Tokyo e Sydney, Buenos Aires e Los Angeles, Città del Capo e Caracas, Miami ed Hong Kong. Riempiendo d’orgoglio il cuore dei nostri concittadini “globetrotter” con un’atmosfera di casa.

Il 747 iniziò il suo iter progettuale a metà anni Sessanta, sfruttando studi militari e la spinta della Pan Am, la compagnia simbolo degli States che per prima lo ordinò e che ebbe l’onore di effettuare il volo inaugurale. Un’icona tristemente fallita solo vent’anni dopo. Il primo Jumbo, sviluppato sotto la supervisione di Joe Sutter, lasciò l’hangar appositamente costruito (che era l’edificio più grande del mondo) il 30 settembre del 1968 per fare la prima apparizione in pubblico con la cerimonia del “roll out”. Il gigantesco puzzle di oltre sei milioni di pezzi aveva l’ambizione di volare. Il 9 febbraio dell’anno successivo, sei mesi prima che Neil Armstrong poggiasse il piede sulla Luna, i folli collaudatori Jack Waddell e Brien Wygle fecero staccare dal suolo i carrelli all’aeromobile. Incredibile ma vero, il palazzo di sei piani volava. Ed era anche insospettabilmente agile. In quei mesi l’Italia non certo stava a guardare. Il presidente di Alitalia Bruno Velani non era più nella pelle perché nell’anno del primo volo passeggeri il 747 sarebbe atterrato anche a Fiumicino.
 

BrunoFLR

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"Simbolo del boom economico in Italia" ?!?!?!?!?
Mah...per ora vedo solo una foto di un modello che MAI ha volato nei colori Alitalia...

https://www.ilmessaggero.it/blog/mi...ne_simbolo_boom_economico_italia-7214353.html

Da Everett, nei sobborghi di Seattle nello stato di Washington, è uscito l’ultimo esemplare del mitico Boeing 747. Si chiude la pagina forse più gloriosa dell’aviazione civile. Un capitolo strategico per l’umanità che ha vissuto una fase di profonda accelerazione quando la “Regina dei Cieli” comparve sulla scena. Erano gli albori degli anni Settanta. Da allora, in cielo e in terra, nulla è più stato come prima. Nei decenni successivi, dalle sponde del Pacifico, centinaia di “navi volanti” presero il volo verso ogni latitudine, stravolgendo il volto di tutti vecchi aeroporti. In totale sono state realizzate 1.574 unità in 53 anni di produzione. Fu una rivoluzione per la mobilità fra le nuvole. Un modo di accorciare le distanze del pianeta, democratizzando i trasporti. L’anticamera della globalizzazione. Il “Jumbo” non solo era in grado di ospitare più persone, aveva anche un costo per passeggero fino allora inarrivabile e poteva coprire distanze transoceaniche. Facendo abbracciare un continente all’altro.

Era grande quasi il triplo degli aerei a lungo raggio all’epoca in circolazione. Una belva docile docile, in grado di trasportare oltre 400 persone a più di 13 mila metri di altitudine, sfrecciando sopra i mille chilometri orari. Aveva il doppio corridoio e, addirittura, due piani. Il 707 e il DC8, in un lampo, si ritrovarono vetusti. Il “gigante dei cieli” ha cambiato le abitudini planetarie. è però particolarmente legato al percorso del nostro paese con cui ha avuto un feeling quasi unico. Nella Penisola era il periodo del boom economico. Il Belpaese scalava le vette più ambite ed adottò l’eccellenza tecnologica di quella meraviglia dell’ingegneria come testimonial per portare a spasso la magia e la creatività made in Italy. Il tricolore della Compagnia di Bandiera viveva la stagione più fulgida e accompagnava i Jumbo verso destinazioni che ora potrebbero sembrare un miraggio. La Regina dei Cieli con il profumo italico faceva bella mostra sulle piste di Tokyo e Sydney, Buenos Aires e Los Angeles, Città del Capo e Caracas, Miami ed Hong Kong. Riempiendo d’orgoglio il cuore dei nostri concittadini “globetrotter” con un’atmosfera di casa.

Il 747 iniziò il suo iter progettuale a metà anni Sessanta, sfruttando studi militari e la spinta della Pan Am, la compagnia simbolo degli States che per prima lo ordinò e che ebbe l’onore di effettuare il volo inaugurale. Un’icona tristemente fallita solo vent’anni dopo. Il primo Jumbo, sviluppato sotto la supervisione di Joe Sutter, lasciò l’hangar appositamente costruito (che era l’edificio più grande del mondo) il 30 settembre del 1968 per fare la prima apparizione in pubblico con la cerimonia del “roll out”. Il gigantesco puzzle di oltre sei milioni di pezzi aveva l’ambizione di volare. Il 9 febbraio dell’anno successivo, sei mesi prima che Neil Armstrong poggiasse il piede sulla Luna, i folli collaudatori Jack Waddell e Brien Wygle fecero staccare dal suolo i carrelli all’aeromobile. Incredibile ma vero, il palazzo di sei piani volava. Ed era anche insospettabilmente agile. In quei mesi l’Italia non certo stava a guardare. Il presidente di Alitalia Bruno Velani non era più nella pelle perché nell’anno del primo volo passeggeri il 747 sarebbe atterrato anche a Fiumicino.
Potenza del fotoshoppe.
Lo hanno fatto avanzatempo quelli di Aviaroma.

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Berlin

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Berlin
Quello era il rendering ufficiale di quando Alitalia aveva ordinato 5 esemplari della serie -400, ai tempi dell´alleanza con KLM.
Poi cancellati quando erano giá in produzione e se li é presi Virgin Atlantic che per diversi anni ha volato con alcuni B747-443.
Quindi, almeno tecnicamente, sono esistiti dei 747-400 di Alitalia :)
 

Paolo_61

Socio AIAC
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"Simbolo del boom economico in Italia" ?!?!?!?!?
Mah...per ora vedo solo una foto di un modello che MAI ha volato nei colori Alitalia...

https://www.ilmessaggero.it/blog/mi...ne_simbolo_boom_economico_italia-7214353.html

Da Everett, nei sobborghi di Seattle nello stato di Washington, è uscito l’ultimo esemplare del mitico Boeing 747. Si chiude la pagina forse più gloriosa dell’aviazione civile. Un capitolo strategico per l’umanità che ha vissuto una fase di profonda accelerazione quando la “Regina dei Cieli” comparve sulla scena. Erano gli albori degli anni Settanta. Da allora, in cielo e in terra, nulla è più stato come prima. Nei decenni successivi, dalle sponde del Pacifico, centinaia di “navi volanti” presero il volo verso ogni latitudine, stravolgendo il volto di tutti vecchi aeroporti. In totale sono state realizzate 1.574 unità in 53 anni di produzione. Fu una rivoluzione per la mobilità fra le nuvole. Un modo di accorciare le distanze del pianeta, democratizzando i trasporti. L’anticamera della globalizzazione. Il “Jumbo” non solo era in grado di ospitare più persone, aveva anche un costo per passeggero fino allora inarrivabile e poteva coprire distanze transoceaniche. Facendo abbracciare un continente all’altro.

Era grande quasi il triplo degli aerei a lungo raggio all’epoca in circolazione. Una belva docile docile, in grado di trasportare oltre 400 persone a più di 13 mila metri di altitudine, sfrecciando sopra i mille chilometri orari. Aveva il doppio corridoio e, addirittura, due piani. Il 707 e il DC8, in un lampo, si ritrovarono vetusti. Il “gigante dei cieli” ha cambiato le abitudini planetarie. è però particolarmente legato al percorso del nostro paese con cui ha avuto un feeling quasi unico. Nella Penisola era il periodo del boom economico. Il Belpaese scalava le vette più ambite ed adottò l’eccellenza tecnologica di quella meraviglia dell’ingegneria come testimonial per portare a spasso la magia e la creatività made in Italy. Il tricolore della Compagnia di Bandiera viveva la stagione più fulgida e accompagnava i Jumbo verso destinazioni che ora potrebbero sembrare un miraggio. La Regina dei Cieli con il profumo italico faceva bella mostra sulle piste di Tokyo e Sydney, Buenos Aires e Los Angeles, Città del Capo e Caracas, Miami ed Hong Kong. Riempiendo d’orgoglio il cuore dei nostri concittadini “globetrotter” con un’atmosfera di casa.

Il 747 iniziò il suo iter progettuale a metà anni Sessanta, sfruttando studi militari e la spinta della Pan Am, la compagnia simbolo degli States che per prima lo ordinò e che ebbe l’onore di effettuare il volo inaugurale. Un’icona tristemente fallita solo vent’anni dopo. Il primo Jumbo, sviluppato sotto la supervisione di Joe Sutter, lasciò l’hangar appositamente costruito (che era l’edificio più grande del mondo) il 30 settembre del 1968 per fare la prima apparizione in pubblico con la cerimonia del “roll out”. Il gigantesco puzzle di oltre sei milioni di pezzi aveva l’ambizione di volare. Il 9 febbraio dell’anno successivo, sei mesi prima che Neil Armstrong poggiasse il piede sulla Luna, i folli collaudatori Jack Waddell e Brien Wygle fecero staccare dal suolo i carrelli all’aeromobile. Incredibile ma vero, il palazzo di sei piani volava. Ed era anche insospettabilmente agile. In quei mesi l’Italia non certo stava a guardare. Il presidente di Alitalia Bruno Velani non era più nella pelle perché nell’anno del primo volo passeggeri il 747 sarebbe atterrato anche a Fiumicino.
Il boom economico era ampiamente finito, negli anni '70 l'inflazione in Italia viaggiava a due cifre con un picco del 20% nel 1980.