Decolla la nuova Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares


A345

Socio AIAC
Utente Registrato
15 Novembre 2007
2,322
441
Piacenza, Emilia Romagna.
Non sono i 3Miliardi che spaventano (che come detto più volte qui sul forum potrebbero essere tranquillamente buttati nel cesso come fatto fin’ora), ma la chiara richiesta degli amministratori di AZ di cambiare le regole del gioco per eliminare le asimmetrie proprie del sistema Italiano.
Per asimmetrie intendi regalare soldi a uffa a una sola compagnia aerea, o regalarle la CT per regio decreto senza bando di gara?
Eh si, hanno ragione, ste "asimmetrie" sono un bel problema per Alitalia.
 

Betha23

Utente Registrato
22 Settembre 2015
1,998
119
Certo che sì quando e se posso. Mica mi sono offeso. Ognuno ha le proprie idee e se sono espresse educatamente io le rispetto. Il confronto se fatto con educazione ed a pari condizioni è la forma più alta di democrazia e di crescita individuale. E nessuno degli altri forumisti è mai venuto meno a questo dogma. Purtroppo quando si scrive non si può manifestare la espressione del viso. E nel mio (e credo anche in quella degli altri) c’era tutt’altro che odio. Solo la giusta passione per le proprie idee. Da esporre. Non da imporre.
Grazie. Avevo letto un “passo e chiudo” preoccupante :very_drunk:
 

Flyflyfly

Utente Registrato
19 Agosto 2015
339
11
Ad ascoltare il discorso di ieri della De Micheli sembra proprio che vogliano far la guerra alle lowcost con Az. Ha ribadito come siano state solo le Italiane a recuperare gli Italiani in giro, ma io penso: i piccoli aeroporti che az non servira’ saranno destinati a fallire? Tutti i dipendenti ITALIANI delle low cost a cui il governo viole far la guerra, che rischiano il lavoro, verranno poi fatti assorbire dal governo in Az?
Ovviamente so che non sara’ cosi, ma non si deve pensare solo ad Az per tante cose. Questa collaborazione a me piace.
 

Qantaslink

Utente Registrato
22 Giugno 2009
2,336
397
Cittadino del mondo
Alitalia: stretta su Ryanair e low cost per salvarla

20 Maggio 2020, 8:25 | di FIRSTonline | 0



Oltre a destinare 3,35 miliardi (più che alla Sanità) per tenere in piedi Alitalia, il Governo imporrà alle compagnie straniere low cost di applicare i minimi salariali come nei contratti di lavoro italiani – Restrizioni anche negli aeroporti






Alitalia: stretta su Ryanair e low cost per salvarla


Per salvare Alitalia, il governo ha messo a punto una doppia strategia, che si dispiega sul piano finanziario ma anche su quello commerciale e industriale.
Innanzitutto, la liquidità. Il decreto Rilancio e il Cura Italia hanno stanziato per l’ex compagnia di bandiera una cifra siderale: 3 miliardi e 350 milioni di euro, ossia 100 milioni più di quanto previsto per la sanità.
In secondo luogo, per proteggere questo investimento, il governo prepara un piano anti-low-cost. L’obiettivo è ridurre il dominio di compagnie come Ryanair, EasyJet e Vueling, che con la loro politica dei prezzi bassi spingono Alitalia fuori mercato.
Il primo intervento in questa direzione sarà obbligare tutte le compagnie aeree attive in Italia a pagare i dipendenti applicando almeno le retribuzioni minime stabilite dal contratto nazionale del settore. Chi non si adeguerà entro tre mesi, rischierà la “revoca delle concessioni, autorizzazioni e certificazioni”, si legge nel decreto Rilancio. Inoltre, per ogni dipendente pagato meno del dovuto, il datore di lavoro potrà ricevere una sanzione da 5 mila a 15 mila euro.
Altre misure volte a limitare lo strapotere delle low cost arriveranno con il decreto Semplificazioni, che conterrà il taglio delle tariffe aeroportuali e imporrà a chi gestisce gli scali di affidare attraverso gare pubbliche gli incentivi e i contributi oggi negoziati direttamente con le compagnie, quasi sempre low cost.
Nel complesso, queste misure avranno ripercussioni positive sul versante occupazionale, perché salveranno migliaia di posti di lavoro in Alitalia e ridurranno il dumping salariale delle compagnie low cost, assicurando a molti dipendenti retribuzioni più dignitose.
D’altra parte, il costo sarà alto non solo per i contribuenti italiani – che pagheranno una cifra monstre per l’ennesimo salvataggio di Alitalia – ma anche per i consumatori, che vedranno aumentare i prezzi dei biglietti.

Finanziamento per il rilancio attuale (ma non l'ultimo) con doppia fregatura dei contribuenti, di finaziare una perdente e far aumentare i prezzi dei biglietti
 
Ultima modifica:

OneShot

Utente Registrato
31 Dicembre 2015
3,677
2,640
Paris
Foto di repertorio? Facciamo reperto storico quasi nostalgico con un BaC 1-11 di Ryanair. Potevano mettere la foto b/n di un SM 79 dell'ala littoria affiancato ad un Super Constellation di TWA.
 
  • Like
Reactions: londonfog

njko98

Utente Registrato
25 Aprile 2016
748
436
Roma
Nel complesso, queste misure avranno ripercussioni positive sul versante occupazionale, perché salveranno migliaia di posti di lavoro in Alitalia e ridurranno il dumping salariale delle compagnie low cost, assicurando a molti dipendenti retribuzioni più dignitose.
Ryanair sta già licenziando 3000 persone, ci sta proponendo di ridurci leggermente il contratto per evitare ulteriori licenziamenti e secondo questo articolo i posti di lavoro solo salvaguardati.
Ma levateje er vino..
 

masdip

Utente Registrato
16 Luglio 2007
94
13
.
Alitalia: stretta su Ryanair e low cost per salvarla

20 Maggio 2020, 8:25 | di FIRSTonline | 0



Oltre a destinare 3,35 miliardi (più che alla Sanità) per tenere in piedi Alitalia, il Governo imporrà alle compagnie straniere low cost di applicare i minimi salariali come nei contratti di lavoro italiani – Restrizioni anche negli aeroporti






Alitalia: stretta su Ryanair e low cost per salvarla


Per salvare Alitalia, il governo ha messo a punto una doppia strategia, che si dispiega sul piano finanziario ma anche su quello commerciale e industriale.
Innanzitutto, la liquidità. Il decreto Rilancio e il Cura Italia hanno stanziato per l’ex compagnia di bandiera una cifra siderale: 3 miliardi e 350 milioni di euro, ossia 100 milioni più di quanto previsto per la sanità.
In secondo luogo, per proteggere questo investimento, il governo prepara un piano anti-low-cost. L’obiettivo è ridurre il dominio di compagnie come Ryanair, EasyJet e Vueling, che con la loro politica dei prezzi bassi spingono Alitalia fuori mercato.
Il primo intervento in questa direzione sarà obbligare tutte le compagnie aeree attive in Italia a pagare i dipendenti applicando almeno le retribuzioni minime stabilite dal contratto nazionale del settore. Chi non si adeguerà entro tre mesi, rischierà la “revoca delle concessioni, autorizzazioni e certificazioni”, si legge nel decreto Rilancio. Inoltre, per ogni dipendente pagato meno del dovuto, il datore di lavoro potrà ricevere una sanzione da 5 mila a 15 mila euro.
Altre misure volte a limitare lo strapotere delle low cost arriveranno con il decreto Semplificazioni, che conterrà il taglio delle tariffe aeroportuali e imporrà a chi gestisce gli scali di affidare attraverso gare pubbliche gli incentivi e i contributi oggi negoziati direttamente con le compagnie, quasi sempre low cost.
Nel complesso, queste misure avranno ripercussioni positive sul versante occupazionale, perché salveranno migliaia di posti di lavoro in Alitalia e ridurranno il dumping salariale delle compagnie low cost, assicurando a molti dipendenti retribuzioni più dignitose.
D’altra parte, il costo sarà alto non solo per i contribuenti italiani – che pagheranno una cifra monstre per l’ennesimo salvataggio di Alitalia – ma anche per i consumatori, che vedranno aumentare i prezzi dei biglietti.

Finanziamento per il rilancio attuale (ma non l'ultimo) con doppia fregatura dei contribuenti, di finaziare una perdente e far aumentare i prezzi dei biglietti
Fossi nell'Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares comunicherei al governo, che tutte le compagnie aeree che ne fanno parte, hanno deciso di andarsene dall'Italia e di cancellare tutti i voli aerei ( sia domestici che internazionali) con effetto immediato in modo che capiscano lo scempio che stanno facendo sia per salvare un'unica compagnia che già non era profittevole prima del COVID-19 sia per le altre misure che intendono adottare. Se veramente le compagnie low fares decidessero di abbandonare il mercato italiano ci troveremo di fronte a una tragedia per tutta l'economia italia, soprattutto per l'aviazione e il turismo, che porterebbe alla perdita di moltissimi posti di lavoro, la mia ovviamente è una provocazione...

Per gli altri punti citati nell'articolo :

Taglio tariffe aeroportuali:

1. durante il 2020 gli aeroporti non hanno quasi fatto investimenti quindi di conseguenza le tariffe già si ridurranno nel 2021 per le logiche del Contratto di Programma.
2. Per ridurre le tariffe aeroportuali basterebbe applicare semplicemente il principio del single till e quindi considerare, come sarebbe logico, anche le non aeronautical revenues per la determinazione delle tariffe aeroportuali, invece oggi vengono considerate solo le aeronautical revenue per la costruzione delle tariffe aeroportuali che permettono di far fare ai gestori aeroportuali utili stratosferici, abbondantemente sopra la media di qualsiasi altra industria, ovviamente al netto di un paio di aeroporti a gestione pubblica che sono in perdita.
L'applicazione del dual till, quindi di includere nella tariffe aeroportuali solo le aeronautical revenues, crea una chiara distorsione del mercato.
Gli aeroporti beneficiano delle non-aeronautical revenues solo perché ci sono i passeggeri portati dalle compagnie aeree, per il bene del trasporto aereo quelle revenues dovrebbero essere calcolate nella costruzione tariffaria per il beneficio di tutti :aeroporti, compagnie aeree e consumatori.

Incentivi:

1. A riguardo ci sono già delle linee guida da parte dell'Unione Europea circa le incentivazioni alle compagnie aeree che possono essere date se vi è il superamento del MEO (Market Economic Operator principles) test quindi di cosa stiamo parlando.
2. Spiegatemi perché un aeroporto privato o a maggiorazione privata non dovrebbe offrire incentivazioni se ha un ritorno sull'investimento. Nel caso fossero approvate le idee del governo si stravolgerebbero tutte le logiche di mercato che forse, comunque, sono state già state stravolte dall'ennesimo salvataggio pubblico di Alitalia . I bandi vengono già effettuati e devono essere fatti quando non si supera il MEO test oppure quando i soldi sono erogati direttamente dalle regioni.
 

rr41

Utente Registrato
6 Febbraio 2012
318
26
Fossi nell'Associazione Italiana Compagnie Aeree Low Fares comunicherei al governo, che tutte le compagnie aeree che ne fanno parte, hanno deciso di andarsene dall'Italia e di cancellare tutti i voli aerei ( sia domestici che internazionali) con effetto immediato in modo che capiscano lo scempio che stanno facendo sia per salvare un'unica compagnia che già non era profittevole prima del COVID-19 sia per le altre misure che intendono adottare. Se veramente le compagnie low fares decidessero di abbandonare il mercato italiano ci troveremo di fronte a una tragedia per tutta l'economia italia, soprattutto per l'aviazione e il turismo, che porterebbe alla perdita di moltissimi posti di lavoro, la mia ovviamente è una provocazione...

Per gli altri punti citati nell'articolo :

Taglio tariffe aeroportuali:

1. durante il 2020 gli aeroporti non hanno quasi fatto investimenti quindi di conseguenza le tariffe già si ridurranno nel 2021 per le logiche del Contratto di Programma.
2. Per ridurre le tariffe aeroportuali basterebbe applicare semplicemente il principio del single till e quindi considerare, come sarebbe logico, anche le non aeronautical revenues per la determinazione delle tariffe aeroportuali, invece oggi vengono considerate solo le aeronautical revenue per la costruzione delle tariffe aeroportuali che permettono di far fare ai gestori aeroportuali utili stratosferici, abbondantemente sopra la media di qualsiasi altra industria, ovviamente al netto di un paio di aeroporti a gestione pubblica che sono in perdita.
L'applicazione del dual till, quindi di includere nella tariffe aeroportuali solo le aeronautical revenues, crea una chiara distorsione del mercato.
Gli aeroporti beneficiano delle non-aeronautical revenues solo perché ci sono i passeggeri portati dalle compagnie aeree, per il bene del trasporto aereo quelle revenues dovrebbero essere calcolate nella costruzione tariffaria per il beneficio di tutti :aeroporti, compagnie aeree e consumatori.

Incentivi:

1. A riguardo ci sono già delle linee guida da parte dell'Unione Europea circa le incentivazioni alle compagnie aeree che possono essere date se vi è il superamento del MEO (Market Economic Operator principles) test quindi di cosa stiamo parlando.
2. Spiegatemi perché un aeroporto privato o a maggiorazione privata non dovrebbe offrire incentivazioni se ha un ritorno sull'investimento. Nel caso fossero approvate le idee del governo si stravolgerebbero tutte le logiche di mercato che forse, comunque, sono state già state stravolte dall'ennesimo salvataggio pubblico di Alitalia . I bandi vengono già effettuati e devono essere fatti quando non si supera il MEO test oppure quando i soldi sono erogati direttamente dalle regioni.
Ci vuole ben poco a regolamentare il settore se si vuole
1 tariffe aeroportuali uguali per tutti senza possibilità di sconti ad personam
2. contributi concedibili solo dopo gara pubblica e solo da parte di aeroporti con bilancio in attivo, divieto assoluto per quelli in perdita o sovvenzionati dallo stato, dalle regioni o da altri enti pubblici
 
  • Like
Reactions: Roland and stoner

Cesare.Caldi

Utente Registrato
14 Novembre 2005
36,521
1,221
N/D
Decreto Rilancio, la norma che rischia di cancellare Ryanair in Italia: «Stop al dumping salariale»

E’una vecchia battaglia che riemerge carsica ogni volta che si parla del modello Ryanair. Un modello fatto di contratti di lavoro in somministrazione di piloti e hostess che passa attraverso società terze che triangolano su Paesi a bassa o nulla imposizione fiscale, come Malta e Irlanda. Uno schema che prevede come solo il 30% dei piloti (e di hostess e stewart) sia assunto direttamente da Ryanair. Il restante 70% transita da società di somministrazione che negli ultimi anni si sono chiamati Brookflield, Storm Aviation e Dorato Aviation (per le hostess le selezioni le conduce generalmente un’altra società: la CrewLink).

Ecco ora una norma del Decreto Rilancio — supportata dai sindacati spesso fieramente osteggiati da Ryanair tanto da essere accusata negli anni di non consentire un’adeguata rappresentanza sindacale al proprio interno — impone che tutti i lavoratori delle compagnie aeree e delle imprese del trasporto aereo che operano e impiegano personale in Italia dovranno avere un trattamento retributivo non inferiore a quello minimo stabilito dal Contratto collettivo nazionale di settore. Si tratta di una norma suggerita dai confederali che si battono da tempo contro il dumping salariale. Un dispositivo di legge che prevede anche un sistema sanzionatorio, con la possibilità di revocare le concessioni e multe per chi non adempie agli obblighi.

La norma riguarda i vettori aerei e le imprese che operano e impiegano personale sul territorio italiano e che sono assoggettate a concessioni, autorizzazioni e certificazioni previste dalla normativa Easa o dalla normativa nazionale nonché alla vigilanza dell’Enac. La norma si applica anche al personale dipendente di terzi ed utilizzato per lo svolgimento delle proprie attività dai vettori aerei e dalle imprese operanti in Italia. L’articolo prevede che, entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto, i vettori e le imprese interessate comunichino all’Enac di aver ottemperato agli obblighi, «a pena di revoca delle concessioni, autorizzazioni e certificazioni rilasciate dall’autorità amministrativa italiana». In caso di concessioni, autorizzazioni e certificazioni non rilasciate dall’autorità amministrativa italiana, la violazione di questi obblighi comporta l’applicazione da parte dell’Enac di una sanzione amministrativa da un minimo di 5 mila euro ad un massimo di 15 mila per ciascuna unità di personale impiegata sul territorio italiano.

E’ chiaro che ciò potrebbe comportare il declino dell’aeroporto di Orio al Serio, hub di riferimento per Ryanair in Italia, con la scuola di addestramento piloti annessa. Uno scalo già piegato dal crollo del traffico che impatterà sul modello lowcost anche in questa seconda fase di ripartenza dalla pandemia per le misure anti-assembramento che buttano già il load factor, il tasso di riempimento, della compagnia irlandese. Favorendo indirettamente Alitalia appena supportata con altro capitale per 3 miliardi di euro e in amministrazione straordinaria da 3 anni.

 

leerit

Utente Registrato
3 Settembre 2019
1,408
359
Roma, 17 giu. (askanews) - Nessuna competizione con la nuova Alitalia per le compagnie low cost. Un mercato aereo in grado di ripartire dopo l'emergenza Covid19 con regole, anche contrattuali, uguali per tutti per favorire la libera concorrenza e gli investimenti nel nostro Paese, e un nuovo piano nazionale aeroporti che porti alla garanzia di collegamenti efficienti in tutta la penisola. Sono alcuni dei concetti affermati dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli nel corso dell'incontro in video conferenza con i rappresentanti delle compagnie aeree low fares operanti in Italia, riunite nella nuova associazione Aicalf: Ryanair, Vueling, Volotea, Easyjet, Norwegian e Blueair.

Il ministro ha ricordato le azioni adottate dal Governo per far fronte all'emergenza sanitaria anche nel settore aereo, in particolare per il rimpatrio dei connazionali, e le linee guida sulla sicurezza dei passeggeri, e ha illustrato le ragioni della scelta di costituire una nuova societ pubblica per Alitalia, segnata da una forte discontinuit col passato.

"Conosco bene i numeri e il ruolo delle vostre compagnie - ha spiegato - e quanto abbiano aiutato la crescita del turismo nel nostro Paese attraverso importanti investimenti, conosco altres quante siano le risorse che avete legittimamente ottenuto dalle Regioni e dalle societ aeroportuali nel corso degli anni. La strategia industriale che abbiamo elaborato nelle linee guida per la nuova Alitalia non si sovrappone alla vostra perch la nuova compagnia pubblica giocher in un campo internazionale, senza entrare in competizione con le low fares".

Il ministro ha evidenziato che nessuna delle misure di sostegno al settore aereo nazionale inserite nel Decreto Rilancio sia stata pensata per danneggiare il mondo "low cost". ''Nessuna norma vuole limitare la sana concorrenza tra compagnie di cui beneficiano i cittadini, ma solo garantire regole e condizioni uguali per tutti. Abbiamo stanziato risorse - ha ricordato - a compensazione di perdite per il lockdown e rimpatri dei nostri connazionali, del mantenimento della continuit territoriale e delle conseguenze dell'adozione di norme di sicurezza e distanziamento sociale molto severe solo in Italia".

"L'introduzione dell'obbligo di adeguamento ai minimi retributivi del contratto nazionale del settore - ha aggiunto - non una norma che abbiamo immaginato contro le low fares, ma a favore dei lavoratori, a fronte di una condizione di reddito e di lavoro che complessivamente peggiorata a causa della crisi".

Infine la De Micheli ha invitato i rappresentanti delle compagnie a partecipare al tavolo per la definizione del nuovo piano nazionale aeroporti.

"Insieme alle Regioni e alle societ aeroportuali lavoriamo - ha concluso - per garantire collegamenti efficienti in tutto il Paese, anche attraverso l'adeguamento strutturale dei nostri scali. L'altro passaggio fondamentale la definizione di un nuovo modello di norme che ci renda un mercato pienamente regolato, dove ognuno possa giocare il suo ruolo a parit di condizioni, e ci permetta di rilanciare gli investimenti".
 

belumosi

Socio AIAC
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
14,870
3,009
con regole, anche contrattuali, uguali per tutti per favorire la libera concorrenza
Ottimo! Quanti miliardi sono stati stanziati per i concorrenti di AZ in nome delle regole uguali per tutti per favorire la libera concorrenza?
 

londonfog

Moderatore
Utente Registrato
8 Luglio 2012
9,764
1,761
Londra
Wizzair ha aperto una base a MXP, secondo voi quando entrera' nell'associazione delle low cost?
 

Farfallina

Utente Registrato
23 Marzo 2009
16,302
1,293
Ci vuole ben poco a regolamentare il settore se si vuole
1 tariffe aeroportuali uguali per tutti senza possibilità di sconti ad personam
2. contributi concedibili solo dopo gara pubblica e solo da parte di aeroporti con bilancio in attivo, divieto assoluto per quelli in perdita o sovvenzionati dallo stato, dalle regioni o da altri enti pubblici
Non vorrai mica diventare mica il nemico della neonata associazione... ed essere accusato di essere fiancheggiatore degli altri...
Ognuno giustamente cerca di fare i suoi interessi che ovviamente sono divergenti, fa sorridere come chiunque lo faccia per il prossimo e non per il proprio interesse.
 

leerit

Utente Registrato
3 Settembre 2019
1,408
359
“Il futuro del nostro settore è sempre più buio”. Richieste di faccia a faccia con il governo costantemente “ignorate”. Matteo Castioni, presidente dell’Associazione italiana compagnie aeree low fares (Aicalf) si rammarica una volta di più su come “Governo e Parlamento abbiano totalmente trascurato le richieste di Aicalf senza comprendere che le conseguenze delle norme approvate si ripercuoteranno prima di tutto sulla libertà di movimento dei cittadini e sull’economia dei territori finora serviti dalle compagnie low cost”.


L’associazione – che rappresenta Blue Air, easyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling, compagnie che rappresentano oltre il 50% del traffico aereo italiano di corto raggio, nonché una parte significativa del traffico a lungo raggio – è tornata sui rischi per il settore del trasporto aereo e di tutte le filiere che lo circondano all’indomani dell’approvazione in Senato in via definitiva del Decreto Rilancio.


“Siamo stupiti di come le proposte da parte di un’associazione come la nostra, che rappresenta vettori aerei che permettono ogni anno a circa 75 milioni di passeggeri di viaggiare in Italia, e le richieste di incontro con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti siano state del tutto ignorate. Nonostante vediamo davanti a noi un periodo davvero buio, continuiamo a sperare di poter essere ascoltati al più presto dalla ministra Paola De Micheli. Il nostro obiettivo è dialogare in modo costruttivo per sciogliere i nodi che non permettono al settore aereo di essere protagonista in questa fase di rilancio del Paese prima che sia troppo tardi, e dare risposte certe sia agli operatori sia ai passeggeri”.

 
U

Utente cancellato 177252

Guest

Qualcuno spieghi al ministero e senatrice Lupo che easy-ryanair hanno contratti nazionali ben superiori al ccnl da fame e qualsiasi sforzo in questa direzione e' fatica sprecata, qualche contractor esiste sicuramente ancora ma non in quelle percentuali. Wizzair e' appena arrivata e si adeguera se gia non lo ha fatto.
 
  • Like
Reactions: 777Aeromexico

belumosi

Socio AIAC
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
14,870
3,009
Qualcuno spieghi al ministero e senatrice Lupo che easy-ryanair hanno contratti nazionali ben superiori al ccnl da fame e qualsiasi sforzo in questa direzione e' fatica sprecata, qualche contractor esiste sicuramente ancora ma non in quelle percentuali. Wizzair e' appena arrivata e si adeguera se gia non lo ha fatto.
Purtroppo è stata presa la decisione politica (all’unanimità) che AZ deve tornare ad essere la compagnia di riferimento italiana. La valenza strategica che le si vuole attribuire ad ogni costo, sembra giustificare qualsiasi boicottaggio ai danni della concorrenza. Che agli occhi dell'establishment politico-sindacale, non è altro che un problema da arginare in ogni modo.
Negli ultimi anni, anche grazie alla pochezza di AZ, il mercato italiano è stato invaso dalle LC, che grazie alla loro efficienza, hanno permesso un grande sviluppo nei collegamenti interni ed europei, con vantaggi economici enormi per il paese.
Il fatto che questo successo sia stato in larga misura al di fuori del controllo politico diretto di partiti e sindacati, è stato visto da questi ultimi come fumo negli occhi, come un'anomalia da sanare rispetto alla “loro” normalità, costituita della regina AZ e di qualche nanetto, dove praticamente tutto deve passare dal consenso della casta.
E questo pensiero opportunista e degradato è sempre più forte in quanto è condiviso praticamente da tutti i decisori. Il cui fine ultimo, è esclusivamente il potere. Senza riguardo al prezzo che il paese dovrà pagare.
 
U

Utente cancellato 177252

Guest
Purtroppo è stata presa la decisione politica (all’unanimità) che AZ deve tornare ad essere la compagnia di riferimento italiana. La valenza strategica che le si vuole attribuire ad ogni costo, sembra giustificare qualsiasi boicottaggio ai danni della concorrenza. Che agli occhi dell'establishment politico-sindacale, non è altro che un problema da arginare in ogni modo.
Negli ultimi anni, anche grazie alla pochezza di AZ, il mercato italiano è stato invaso dalle LC, che grazie alla loro efficienza, hanno permesso un grande sviluppo nei collegamenti interni ed europei, con vantaggi economici enormi per il paese.
Il fatto che questo successo sia stato in larga misura al di fuori del controllo politico diretto di partiti e sindacati, è stato visto da questi ultimi come fumo negli occhi, come un'anomalia da sanare rispetto alla “loro” normalità, costituita della regina AZ e di qualche nanetto, dove praticamente tutto deve passare dal consenso della casta.
E questo pensiero opportunista e degradato è sempre più forte in quanto è condiviso praticamente da tutti i decisori. Il cui fine ultimo, è esclusivamente il potere. Senza riguardo al prezzo che il paese dovrà pagare.
La situazione di alitalia è sempre piu drammatica senza covid (ce lo diciamo da anni oramai ) e a questo governo non è venuto in mente altro nome che una ex assistente di volo con zero esperienza manageriale del settore per guidare il rilancio non solo di alitalia ma del settore aeronautico civile italiano, il cui unico tarlo è eliminare le low cost che pagano poco il personale mentre propone un contratto nazionale peggiorativo e monopolizzare le rotte in italia con le continuita territoriali? Siamo impazziti? Non ho niente di personale con la signora ma e' un dato di fatto. Cosa sta facendo alitalia con l'handling di linate? Dumping contrattuale del peggior stile convinti di risolvere i loro problemi di costi. Ma dove stiamo andando senza che alcuno metta un freno alla disfatta di questo Paese?
 
Ultima modifica da un moderatore: