Coronavirus: riflessi sul mondo dell’aviazione


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leerit

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P.S. Ricordo le condizioni che vennero imposte dall'allora commissario Neil Kinnock ad Alitalia per aiuti di stato che poi vennero ritenuti non tali a posteriori. Tali limitazioni (sviluppo del 2,2% massimo consentito dell'attivita' per un periodo fino a 3 anni, phase out della flotta A300, liberazione di diversi slot a Milano e Fiumicino ) ebbero un impatto devastante per l'Alitalia di allora.
Se davvero Lufthansa ritiene di non accettare il diktat di Bruxelles per 6 coppie di slot siamo alle comiche...
 

leerit

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3 Settembre 2019
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Mentre lo stato francese è pronto con 7 miliardi di euro e dare ossigeno alle casse di Air France-Klm, gli azionisti della compagnia hanno approvato la concessione di un premio di 768 mila euro, oltre al loro stipendio ordinario di 800 mila euro, a Ben Smith, ceo della società. Da queste parti, quindi, in cima alla dirigenza del vettore, la crisi per coronavirus non si è vista. L’81% degli azionisti ha votato a favore di questo premio per i risultati ottenuti dalla società nel 2019, sebbene abbia appena richiesto, come dicevamo, 7 miliardi di euro di aiuti pubblici.


Naturalmente, da parte loro, Air France e Klm non restituiscono i biglietti addebitati ai viaggiatori, sostenendo che se lo facessero fallirebbero, nonostante abbiano dichiarato il contrario.


L’argomento della società è semplice: questi soldi sono stati guadagnati nell’ultimo anno e quindi la situazione di quest’anno non dovrebbe applicarsi al ceo. Ma il ceo dovrebbe sentire il dovere morale (la morale è l’ultima chance dell’etica, ma dai draghi del management di morale ce ne aspettiamo sempre ben poca), di rinuciare, vsito los tipendio oltremodo cospicuo. Nei primi tre mesi di quest’anno, il gruppo ha perso 1,8 miliardi di euro. Allo stesso modo, i viaggiatori i cui biglietti non vengono restituiti vengono acquistati in assenza di coronavirus, ma i loro soldi rimangono nelle mani della compagnia.

Travel Quotidiano
 

leerit

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Air France told not to compete with the TGV” was our news last month.


We reported on how Air France is having to change its ways as a condition of accepting € 7 billion in state aid.


Some sceptics doubted whether this would actually happen.


Now we can confirm that Air France-KLM’s CEO Ben Smith has announced substantial changes to its domestic network in the interests of being more environmentally friendly.


According to finance minister Bruno Le Maire, in an interview with BFMTV, travellers ought to take the train for (domestic) journeys of under 2.5 hrs.
However Air France’s decision does not sit well with minority pilots’ union Spaf.


It is unhappy with the news and the fact that there will be job losses at HOP ! (an Air France subsidiary) which is to cease operations at Paris orly.


Although a full list of cuts is not yet available France’s respected @airplusnews reveals these three domestic routes from Paris Orly will cease between now and 2021.

(No details are yet available of what would happen to those routes which feed Air France’s lucrative international network at Paris CDG).


According to air-journal.fr Spaf accuses Air France management of taking advantage of the situation by closing unprofitable routes and by reducing the activities of HOP !


 

leerit

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3 Settembre 2019
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Mentre lo stato francese è pronto con 7 miliardi di euro e dare ossigeno alle casse di Air France-Klm, gli azionisti della compagnia hanno approvato la concessione di un premio di 768 mila euro, oltre al loro stipendio ordinario di 800 mila euro, a Ben Smith, ceo della società. Da queste parti, quindi, in cima alla dirigenza del vettore, la crisi per coronavirus non si è vista. L’81% degli azionisti ha votato a favore di questo premio per i risultati ottenuti dalla società nel 2019, sebbene abbia appena richiesto, come dicevamo, 7 miliardi di euro di aiuti pubblici.


Naturalmente, da parte loro, Air France e Klm non restituiscono i biglietti addebitati ai viaggiatori, sostenendo che se lo facessero fallirebbero, nonostante abbiano dichiarato il contrario.


L’argomento della società è semplice: questi soldi sono stati guadagnati nell’ultimo anno e quindi la situazione di quest’anno non dovrebbe applicarsi al ceo. Ma il ceo dovrebbe sentire il dovere morale (la morale è l’ultima chance dell’etica, ma dai draghi del management di morale ce ne aspettiamo sempre ben poca), di rinuciare, vsito los tipendio oltremodo cospicuo. Nei primi tre mesi di quest’anno, il gruppo ha perso 1,8 miliardi di euro. Allo stesso modo, i viaggiatori i cui biglietti non vengono restituiti vengono acquistati in assenza di coronavirus, ma i loro soldi rimangono nelle mani della compagnia.

Travel Quotidiano

Amsterdam non approvava...


Air France-KLM chief executive Ben Smith will get a bonus of nearly €770,000 for his work during 2019, shareholders agreed by a large majority on Tuesday. The Netherlands, which holds 14% of the shares in the airline, voted against the proposal. The bonus brings Smith’s total remuneration package for 2019 to €4m, the NRC reported. ‘As we have said repeatedly, we are in a crisis and a lot of taxpayers money is needed to help companies and employers to get through it,’ finance minister Wopke Hoekstra told business broadcaster RTLZ. ‘And this is not the time to give bonuses to managers of the companies that we have to support.’ Smith has turned down his short-term bonus for 2020 and accepted a 25% salary cut for as long as the coronavirus crisis continues. Both the Netherlands and France have agreed to put money into their respective flag carriers, because of the collapse in air travel, with the Dutch agreeing a support package of €2bn to €4bn for KLM.

 

leerit

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Ryanair registra "un grande aumento" delle prenotazioni dei voli dal Regno Unito verso l'Italia, oltre che verso Spagna e Portogallo, nel mese di luglio. Lo ha detto l'ad dell'aviolinea Michael O'Leary aggiungendo di esser "ragionevolmente" sicuro che, visto il trend delle prenotazioni degli ultimi giorni, gli aerei saranno pieni al 50%-60% quando riavvierà il 40% della flotta.



"Durante lo scorso fine settimana - ha sottolineato - abbiamo registrato una grande ondata di prenotazioni sui nostri voli fuori dall'Irlanda e dal Regno Unito per la Spagna, il Portogallo e l'Italia, e il trend sembra continuare anche in questi giorni".


Secondo quanto riportato da Reuters, Ryanair si aspetta che la Gran Bretagna allenti presto le misure di lockdown. La scorsa settimana, il paese ha annunciato una quarantena di 14 giorni a partire dall'8 giugno per tutti gli arrivi negli scali aerei ma questo, ha riferito il CEO di Ryanair, Michael O'Leary, non sta scoraggiando le prenotazioni.


Gli ultimi dati, infatti, indicano che i 1.000 voli giornalieri che Ryanair prevede di far volare a luglio - 40% della capacita' normale - saranno probabilmente pieni dal 50% al 60%: "Sono fiducioso", ha detto 'O Leary in un'intervista, in merito all'allentamento dei lockdown da parte della Gran Bretagna.


"Abbiamo visto un grande aumento delle prenotazioni dei nostri voli dall'Irlanda e dal Regno Unito verso la Spagna, il Portogallo e l'Italia durante il fine settimana, e questo trend sembra continuare". Inoltre, ha aggiunto, "Ryanair, la più grande compagnia aerea economica d'Europa, spera che un'intensa stagione di vacanze aumenti la fiducia per un ritorno dei viaggi d'affari". A suo giudizio, il numero di passeggeri tornerà ai livelli del 2019 entro l'estate del 2021.

 

Dancrane

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10 Febbraio 2008
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Milano
British Airways ha ipotecato 48 aerei, per la maggior parte (40) di corto/medio raggio, a garanzia di un prestito di 750 milioni da parte di Citybank. Tra gli aerei ipotecati i due A318 in flotta, 5 772, 2 773 ed un 789.

 

leerit

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I sindacati inglesi si schierano apertamente contro British Airways. Secondo quanto riporta il Daily Mirror, quella che viene definita senza mezzi termini la “manovra anti Covid19” dei vertici del vettore britannico, minaccia di lasciare conseguenze significative sull’intera industria del trasporto aereo d’oltremanica. Oltre al taglio di 12mila posti di lavoro (di cui oltre un migliaio di piloti), infatti, il piano del management della compagnia prevede un taglio degli stipendi per chi rimarrà che va dal 50 al 75% degli importi pre coronavirus. E per chi si rifiutasse, accusano i principali sindacati del settore aviation, ci sarebbe il licenziamento.


Per questo motivo, sigle come Unite sono già sul piede di guerra, tanto da avere rotto i rapporti ufficiali con il numero uno di British Airways, Alex Cruz. “Non possiamo discutere di un ulteriore piano di ristrutturazione, e della riduzione degli stipendi, in un momento come questo”, è la posizione delle maggior sigle, che addirittura minacciano di portare in tribunale il vettore per la sua volontà di ridiscutere il piano salariale in una situazione in cui i lavoratori si trovano già in cassa integrazione,


Da parte sua, la compagnia ha parlato per bocca di un suo portavoce: «Stiamo agendo in modo da proteggere il maggior numero possibile di posti di lavoro, di fronte a una crisi che ridisegnerà in modo completo l’intero scenario del trasporto aereo».

 

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Torna l'incertezza sul destino di Lufthansa (che controlla anche Swiss). La compagnia aerea tedesca ha infatti deciso di respingere alcune richieste della Commissione europea chiamata ad approvare il pacchetto di aiuti pubblici da 9 miliardi di euro destinati al salvataggio dell’azienda.


Così la decisione definitiva dei vertici della compagnia è stata rinviata per poter esaminare con maggiore attenzione l’impatto economico delle condizioni imposte dall’UE. Bruxelles chiede infatti a Lufthansa di rinunciare ad alcuni suoi di alcuni slot (diritti di decollo e atterraggio) negli scali di Francoforte e Monaco di Baviera. Secondo il Consiglio di sorveglianza di Lufthansa ciò implicherebbe un considerevole indebolimento delle funzioni di hub dei due principali scali nazionali dell’azienda.


Lufthansa può contare sull’appoggio della cancelliera Angela Merkel che promette battaglia a Bruxelles e ha definito “inaccettabili” le condizioni dell’UE. Ma la questione non si chiude così. La compagnia irlandese low cost Ryanair ha annunciato l’intenzione di ricorrere in sede europea contro la decisione di sostegno del Governo di Berlino ritenendo il salvataggio come un elemento di distorsione della concorrenza; tutto il settore dell’aviazione è stato colpito dalla pandemia di coronavirus e quindi non “è giusto sostenere con aiuti pubblici la sola Lufthansa”.

 

leerit

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Dal 15 giugno Grecia riapre a 29 Paesi, non c'è l'Italia
La Grecia ha annunciato la lista dei 29 Stati i cui turisti potranno visitare il Paese dal 15 giugno, quando gli aeroporti riapriranno ai voli internazionali. Tra loro non c'e' l'Italia. Questi i Paesi: Albania, Australia, Austria, Nord Macedonia, Bulgaria, Germania, Danimarca, Svizzera, Estonia, Giappone, Israele, Cina, Croazia, Cipro, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Montenegro, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Finlandia. La lista verrà aggiornata
il primo luglio, ha detto il governo.

SKY TG 24
 

AZ209

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Dal 15 giugno Grecia riapre a 29 Paesi, non c'è l'Italia
La Grecia ha annunciato la lista dei 29 Stati i cui turisti potranno visitare il Paese dal 15 giugno, quando gli aeroporti riapriranno ai voli internazionali. Tra loro non c'e' l'Italia. Questi i Paesi: Albania, Australia, Austria, Nord Macedonia, Bulgaria, Germania, Danimarca, Svizzera, Estonia, Giappone, Israele, Cina, Croazia, Cipro, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Montenegro, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Finlandia. La lista verrà aggiornata
il primo luglio, ha detto il governo.

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Non a caso mancano anche Francia, Spagna e Regno Unito.
 

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Punto di vista interessante:




Covid’s Airlines Paradox: The Losers Are the Winners

For the world’s weakest airlines, the current crisis brings a new lease on life. The pandemic’s fallout has turned what were dead-end business models into models with a much greater chance of success.
— Jay Shabat

“We’re sure glad 2019 is over. 2020 has been so much better.”

This is a quote said by absolutely nobody in the airline industry (passenger airlines, anyway). Nobody will disagree that the 2020 Covid-19 pandemic is the worst crisis the sector has ever faced. Nobody can make money when revenues are essentially zero. Nobody likes depression-like economic conditions.

True, but …

For the airline industry’s sickest patients — the uncompetitive, the undercapitalized, the strategically challenged — the ravages of 2020 are in some respects a blessing. For one, the crisis has opened a gusher of government financial support: Grants, credit support, tax relief, regulatory relaxation, and so on. If you’re Delta or IAG or Singapore Airlines, that’s aid you wished you never had to take, aid that will taint sterling balance sheets and dilute shareholders. If you’re Alitalia, though, that aid represents a new lease on life, aid that would never have come had there been no crisis.



Alitalia, remember, was searching for survival capital throughout 2019, from Delta, from easyJet, from Lufthansa, from private equity firms, from the Italian Treasury, from Italian conglomerates, and just about anyone else who’d listen. Alas, it got nowhere, and there was a real chance the money-bleeding airline would finally collapse. Until Covid-19 came along.

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Alitalia now stands to be relaunched with a massive $3.3 billion in government subsidies. The carrier, which lost more than $500 million last year, and another $240 million in the first quarter of this year, will downsize but not much, aiming for a fleet of 92 planes, including 20 wide-bodies for intercontinental routes. The relaunch effort might also include changes to labor laws that disadvantage the foreign low-cost carriers that carry the majority of Italy’s air traffic. In fact, Ryanair, easyJet, Vueling, Volotea, Norwegian, and Romania’s Blue Air teamed up last week to form an Italian lobbying front to protect their interests.

It’s not just Alitalia. There’s Italian government money for other local airlines too, including Air Italy, which isn’t even alive anymore! (It ran out of money in February). In Germany, as Lufthansa reluctantly asks for a government bailout, Condor will get a second round of public aid and a chance to remain independent after LOT Polish walked away from a takeover deal. Latvia’s airBaltic, which lost $9m last year, enters the second half of this year with a big infusion of government funds. In Asia, grossly dysfunctional carriers like Thai Airways and Malaysia Airlines, on a path to oblivion in 2019, have a much greater chance of taxpayer recapitalization in 2020.

Would Airlines in the 2019 Graveyard Have Survived?

All of this makes one wonder whether the parade of airlines that died in 2019 — Thomas Cook, Jet Airways, Avianca Brasil, Aigle Azur, XL Airways, Adria Airways, and so on — might have bought themselves more time had they only survived to see the crisis. Flybe, which died shortly after the crisis began, was a unique case — the U.K. government was reluctant to spend taxpayer money on a company partly owned by billionaire Richard Branson.

Branson’s Virgin Atlantic and Virgin Australia face a similar problem. The latter, unable to get government help, was forced to file for bankruptcy. The former, thus far denied state aid as well, might be forced to do the same. But importantly, both carriers — longtime money losers but several notches above the Alitalias of the world in terms of competence and efficiency — are attracting tremendous interest from private sector providers of capital.

A crowd of investors have lined up to buy Virgin Australia out of bankruptcy. Almost as many are listening with great interest as Virgin Atlantic pitches a turnaround plan. As an Economist article notes, quoting a Perella Weinberg investment banker, this crisis is the opposite of the financial crisis a decade ago, in which capital markets were largely closed but non-financial businesses mostly intact. Today, there’s plenty of available capital for airlines desperately in need.

The nearly 40-year old Virgin (Atlantic) and the one roughly half its age (Australia) are emblematic of a large category of airlines, airlines not quite on the verge of dying pre-crisis, but losing money, under-scaled, outcompeted, stuck with unfavorable contracts, or otherwise struggling to achieve sustainable success. Many of these carriers, including the two Virgins, are well liked by travelers, with strong brands. Both Virgins, incidentally, have close and valuable relationships with Delta. Both, in other words, were perfectly good airlines in many ways, but chronically unable to make money.

The Rare Chance to Restructure

The Covid crisis could change that. To be clear, this sort of global catastrophe is nobody’s wish. No matter what ultimately happens to airlines like the Virgins, their employees, suppliers, shareholders, creditors, airports, and local economies will have suffered greatly. As businesses, however, the crisis offers a rare chance to restructure in ways impossible under normal circumstances. Even absent a bankruptcy proceeding, distressed carriers can now radically reset their cost structures, their fleets, their workforces, and their business models more broadly. Input costs, from fuel to planes to labor, have rarely been cheaper. Airline negotiating leverage with suppliers, be they lessors or manufacturers or airports, has rarely been stronger.

Norwegian is Exhibit A for this sort of reset. Pre-crisis, it was already undertaking major reforms, enabling it to escape 2019 alive. Barely. But even its boldest steps left big questions about whether it could ever achieve success. Then the crisis came, and Norwegian was suddenly in a position to access government loan support, subject to extreme reforms. The result: Pain for all stakeholders, but also a “New Norwegian” with a business model much more likely to succeed than anything achievable pre-crisis. It’s now a less complex airline, with vastly lower costs and greater operating flexibility. Before, Norwegian was a broken airline in a world of robust demand. Now demand is much lower, but the airline is much leaner.

Even South African Airways, with a near-zero chance of ever earning sustainable profits pre-crisis, has at least a window of opportunity now to be resurrected with a more viable cost base and business model. Its rival Comair, itself in bankruptcy, can emerge more competitive. Same for others that have gone bankrupt in the current crisis, like Air Mauritius. Avianca, which narrowly avoided bankruptcy just before the crisis, couldn’t pull off the same trick a second time. But it’s confident of using the time in court to become a “better, more efficient airline.” Avianca’s 2003 trip through bankruptcy, after all, positioned it for many years of solid profits (it even earned an operating profit last year, if just small one).

New Access to Financing

All across the industry, airlines are reimagining themselves as potentially leaner and nimbler companies. Everyone understands that the revenue pool will be considerably smaller, perhaps for years to come. But they’re also enticed by the opportunities afforded by the crash in input costs and — for the sicklier carriers, pre-crisis — access to financing they surely would never have gotten.

Delta, a paragon of pre-crisis strength, said during its first quarter earnings call that the crisis is “an opportunity to accelerate strategies to streamline our company, simplify our fleet, and reduce our fixed cost base in ways not possible in the past.” It need not be too concerned about distortionary government aid though. U.S. federal aid is targeted to all airlines roughly equally, adjusted for size. Not so in Europe, where Ryanair is red with rage about long sickly flag carriers receiving tens of billions of dollars in state aid. It’s even suing to stop rescue efforts for rivals like SAS and Air France/KLM. Ryanair is the largest airline in Italy by passenger volumes, so you can only imagine how Michael O’Leary feels about the latest Alitalia bailout. Last week, he told Bloomberg that Lufthansa was “hoovering up state aid like the drunken uncle at the end of a wedding.”

Lufthansa, and Air France/KLM, for that matter, are examples of airlines that were troubled pre-crisis, earning margins well below those of rivals like IAG and Delta. But they weren’t extremely troubled. Both had a fighting chance at self-improvement pre-crisis, with a large number of promising reforms. The Covid shock is therefore much more setback than opportunity, but an opportunity nevertheless, to do as Delta mentioned and enact changes heretofore impossible. IAG has the chance to renegotiate its Air Europa takeover price. Perhaps Air Canada can do the same with its Transat transaction.

Emirates, in a dangerous position as a premium, intercontinental, large wide-body airline in a region dependent on oil money, might be able to use the crisis to accelerate aircraft down-gauging and other necessary changes. Allegiant, in the opposite position as a lean and flexible leisure-oriented carrier, is no less keen on seizing the moment to experiment with new labor models. Aerolineas Argentinas, in the category of Alitalia-like basket cases, already reacted by announcing a merger with its sister airline Austral. It’s now (good luck) attempting labor reforms with famously recalcitrant unions.

When the calendar turns to 2021, no airline anywhere will look back and say: Wow, 2020 was such a great year. But all will have identified some unique opportunities that arose during the year’s horrors. Some will have survived in 2020 only because of the crisis, in other words, the opportunities it created and the new sources of funding it opened. Still others will have used the crisis to turn what were dead-end business models into models with a much greater chance of success. In that way, a crisis can turn losers into winners.

This story was first published in the May 17 issue of Skift Airline Weekly.

Photo Credit: Norwegian Air (one of its 787 jets pictured here) is now able to access government loan support it wouldn't have had access to prior to the crisis. Skift

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leerit

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Comunicato al passeggero mentre era in volo per Lanzarote che era positivo al coronavirus, era partito da Madrid


Il Governo delle Isole Canarie chiederà un’indagine sul comportamento di questo passeggero, che obbligherà a sottostare ad una quarantena di 14 giorni non solo lui, ma anche i viaggiatori che occupavano i posti adiacenti.


Un passeggero su un volo partito da Madrid è risultato positivo al coronavirus in pieno volo per Lanzarote. Il viaggiatore è stato sottoposto all’isolamento non appena è arrivato all’aeroporto di César Manrique, sull’isola di Lanzarote, dopo aver saputo della sua positività al coronavirus, le prove gli erano state fatte prima di iniziare il suo viaggio, perché era stato in stretto contatto con una persona deceduta da Covid-19.


Come riferito dal Dipartimento della Sanità del Governo delle Isole Canarie, il protocollo di prevenzione è stato attivato a metà volo, dopo che il Dipartimento della Sanità Pubblica di Castilla La Mancha, ha comunicato di aver appena ricevuto i risultati positivi dell’analisi di una persona che andava a Lanzarote.




Lanzarote non registrava alcun caso positivo per coronavirus dal 30 aprile e il Governo delle Isole Canarie aveva in programma di richiedere di poter passare alla fase 3 di non confinamento, l’8 giugno, altrettanto per Tenerife, Gran Canaria, La Palma e Fuerteventura.

 

leerit

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British Airways ha rimosso i sedili di due 777-200 della sua flotta a terra, in modo che gli aeromobili possano operare come cargo e trasportare merci in tutto il mondo.

Il primo viaggio di uno di questi velivoli nella nuova configurazione sarà verso Pechino questo pomeriggio, dove raccoglierà DPI per l’NHS. L’aeromobile sarà anche utilizzato per trasportare altri beni essenziali come cibo e medicine nel Regno Unito, insieme a regolari spedizioni commerciali.

Con la domanda di viaggi passeggeri ancora molto bassa, lavorando con IAG Cargo, British Airways sta cercando di utilizzare i suoi grounded aircraft in modo creativo per sostenere la lotta globale contro Covid-19. A marzo la compagnia aerea ha iniziato a operare cargo-only services senza passeggeri, trasportando merci esclusivamente nella stiva. Ad aprile British Airways ha iniziato a trasportare merci sui sedili degli aeromobili passeggeri. Questi recenti cambiamenti – rimuovendo tutti i posti passeggeri e semplificando gli interni – significheranno che questi velivoli ora hanno spazio per ulteriori 100 m3 di carico su ogni volo.

John Cheetham, Chief Commercial Officer presso IAG Cargo, ha dichiarato: “Durante questo periodo abbiamo lavorato con i nostri clienti per fornire soluzioni che consentano ai beni vitali di spostarsi in tutto il mondo. Insieme a British Airways, siamo lieti di aumentare la cargo capacity di questi aeromobili, supportando i nostri clienti, compreso il NHS, per il trasporto di forniture critiche. Con la rimozione dei loro posti, questi 777 dispongono ora di ulteriori 100 m3 di spazio disponibile per il cargo”.

British Airways e la sua consociata IAG Cargo continuano a svolgere un ruolo importante nello spostamento delle merci in tutto il mondo. Hanno già operato più di 80 cargo charter flights che hanno trasportato tonnellate di materiale sanitario per il NHS, in collaborazione con il governo del Regno Unito. Questo a fianco del continuo sforzo di rimpatrio della compagnia aerea per i residenti nel Regno Unito, oltre al mantenimento di rotte per i viaggi essenziali.

Gli aeromobili modificati sono G-YMMK e G-YMMG.

 

AZ209

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Pesanti tagli in arrivo anche in Emirates.

Emirates plans job cuts

Emirates plans to cut an unspecified number of jobs as the coronavirus pandemic takes its toll on the carrier.
The Dubai-based carrier said in a 31 May statement that it has come to the conclusion that "we unfortunately have to say goodbye to a few of the wonderful people that worked for us", saying that it had reviewed all possible scenarios before making this decision.
"We continuously are reassessing the situation and will have to adapt to this transitional period. We do not view this lightly, and the company is doing everything possible to protect jobs wherever we can," it adds.
"Where we are forced to take tough decisions, we will treat people with fairness and respect. We will work with impacted employees to ensure they are looked after and taken care of with necessary means."
Emirates does not go into details about the redundancies in its latest statement, but a 17 May Bloomberg News report said the airline was planning to cut around 30,000 jobs. Reuters in a 31 May report cited two company sources saying trainee pilots and cabin crew are among those being laid off.
 

ploncito

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Volevo segnalare che già da qualche giorno KLM è passata dall'E190 al più capiente B737 sulla tratta per MXP mentre per FCO alterna i due aeromobili.
Se non erro da oggi ripartono anche i daily per VCE e FLR.
 

njko98

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Pesanti tagli in arrivo anche in Emirates.

Emirates does not go into details about the redundancies in its latest statement, but a 17 May Bloomberg News report said the airline was planning to cut around 30,000 jobs. Reuters in a 31 May report cited two company sources saying trainee pilots and cabin crew are among those being laid off.
Te la confermo questa notizia, ho un amica che sta facendo il corso cabin crew per loro, licenziati tutti ieri, gli hanno offerto il volo per tornare a casa.
 

leerit

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Beirut, 01 giu 08:35 - (Agenzia Nova) - Il ministro libanese dei Trasporti e delle Opere pubbliche, Michel Najjar, ha confermato per il 21 giugno la riapertura dell’aeroporto internazionale di Beirut, unico scalo civile del paese dei cedri. Lo riferisce il portale d'informazione libanese "Libnanews". Chiuso dallo scorso 18 marzo per contenere la diffusione del coronavirus, l’aeroporto “Rafiq Hariri” avrebbe dovuto riaprire l’8 giugno. Gli ultimi dati delle autorità sanitarie libanesi riferiscono di 1.220 contagi, oltre 700 persone guarite e 27 decessi.
 

leerit

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Madrid, 31 mag 15:20 - (Agenzia Nova) - Le conseguenze scatenate dalla crisi del coronavirus genereranno nel prossimo futuro "meno domanda e meno voli" ed un "calo significativo dei prezzi". Lo ha affermato un'intervista al quotidiano spagnolo "El Mundo", Eddie Wilson, amministratore delegato della compagnia aerea low cost con sede a Dublino Ryanair, società leader per numero di passeggeri trasportati negli aeroporti spagnoli. "Crediamo che ci saranno significative opportunità per il modello di crescita a basso costo di Ryanair in futuro, ma per ora dobbiamo abbassare le tariffe e ridurre i costi per stimolare il traffico e la domanda", ha spiegato l'Ad che si è detto soddisfatto per l'annuncio del governo spagnolo di riaprire le frontiere ai turisti provenienti da tutti i paesi senza alcun obbligo di quarantena di 14 giorni. Una misura che potrebbe stimolare il turismo internazionale, ma in uno scenario che non permette di fare delle previsioni accurate sul numero di passeggeri che quest'estate deciderà di varcare i confini nazionali. Wilson ha escluso che Ryanair, con una liquidità di 4,1 miliardi di euro, una delle più solide del settore, chiederà alcun tipo di sostegno economico ai governi ed ha criticato apertamente gli aiuti di Stato concessi ad alcune compagnie di bandiera, affermando che i governi hanno ragione ad introdurre stimoli al settore, ma questo dovrebbe essere fatto in modo "non discriminatorio" in quanto c'è il rischio di una "distorsione del mercato competitivo"
 

salva86

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I presidenti delle regioni son quelli che si son contraddistinti per stupidità negli ultimi mesi...La Sardegna era quella che chiedeva il certificato sanitario, poi qualcunongli avrà fatto notare di che stronzata colossale si trattasse.

Vacanze, Sardegna arretra sul certificato sanitario. Martella: "Grecia chiude? No a concorrenze sleali"

Bonaccini: "Discutere di viaggi non è una banalità se guardiamo il contributo all'intero Pil del turismo". Zaia: "La Grecia sbaglia, ma l'Europa è latitante"
di MONICA RUBINO01 Giugno 2020
Il tema vacanze è al centro del dibattito politico. Perché, come sostiene il governatorore emiliano e presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini intervenuto oggi a La7, "discuterne non è una banalità se guardiamo il contributo all'intero Pil del turismo". Sul tavolo, oltre a un parziale dietrofront della Sardegna che in un primo tempo pretendeva il certificato sanitario per tutti i turisti in entrata, anche le reazioni alla decisione della Grecia, che ha annunciato una sorta di veto sui voli in partenza da Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, le Regioni italiane più colpite dal coronavirus. Con il presidente veneto Luca Zaia che, dopo aver risposto "Non ci vedono più", oggi ad Agorà commenta in maniera più pacata: "Non è una minaccia, i veneti conoscono la Grecia e la considerano una seconda casa, ma i greci stanno sbagliando e ne viene fuori una latitanza paurosa dell'Europa".


La Grecia farà i test a chi arriva da Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna fino al primo luglio. Zaia: "Non ci vedono più"


Una falla nel controllo della leale concorrenza fra Paesi riscontrata anche dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella, che a Uno Mattina su Rai1 afferma: "Se la Grecia bandisce i turisti provenienti dal Nord Italia, reagisco male perché le iniziative devono essere coordinate a livello europeo: non ci possono essere decisioni di un Paese che penalizzano un altro e forme di concorrenze sleali". E assicura che "il nostro Paese ed i nostri ministri competenti si stanno già muovendo a livello europeo per arrivare ad una coordinamento di possibili date e aperture di tutti i Paesi e di una possibile reciprocità".

Come detto intanto la Sardegna sembra arretrare su posizioni meno oltranziste riguardo al controllo dei flussi turistici in entrata. Il governo ha già ribadito il suo no a una patente sanitaria con certificato di negatività a tutti coloro che arriveranno sull'isola e si sta lavorando a un compromesso. "Vogliamo essere terra ospitale e sicura dal punto di vista sanitario" e "il modello della certificazione sanitaria che proponiamo è una linea di tendenza internazionale che si sta affermando anche a livello nazionale, con il governo stiamo cercando di trovare un punto di intesa per garantire questo equilibrio", dice il presidente Christian Solinas ad Agorà. E aggiunge: "Qualora non si trovasse, avremo un sistema di controlli più articolato, che prevede la registrazione all'ingresso e su una piattaforma e un questionario".

Per le opposizioni invece il governo ha completamente dimenticato il settore del turismo: "E' intervenuto tardi e male - dice a Mattino 5Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera - Ci sono tanti albergatori e tanti ristoratori che non sono nelle condizioni di poter aiutare i propri lavoratori e anticipare la cassa integrazione. Il governo prima ha chiesto alle aziende di indebitarsi ulteriormente e poi forse, a babbo morto, a settembre, quando le aziende saranno quasi fallite, arriverà qualche euro a fondo perduto".
 
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