Alitalia e decreto rilancio


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13900

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26 Aprile 2012
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Con Alitalia pubblica ci sara' ancor meno voglia di ridurre sprechi, prebende e amicizie. Sara' una Air India senza il Marajah e il curry.

...Parlando d'altro, questo famoso piano industriale? S'e' visto? O siamo ancora a Lazzerini che fa la tombola del consulente?
 

TapiroVolante

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13 Dicembre 2016
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Lo sapete cosa mi dà al caxxo? Che da 10 e più anni questa compagnia aerea brucia soldi dello Stato; che tutti (nessuno escluso) hanno rubato e sprecato soldi; che tutti (nessuno escluso) sapevano e sanno quanto schifo hanno fatto i vari CDA che si sono succeduti; che ultimamente sono stati erogati altri 3 miliardi di soldi pubblici in sfregio a tutto il disastrato paese Italia, però puntualmente si fanno trasmissioni che enfatizzano, accusano, indignano come se il "problema Alitalia" l'abbiamo scoperto ieri. Ma sono una quindicina di anni che su Alitalia si sa tutto, per me queste trasmissioni sono la presa in giro sulla presa in giro! Deve volare (meglio, NON deve fallire)? Deve volare con i soldi pubblici? Ok, però basta con questa ipocrisia, basta con questa finta indignazione! Fa tutto schifo? Bene, chiudetela e rifondate tutto da capo. Fa tutto schifo ma deve continuare così? Bene, però fate calare un vergognoso silenzio.
Fra l'altro queste trasmissioni "indignate" le fa proprio Mamma Rai, che funziona esattamente con le stesse logiche di AZ (anche quest'anno sulla legge di bilancio ci sono altri 85 milioncini per appianare il buco made in Cavallo di ferro, senza contare il canone a prelievo forzoso sulle bollette della luce e la valanga di pubblicità...).
 

Alessandro-80

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9 Maggio 2013
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Ringraziamo l'esistenza di programmi come Report che fanno vedere quanto di marcio esistente in questo paese.
La storia di Alitalia fa rabbrividire e se fossimo in un paese, dove realmente si tutelano gli interessi di ogni singolo italiano, non esisterebbe da almeno 20 anni.

Gente che fallisce ogni giorno, che lotta per tutelare la propria azienda, artigiani stremati dalla tassazione, e si scoprono sperperi di denari pubblici per tenere in vita un cadavere volante che di italiano fa volare ben poco.
 

vipero

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.
Come diceva la Littizzetto dopo ogni puntata di Report ai tempi della Gabanelli: "il giorno dopo ti aspetteresti la gente in strada, la rivoluzione, l'indignazione che sommerge tutti 'sti delinquenti. E invece niente... Tutto quieto... Come niente fosse".

Oppure, alla Bianco Rosso e Verdone: " eh lo fanno... Lo fanno...".
 

Charter2017

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3 Agosto 2017
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si scoprono sperperi di denari pubblici per tenere in vita un cadavere volante che di italiano fa volare ben poco.
Eccolo il vulnus: "si scoprono"...sono conosciuti da 15 anni!!!
Allora o si fa qualcosa, come dice vipero si scende in strada e si sfascia tutto e tutti facendo quella famosa rivoluzione che molti paesi democratici Europei hanno nel loro DNA, oppure stiamo zitti. Tanto i soldi me li togli senza consenso, io non posso fare nulla per impedirlo perché il voto non cambia le cose, quindi preferisco essere "ignorante".
Ve lo ricordate "Matrix", quando Cypher mangia il filetto e beve un buon vino rosso davanti al Sig. Smith e dice "l'ignoranza è un bene"...almeno lì si poteva scegliere se combattere o meno ma nella nostra società non puoi fare nulla.
 

Alessandro-80

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9 Maggio 2013
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Eccolo il vulnus: "si scoprono"...sono conosciuti da 15 anni!!!
Allora o si fa qualcosa, come dice vipero si scende in strada e si sfascia tutto e tutti facendo quella famosa rivoluzione che molti paesi democratici Europei hanno nel loro DNA, oppure stiamo zitti. Tanto i soldi me li togli senza consenso, io non posso fare nulla per impedirlo perché il voto non cambia le cose, quindi preferisco essere "ignorante".
Ve lo ricordate "Matrix", quando Cypher mangia il filetto e beve un buon vino rosso davanti al Sig. Smith e dice "l'ignoranza è un bene"...almeno lì si poteva scegliere se combattere o meno ma nella nostra società non puoi fare nulla.
Iniziare a smettere di volare con AZ (cosa che io faccio da almeno 20 anni). Sarebbe già un passaggio.
 
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FLR86

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29 Aprile 2017
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Lui ha anche l'immunità sull'uso della mascherina.
Tutto perfettamente coerente con la sua supponenza, strafottenza e con il suo ego smisurato. Delinea perfettamente il personaggio insulso che è.
A meno che non consideri tutti gli altri dei coglioni che possano davvero pensare che telefoni a tarda notte a Montezemolo per dirgli "Mi raccomando che ci tengo". In questo caso, magari, tra una decina d'anni ritroviamo anche lui ad Hammamet.
 
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Farfallina

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23 Marzo 2009
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Tutto perfettamente coerente con la sua supponenza, strafottenza e con il suo ego smisurato. Delinea perfettamente il personaggio insulso che è.
A meno che non consideri tutti gli altri dei coglioni che possano davvero pensare che telefoni a tarda notte a Montezemolo per dirgli "Mi raccomando che ci tengo". In questo caso, magari, tra una decina d'anni ritroviamo anche lui ad Hammamet.
La simpatia di Renzi è quella che è ma non ha torto quando dice che un Presidente del Consiglio deve fare anche ciò nelle proprie funzioni. Il problema non è il supporto statale agli investimenti privati in aziende italiane, il problema è quando si cambia per non cambiare nulla. La cosa più interessante del servizio di Report è l'accordo sindacale, mentre debbo dire che hanno dato spazio ad una visione 5s (sponda pancia a terra) centrica e anti Renzi. Ad esempio invece di dare spazio come rappresentanti della verità mi sarebbe piaciuto vedere domande scomode anche a chi in oltre 3 anni di commissariamento non ha certo brillato nel trovare una soluzione. Ad esempio torchiano Leogrande sull'accordo sindacale (probabilmente ereditato se ho capito bene) ma perché non torchiano i ministri 5s che sono anni che si occupano del dossier?
 
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FLR86

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La simpatia di Renzi è quella che è ma non ha torto quando dice che un Presidente del Consiglio deve fare anche ciò nelle proprie funzioni. Il problema non è il supporto statale agli investimenti privati in aziende italiane, il problema è quando si cambia per non cambiare nulla.
Ovvio, ti do ragione. Ma poi ci si aspetta che uno risponda delle proprie azioni, giuste o sbagliate che siano, e non che faccia la parte di quello che passava di lì per caso.
 
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aamilan

Socio AIAC
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La simpatia di Renzi è quella che è ma non ha torto quando dice che un Presidente del Consiglio deve fare anche ciò nelle proprie funzioni. Il problema non è il supporto statale agli investimenti privati in aziende italiane, il problema è quando si cambia per non cambiare nulla. La cosa più interessante del servizio di Report è l'accordo sindacale, mentre debbo dire che hanno dato spazio ad una visione 5s (sponda pancia a terra) centrica e anti Renzi. Ad esempio invece di dare spazio come rappresentanti della verità mi sarebbe piaciuto vedere domande scomode anche a chi in oltre 3 anni di commissariamento non ha certo brillato nel trovare una soluzione. Ad esempio torchiano Leogrande sull'accordo sindacale (probabilmente ereditato se ho capito bene) ma perché non torchiano i ministri 5s che sono anni che si occupano del dossier?
Torchiamo tutti per non torchiare cmq nessuno. Vuoi mai che cambi davvero qualcosa?
 

s4lv0z

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11 Dicembre 2017
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La storia di Alitalia fa rabbrividire e se fossimo in un paese, dove realmente si tutelano gli interessi di ogni singolo italiano, non esisterebbe da almeno 20 anni.
Secondo me invece in un paese dove realmente si tutelano gli interessi del singolo queste cose non succedono e la compagnia volerebbe felice e magari in utile.

Io sono tra quelli che vogliono la compagnia in aria... ma vorrebbero messi alla sbarra tutti (tutti indistintamente senza eccezione alcuna) coloro che hanno agito male e in malafede.

Se per colpire loro chiudiamo AZ cosa cambia? Qualcuno pensa che certi interessi non verrebbero semplicemente spostati altrove?

L'unico motivo per cui a volte (anche spesso) vorrei anch'io Alitalia a terra... è la disperazione nel vedere che non vedo alcun segno reale di cambiamento.

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leerit

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3 Settembre 2019
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L'intervista al ceo della compagnia nata dalle ceneri di Alitalia



«Uno dei vantaggi è che si parte da zero o quasi e vorrei come linee guida per la nuova compagnia una sorta di S al cubo che sta per sostenibilità economica, ambientale e sociale». Fabio Lazzerini, classe 1964, una laurea in economia alla Bocconi, la passione per le scalate e la bici, è da meno di un mese alla guida di ITA, Italia Trasporto Aereo, il vettore che nasce dalle ceneri di Alitalia e che, almeno nelle intenzioni, deve aprire un nuovo ciclo. La cloche è in buone mani perché Lazzerini ha fatto molto bene come direttore generale di Emirates Italia e conosce a fondo l' azienda che guida insieme al presidente Francesco Caio. Caparbio e dinamico, ha il compito di decollare in fretta, sfruttando il primo spiraglio che si aprirà nella crisi che avvolge il settore. «Guardi - dice nella sua prima intervista, arrivando in bici all' incontro nel centro di Roma - che non si tratta di slogan.ITA deve partire dalla sostenibilità ambientale che significa nuovi aerei green e tecnologicamente avanzati, con meno costi per i carburanti e la manutenzione, e servizi migliori per i passeggeri. Deve aver presente la missione di sostenibilità sociale, avendo il potenziale per essere una delle aziende più rilevanti per l' economia nazionale. Da ciò deriva la sostenibilità economica. Perché è tutto collegato. In una azienda di servizi la persona è al centro».

Parliamo della flotta allora: avrete solo due famiglie di aeroplani, Boeing e Airbus?
«Non adotteremo i modelli del passato. Sicuramente tenderemo a semplificare molto la flotta uniformandola a pochi modelli per raggiungere l' efficienza operativa ed economica. Inoltre, razionalizzeremo le configurazioni, compreremo aerei di nuova generazione, offriremo un servizio di qualità che avrà un forte impatto sul cliente. La flotta obsoleta verrà dismessa e poi, va detto, in questo periodo di crisi, è conveniente andare sul mercato per avere una flotta omogenea, verde e con tanti comfort per i passeggeri».

Con quanti aerei decollerà ITA e quando?
«Il piano industriale è in piena lavorazione, ma non ancora finalizzato. Ora la vecchia Alitalia ha 104 aerei: è probabile che nell' arco del piano quinquennale ci posizioneremo su un numero simile di aeromobili, ma con mix diverso e con un ribilanciamento a favore della flotta di lungo raggio per colmare un gap importante di connettività del Paese».

Ma partirete con 70-75 aerei?
«Molto dipende da come sarà il mercato dopo la pandemia, nessuno oggi può dirlo».

Avrete una dote complessiva di 3 miliardi, la flotta sarà tutta di proprietà?
«L' obiettivo è avere il 60% degli aerei di proprietà e il 40% in leasing operativo».

Per puntare sul lungo raggio...
«Lungo raggio per le tratte ad alto valore aggiunto nel segmento corporate e leisure. Ovviamente le tratte sono principalmente quelle del Nord America, Sud America ma anche Asia in modo selettivo. Presidieremo il medio e corto raggio sia per servire i segmenti corporate che per assicurare un adeguato feederaggio al nostro hub. E ci svilupperemo in modo flessibile appena il vaccino consentirà al mercato del trasporto aereo di ripartire. L' obiettivo, in questa fase, è di intercettare la ripresa, riposizionando la compagnia su quote di mercato superiori al passato».

Anche facendo di Cityliner una sorta di concorrente per le low cost?
«Non è nei nostri programmi, ma saremo flessibili e rapidi nelle risposte. Intendo creare un' azienda piatta, senza stratificazioni burocratiche, con pochi livelli decisionali e, punto centrale, fortemente digitalizzata».

Che significa?

«Significa che investiremo molto in tecnologia. Che cambieremo radicalmente rispetto al passato e saremo all' avanguardia, sia nei processi operativi che nei servizi al cliente. Su un palmare, tanto per fare un esempio, ci saranno tutte le informazioni relative al passeggero, le sue preferenze, il controllo in tempo reale sui bagagli a bordo, e si potranno gestire da remoto tutte le interazioni, finanche un eventuale upgrading, cioè il passaggio a una classe superiore. Tutto in tempo reale e con procedure snelle. Il nostro passeggero sarà molto coccolato. Anticiperemo i suoi desideri. Il personale avrà un ruolo chiave nel successo di Ita, verrà coinvolto, lavoreremo perché si identifichino con la nuova missione al servizio del cliente».

Quanto personale avrete? Si parla di circa 7000 dipendenti...
«Quello funzionale alla compagnia. Anche il numero iniziale sarà legato al piano, dipende dall' evoluzione del mercato».

Una parte dei dipendenti resterà nella società in amministrazione straordinaria?
«E' probabile. Saremo molto competitivi, rivoluzionando i tempi di risposta al mercato e a tutta l' organizzazione. Sfrutteremo l' intelligenza artificiale in molti processi, dalle prenotazione ai controlli. Per la digitalizzazione investiremo 200-300 milioni».

Come svilupperete il network?
«Linate coltiverà la vocazione per il medio raggio con attenzione particolare al corporate. Fiumicino sarà l' hub. Connettività tra voli domestici, internazionali e lungo raggio verso Nord America, Sud America, Asia, Africa. Non cresceremo per mettere bandiere ma lo faremo in maniera selettiva. Sfrutteremo all' inizio le tratte Covid free, verso gli Usa, poi il resto. Attenzione anche al Giappone. Non manterremo rotte in perdita».

Rivedrete le alleanze?

«Nessuno sa cosa accadrà nel 2022 quando, presumibilmente, la crisi sarà passata. Di certo le alleanze vanno rinegoziate. Ascolteremo Delta, ma sentiremo anche Lufthansa e chiunque approcci questo progetto con prospettive serie e di lungo periodo».

Solo partnership commerciali, quindi?
«Sì. Poi, in un secondo tempo, si potrà parlare di altro, ipotizzare scambi azionari. Di certo gli accordi dovranno essere profittevoli».

E la Cina?
«Non la escludo. Siamo aperti a ogni discussione. Punteremo sul cargo, che con l' e-commerce avrà forte impulso. Siamo in grado di metterci al servizio del Paese per trasportare i vaccini, abbiamo le competenze».

Come affronterete il tema dell' handling?
«Siamo aperti a partnership anche qui, così come nel settore della manutenzione dove pensiamo ad un polo di eccellenza».

Il piano è ambizioso, come farete a dimostrare la discontinuità che l' Europa chiede?
«Per prima cosa dimostrando che il piano industriale rappresenta un' operazione di mercato e ha nella sostenibilità economica la sua ragion d' essere. Inoltre, strutturalmente ci sarà una holding che controllerà il settore volo (piloti, hostess, staff, ecc) e due società distinte per manutenzione ed handling. Queste due realtà saranno aperte ad investimenti industriali che ci permettano di competere sul mercato. ITA avrà il 70% delle attività concentrate sul mercato globale, ribaltando l' assetto della vecchia Alitalia. L' organizzazione sarà completamente diversa, sostanzialmente diversa ben più che esteticamente diversa. Una rivoluzione di mercato»

E le tariffe?
«Saranno in linea con il servizio di qualità che offriremo. Con nuove configurazioni della business, più comfort e servizi a bordo. Coerenti con la missione che ci siamo dati». (Il Messaggero)
 
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