Ipotizza che, un domani, tu vada a una manifestazione. Non dev'essere una rivolta in cui bruciano tutto, basta che sia un evento di qualsiasi tipo. L'altro giorno ce n'è stata una, qui a Londra, per commemorare una ragazza rapita e uccisa da un poliziotto. Ma potrebbe essere qualunque cosa. Con questi sistemi non solo è possibile riconoscerti, sapere chi sei, multarti, prelevare dal tuo conto, farti licenziare e, magari, impedirti di comprare biglietti aerei o avere un passaporto. La tecnologia è in uso in Cina ed è stata esportata in Kazakhstan (dove un attivista, reo di aver affisso un cartello in cui si citava un articolo della costituzione nazionale, è stato riconosciuto ed arrestato). È un po' come la sorveglianza di tutte le telefonate messa in piedi dall'NSA americana: venduta come mossa antiterrorismo, non ha bloccato un
attentato che fosse uno ma intanto rimane.
Lo ripeto per l'ennesima volta, non sono uno che nega che esista il Covid. Seguo tutte le regole, faccio le quarantene, faccio i test. Non viaggio, lavoro da casa, uso la bici invece che i mezzi, metto la mascherina sempre e mai col naso fuori, pur trovandomi una proboscide. Ma ciò non vuol dire che voglia 1984.