[STORIA] Anche la Francia ha la sua tragedia di Ustica, accaduta l’11 settembre 1968


nicolap

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[STORIA] Anche la Francia ha la sua tragedia di Ustica, accaduta l’11 settembre 1968



Il Caravelle III dell’Air France F-BOHB

La storia di questo incidente si riferisce al volo Air France 1611, operato dal Sud-Aviation SE-210 Caravelle III marche F-BOHB in volo da Ajaccio a Nizza la mattina dell’11 settembre 1968.
L’equipaggio dell’areo, composto dal comandante Michel Salomon, dal copilota Emile Duvinage, dal tecnico di volo Juan Roger, dal capo equipaggio Michel Gerard e dalle hostess Genvieve Tricot e Michele Orry aveva preso servizio la mattina dell’11 settembre dopo aver trascorso la notte ad Ajaccio, ed era al suo promo volo della giornata.
All’imbarco si erano presentati 89 passeggeri, tra i quali 13 bambini, e le operazioni di preparazione del volo si erano svolte senza che alcun problema fosse stato segnalato, portando l’equipaggio a decollare in orario alle ore 09:09.
Le condizioni atmosferiche erano relativamente buone al decollo da Ajaccio, con 23 gradi e poco vento, mentre mutarono in variabili lungo la rotta, con presenza di nubi temporalesche isolate e bassa temperatura
Il Caravelle F-BOHB (n/c 244) era stato consegnato all’Air France solo pochi mesi prima, il 24 aprile del 1968, e aveva accumulato 579 cicli e 1001 ore di volo.
Alle 09:30 esatte, 21 minuti dopo il decollo, l’equipaggio contattò il controllo aereo di Marsiglia segnalando un problema a bordo, pur senza specificarlo, e chiedendo la possibilità di un approccio diretto a Nizza.
Il controllo di Marsiglia approvò alle 09:31 la richiesta dell’equipaggio, ma, pochi secondi dopo, dalla cabina del Caravelle venne segnalato fuoco a bordo e la richiesta di un atterraggio di emergenza, ripetuta più volte.
Il controllo di Marsiglia approvò immediatamente la richiesta e autorizzò il Caravelle alla discesa alla quota di 2000 piedi senza restrizioni, predisponendo le procedure di emergenza per l’atterraggio.
Alle 09:32, infine, nell’ultimo concitato contatto radio con l’aereo, dalla cabina del Caravelle l’equipaggio comunicò al controllo di Nizza “precipitiamo se continua così”, interrompendo definitivamente le comunicazioni con la torre.
I tentativi di contattare l’areo furono vani e l’ultimo eco radar dell’aereo venne registrato alle 09:33:20, a circa 22 miglia nautiche di distanza dall’aeroporto di Nizza.
Decollò poco dopo da Marsiglia un Constellation del servizio SAR (matricola F-SSZP), che ben presto individuò una macchia oleosa nel mare e dei detriti, poi recuperati da unità della marina militare francese.
Venne quindi istruita un’inchiesta sull’incidente, che iniziò ad analizzare i reperti recuperati in mare, reputandoli compatibili con la possibilità di un incendio, come segnalato dall’equipaggio prima di precipitare. I frammenti convinsero i periti della localizzazione dell’incendio nella parte posteriore dell’aereo, senza aver in alcun modo interessato la cabina.
Stante la disponibilità di frammenti limitati e di piccola dimensione, venne autorizzata una campagna di recupero dei pezzi dell’aereo, ad una profondità compresa tra i 2000 e i 2600 metri, condotta in quattro riprese a novembre del 1968 e poi nel marzo del 1969, tra novembre e dicembre del 1969 e infine tra marzo ed aprile del 1971.
Un gran numero di frammenti venne recuperato dalle navi posacavi incaricate del recupero, e l’inchiesta potè quindi proseguire ricostruendo in un hangar ciò che restava dell’aereo, stabilendo senza alcun dubbio che un incendio di ampie dimensioni si era sviluppato nell’area compresa tra la toilette posteriore destra e il galley, divampando ad una violenza tale da compromettere il controllo del velivolo.
Sulla causa dell’incendio vennero invece due possibili cause: la prima relativa ad un malfunzionamento di un boiler dell’acqua e la seconda relativa invece ad un mozzicone di sigaretta gettato tra la carta del cestino della toilette. I risultati dell’inchiesta (https://www.bea.aero/docspa/1968/f-hb680911/pdf/f-hb680911.pdf) vennero divulgati il 14 dicembre del 1972.

L’incidente aveva destato scalpore in Francia e, mentre l’inchiesta procedeva con il recupero dei resti dell’aereo, iniziò a circolare sulla stampa, venendo poi sostenuto con vigore da alcuni dei parenti delle vittime, la possibilità che l’aereo fosse stato abbattuto da un missile lanciato da una nave militare francese in esercitazione nell’area prospicente Nizza.
La circostanza venne ipotizzata per la presenza in zona di un’area solitamente utilizzata dalla Marina francese per le esercitazioni di tiro, sebbene il Ministero della Difesa avesse più volte smentito la presenza di navi militare in quell’area nel giorno e all’ora del disastro.
Ciononostante, l’ipotesi dell’abbattimento prese piede, venendo a più riprese alimentata dalle testimonianze di personaggi più o meno credibili, che affermarono nel corso del tempo di aver avuto accesso a documenti o informazioni che, senza ombra di dubbio, avrebbero ricondotto all’attività della frega missilistica Le Suffren la responsabilità dell’abbattimento.
Le autorità militari francesi non hanno mai declassificato le informazioni relative alle operazioni navali della Suffren in quella data – o di altre navi eventualmente presenti in quell’area – alimento il sospetto che un segreto militare potesse celare la verità sull’incidente.
Nel 2011, uno dei parenti delle vittime disse di essere stato informato da un ormai morente ex militare della verità circa l’accaduto, che avrebbe visto un missile inerte abbattere per errore l’aereo, dopo essere stato lanciato dal poligono dell’isola di Levante, a poca distanza.
Non convinti delle risposte ottenute dalle autorità, i parenti delle vittime hanno continuato a dubitare della possibilità di un incendio a bordo, chiedendo a più riprese l’intervento del capo dello Stato per fare chiarezza.
In tal modo, lo stesso presidente Macron, nel 2019 ha chiesto ai vertici della Difesa di avviare la desecretazione del materiale di potenziale interesse, ritenendolo non più sensibile sotto il profilo della sicurezza nazionale.
Sebbene le attività investigative avessero chiarito oltre ogni ragionevole dubbio la dinamica dell’incidente, la pendente possibilità di ottenere risarcimenti di notevole importo da parte dello Stato ha trasformato l’incidente dell’11 settembre 1968 in un mistero che periodicamente torna ad interessare la società francese, alimentando il dubbio di una criminale cospirazione.
 

Viking

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Grazie Nicola, come sempre ci racconti fatti ed eventi molto interessanti. Sono perplesso sul missile: possibile che i piloti non avessero sentito il “botto” e quindi informare di conseguenza? Altro punto è la tempistica: tra la prima e ultima comunicazione ne è passato di tempo, quindi l’eventuale impatto non è stato distruttivo (come per l’Itavia) ma comunque utile per avere maggiori dettagli e non solo un generico allarme di incendio. IMHO
 

OneShot

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Bella storia Nicolap. Proverò ad approfondire in loco, se trovo qualcosa la posto.

Grazie Nicola, come sempre ci racconti fatti ed eventi molto interessanti. Sono perplesso sul missile: possibile che i piloti non avessero sentito il “botto” e quindi informare di conseguenza? Altro punto è la tempistica: tra la prima e ultima comunicazione ne è passato di tempo, quindi l’eventuale impatto non è stato distruttivo (come per l’Itavia) ma comunque utile per avere maggiori dettagli e non solo un generico allarme di incendio. IMHO
Il "testimone" parlava di missile inerte. Quindi potrebbe starci che abbia solo speronato il velivolo a poppa?

Ho un ricordo di quando ero bambino che non mi è mai scomparso dalla memoria: avevo 8 o 9 anni, mio padrd stava guardango telefono giallo, condotto da Corrado Augias; di solito mi facevo 2 palle cubuche a queste trasmissioni, ma quella seda di parlava di Ustica e da appassionato di aerei, drizzai le orecchie. Poi ci fu la telefonata del militare che all'epoca montava di guardia a Marsala, che confessò che lui vide tutto sul radar ecc ecc. Credo che da li ripartirono le indagini sull'abbattimento.
 

speedbird001

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Se ben ricordo il testimone non è stato ucciso in maniera misteriosa, era semplicemente malato terminale di cancro e volle dare la sua testimonianza.
Se uno è malato terminale non penso che sia uno spasso per lui impegnarsi in una faccenda come questa.
 

nicolap

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Se ben ricordo il testimone non è stato ucciso in maniera misteriosa, era semplicemente malato terminale di cancro e volle dare la sua testimonianza.
Se uno è malato terminale non penso che sia uno spasso per lui impegnarsi in una faccenda come questa.
Infatti non ho scritto in alcun modo che è stato ucciso in modo misterioso.
Non ho proprio commentato il fatto, a dire il vero.

Tuttavia, esprimendo un giudizio adesso, che uno mi venga a parlare di una testimonianza di cui lui è il solo testimone, e che guarda caso colui che ha parlato è poi morto poco dopo e non può confermare, mi lascia perplesso. E, infatti, ha lasciato perplessi anche i giudici francesi.