[TR] Svolazzando in Asia (CX, KA, CZ, MF, BR, JL)


I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Cronaca di un giro di lavoro in Cina con attaccata una breve settimana di ferie in est Asia. Il viaggio risale a ottobre dello scorso anno, ma sono riuscito solo ora a più o meno completare scrittura e foto...

Si parte l’ultima settimana di ottobre alla volta di Canton/Guangzhou (广州) e Fuzhou (福州). La soluzione più comoda ed economica, anche se abbastanza demenziale, è Cathay Pacific/Cathay Dragon via Hong Kong, con la seconda tratta dell’andata che dura poco più di mezzora su un 333.

Dopo aver ottenuto una settimana di ferie per quella successiva al viaggio di lavoro, sposterò il volo di rientro da Fuzhou, ovviamente a mie spese, di sette giorni e con ripartenza da Tokyo, direttamente col call centre CX, non essendo possibile modificare i multitratta dal loro sito web.

Arrivo in tutta calma a Malpensa tramite il solito MXP Express e, per l’ennesima volta, la scala mobile dal piano binari all’aerostazione non è funzionante. Ci vuole tanto a mandare una squadra a fare la manutenzione? Saranno mesi che è in quello stato.

Lascio la valigia al check-in e ricevo entrambe le carte d’imbarco. Nonostante sembra ci sia sempre una super coda, riesco ogni volta a passare i controlli di sicurezza in pochi minuti.
Questa volta vinco in omaggio il controllo esplosivi con il tampone. Passo da Venchi a prendere un pensiero per i colleghi e vado diretto al gate B10, ovvero: si va fino in fondo al Sat C, si passa il controllo passaporti, e si cammina indietro lungo un corridoio lato vetrate fino al Sat B.

A proposito di controllo documenti, uso gli e-gates per la prima volta a MXP: a differenza di altri, il mio passaporto viene letto immediatamente (a LHR e MAN una volta su due devo andare alla fila manuale) e anche il riconoscimento del volto/foto è istantaneo. Solita foto al tabellone partenze:



B-KPL è velivolo assegnato alla tratta odierna, un 77W di nove anni circa, consegnato nuovo a ottobre 2009.



Come vicini di stand abbiamo il 330 Alitalia per Tokyo Narita, giusto per rafforzare il mio spirito est-asiatico.



Cathay Pacific non prevede l’imbarco prioritario per i OneWorld pezzent+ (ovvero i Ruby), ma poco male visto che la Y+ ha comunque una fila dedicata. Priorità rigorosamente rispettate e file gestite in modo efficace con i separa-code. Ammetto di sentirmi quasi sparkling.





Volo: CX 234
Tratta: MXP-HKG
Aereo: Boeing 777-367ER
Marche: B-KPL
Posto: 33K
Sched/Actual: 1255-0625+1 // 1312-0615+1
Durata volo: 11h 03’
Gate: B10


Dall’accento, direi che il mio vicino è australiano; non ho modo di approfondire visto che quasi non parla - non che io abbia voglia di fare conversazione, sia chiaro.

Il sedile rasenta quasi la perfezione per una premium economy; il pitch è ottimo.



Molto del merito però lo hanno l’eccellente leg-rest coadiuvato dal foot-rest, incorporato nel sedile, che ha una altezza per me ottimale, oltre ad essere molto stabile. Per chi è tappo come me, siamo davvero vicini al nirvana.



L’aereo è dotato di Wi-Fi; la copertura è quasi globale, ad eccezione delle regioni artiche di Canada, Scandinavia e Russia, della maggior parte dell’Oceano Indiano sotto l’equatore e, curiosamente, dell’intero Madagascar e India. Prezzi non popolarissimi: 1 ora 9.95USD, 6 ore 12.95 e 19.95 oltre le sei ore.



Sul sedile sono già presenti coperta (di ottima fattura), cuscino (quasi inutile) e piccolo amenity kit con calze/tappi/dental kit/mascherina.
Lasciamo il nostro stand, passiamo a fianco alla concorrenza di Singapore e propelliamo con mezzi nostri verso la pista 35R, la più lontana dal terminal.



Decolliamo dopo un 330 Air China e un 737 Ryanair, che si sarà sentito in uno scomodo sandwich al sapore di widebody.

Venti minuti dopo il decollo viene servito l’aperitivo accompagnato da mandorle tostate e salate. Anche oggi, niente club delle noccioline. Mi consolo prendendo un ginger ale, sempre più una rarità a bordo. Danno pure la lattina intera da 33cl!



Poco dopo passa il rancio – la scelta del main è tra pollo in salsa al limone (mia scelta), merluzzo fritto e panzerotti (credo fosse un typo e intendessero pansoti...) pomodoro & mozzarella.



Accompagno il pasto con una birra per agevolare il sonno. Viene distribuita a parte una piccola coppetta di gelato al cioccolato Mövenpick come dessert. A parte la quantità tendente al misero, la qualità non era male ma peggio del mio ultimo volo CX l’anno precedente. L’a/v che serviva lungo la mia fila era invece eccezionale anche e soprattutto per l'interazione coi passeggeri, al contrario di quello che mi era capitato in passato (servizio di solito robotico e senz’anima).



Lavoro un paio d’ore, scomodamente – lo spazio per un laptop standard da 15” è davvero al limite se occorre scrivere estensivamente – dopodiché metto su le cuffie (noise cancelling, di buona fattura) e faccio partire l’IFE in loop su una selezione di brani rilassanti proposti dal sistema. Dormo quasi sette ore, con solo un’interruzione, cosa a me mai successa prima d’ora su un aereo.

Circa due ore e mezza prima dell’atterraggio vengono riaccese le luci e servita la colazione – a scelta tra congee e omelette al cheddar. Prendo l’omelette, davvero ottima, nonostante non sia particolarmente fotogenica.



Andiamo incontro all’alba, rovinata dal vetro graffiato.



Atterriamo in una HK piovosa e grigia. Non avendo bagaglio da ritirare, che verrà inviato fino alla destinazione finale, e sbrigato il controllo passaporto relativamente velocemente, sono fuori in meno di venti minuti dallo sbarco.

Sono però le 6 del mattino: la città dorme ancora e soprattutto quei negozi in cui voglio fare un salto sono ancora chiusi; inoltre, prevedo di fare un salto all'ufficio di Hong Kong solo nel tardo pomeriggio per un breve meeting con la collega con cui lavorerò nei giorni seguenti e un po' di remote working, prima di tornare in aeroporto per il brevissimo volo su Canton.

Prendo qualcosa da sgranocchiare da 7-Eleven per una seconda colazione e, in attesa di un orario più umano per sgranchirmi le gambe in città, mi metto a guardare gli aerei decollare.





DaV
 

13900

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26 Aprile 2012
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Oh, finalmente! Temevo di doverti mandare a casa la mafia armena con trapani e tondini di ferro per farti scrivere 'sto TR!

Comunque, finalmente ho scoperto una persona che riesce ad usare il poggiapiedi e il poggiacosce sulla Y+. Mi piace molto la semplicità dell'idea di CX per far capire dove funziona il wi-fi. Una cartellina laminata, una mappa e via. Roba che in British Airways vedranno nel duemilapoi. E sì che non è troppo difficile.
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Torno in aeroporto con la MRT e noto da telefonino che mi è stato cambiato il posto a sedere per il volo su Canton. Non ne sono sorpreso – in fase di prenotazione, il sistema mi aveva consentito di prenotare l’area di J configurata 2-2-2 (avevo scelto l’unico libero, al 16H). Vado al banco transiti una volta passato il controllo di sicurezza/passaporti (anche qui vengo invitato ad usare l’e-gate) e la signorina, una volta fatta una serie di smorfie difficilmente decifrabili, mi riemette la carta d’imbarco con assegnato il 24A. Ci sia una volta, una, in cui non abbia un qualsivoglia tipo di problema o contrattempo con CX/KA...



Cazzeggio un po’ in aeroporto – purtroppo il food court è in parziale rifacimento, e di conseguenza c’è una coda allucinante presso tutti i punti di ristoro rimasti aperti.





Volo: KA 786
Tratta: HKG-CAN
Aereo: Airbus 330-342
Marche: B-HLA
Posto: 16H 24A
Sched/Actual: 2015-2120 // 2041-2111
Durata volo: 30’
Gate: 28

Il volo è sostanzialmente pieno (di transiti), merito anche della Fiera di Canton che si svolge nello stesso periodo e che dura tre settimane, la più grossa di Cina. Gli interni mi sembrano esattamente uguali a quelli del 77W in economy – stesso sedile a quanto pare. Eppure, B-HLA è un nonnetto di 24 anni! Primo volo nell’agosto 1994. Internamente è tenuto piuttosto bene ad onor del vero; esternamente porta ancora la vecchia livrea Dragonair.


Siamo a fianco ad un gemellino di mamma Cathay.


Una volta chiuse le porte, vengono distribuite immediatamente una bottiglietta d’acqua e una piccola confezione di biscotti: in volo non ce ne sarà il tempo. Credo sia il volo con WB più corto in assoluto: circa 135 km, più o meno Milano-Torino.



La demo di sicurezza, a mano, viene fatta durante il rullaggio. Decolliamo e in un attimo siamo in mezzo alle nubi, che si aprono e si chiudono sopra Hong Kong, Shenzhen, Dongguan, Foshan o Guangzhou – difficile dire dove siamo: il territorio è completamento antropizzato lungo il delta del fiume delle Perle. Secondo FR24, non siamo andati oltre i 13800 piedi, che abbiamo tenuto per un totale di cinque minuti di orologio.





Atterriamo e rulliamo velocemente fino al terminal. La prima parte dell’immigrazione è lasciare le impronte alle tremende macchinette sparse lungo il corridoio: una dozzina di chioschi self-service che riconoscono la nazionalità del passaporto e iniziano a parlarti nella tua lingua.
Peccato che il sistema di riconoscimento delle impronte sia pietoso e l’assistenza, da parte di invisibili addetti aeroportuali, nulla – ho davanti a me mamma e figlia francese, che ci impiegano una decina di minuti a testa a far funzionare l’aggeggio.

Il trucco, a quanto pare, è piegare un po’ a destra e a sinistra il polpastrello. Una volta finito, la macchinetta sputa un bigliettino che va consegnato all’ufficiale, una volta giunti alle classiche postazioni per il controllo del passaporto; dove, ovviamente, bisogna appoggiare nuovamente i polpastrelli sulla macchinetta per raccogliere le impronte una seconda volta. Tutta la trafila è così lunga che, una volta giunti ai caroselli, i bagagli sono già lì che girano...

Vado a prelevare degli yuan (suggerimento: se avete bisogno, ci sono dei bancomat vicino all’ingresso della metro, senza andare al piano partenze e perdersi per cercare lo sportello, come qualche addetto vi suggerirà...), prendo un biglietto della metro, che è un gettone monouso, e meno di quaranta minuti dopo sono in hotel, il Jianguo Hotel Guangzhou, ovvero l'unico prenotabile visto che la città è sold-out per la fiera.

DaV
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Tra Canton e Fuzhou volano China Southern e Xiamen Airlines, esattamente con lo stesso prezzo. Scelgo China Southern. Spero di volare con un Max8, ma sembra che volerò con un 737-300 – cosa impossibile, visto che CZ non ha più i -300 in flotta da alcuni anni. A quanto pare, devono aver riciclato il codice (73C) per il 737-700 winglettato.
L'ufficio mi organizza un'auto con autista fino all'aeroporto - mi fa sempre sorridere che in Asia siano super organizzati e facciano le cose con uno schiocco di dita, mentre in Europa (stessa organizzazione, eh) si contino pure anche le penne comprate e al massimo suggeriamo quale autobus prendere.

Arrivato al Baiyun International, dovendo imbarcare la valigia, mi metto alla ricerca di un banco check-in aperto; c’è solamente quello riservato a dipendenti della compagnia e militari, ma di fatto aperto a tutti. Mi metto in coda, impiegando ben venticinque minuti per imbarcare le valigie delle tre persone davanti a me.
Non faccio foto all’area landside dell’aeroporto, che mi è sembrata deserta; per fortuna ci sono quelle splendide di challenger nel suo ultimo TR. Rimedio con due foto al volo, da telefonino, dell’airside, dopo aver passato i controlli di sicurezza e passaporto – personale gentilissimo e molto premuroso, con modo di fare quasi giapponese.





È tutto uno sbrilluccicare di metalli e superfici lucide, mentre i negozi vendono a prezzi occidentali qualsiasi cosa - dall'alta moda al tè.
Seguendo le frecce per il mio gate, scopro che imbarchiamo da remoto, purtroppo; il processo di imbarco è però veloce e molto ordinato.



Viene consegnata una specie di piccola card plastificata (raccolta poi a bordo), e vengono apposti tutta una serie di timbri sulla carta d’imbarco:




Volo: CZ 3647
Tratta: CAN-FOC
Aereo: Boeing 737-71B
Marche: B-5291
Posto: 42K
Sched/Actual: 1930-2115 // 1940-2048
Durata volo: 1h 08’
Gate: B50

Sul Cobus la temperatura sfiora i 20 sottozero, tanto è forte l'aria condizionata, ma sembra che ai locali piaccia, tanto cercano di mettersi il più vicino possibile alle bocchette - lieto di cedere loro il posto.
L’imbarco smette di essere ordinato quando occorre salire la scaletta dell’aereo, con il bus che si ferma e apre le porte proprio di fronte ad una piccola costruzione in cemento armato, bloccando una delle due uscite, e con la sola porta anteriore aperta.
Ho il 42K: no, non è un 777, è che i cinesi hanno una concezione distorta dei numeri e delle lettere. Il pitch non è malaccio, sembra una configurazione “comoda”, e sembra quasi che il mio vestito sia in tinta con gli interni.





CAN è l’hub principale di China Southern, e si vede: gli aerei con il kapok rosso sul timone sono qui la maggioranza.



Decolliamo nel cielo sereno del Guandong.



Contrariamente alle aspettative, c’è pure un servizio di bordo. Ora, lo ammetto, non sono riuscito a capire cosa contenesse quel baozi (ustionante), ma non era male. Azzarderei qualche tipo di carne macinata e verdure, dato che il sapore era simile ai ravioli di carne cinesi, ma siamo nel novero delle ipotesi.



L'intero volo sarà a luci spente, cosa assai inusuale per un volo così corto, ma ho visto passeggeri addormentarsi durante il boarding e risvegliarsi quando gli altri stavano sbarcando, quindi potrebbe essere una cortesia locale. Il mood lighting rosso fa molto emergenza però...



Nella tasca, la classica letteratura, compreso un monografico su un qualche airshow cinese edito direttamente dalla CAAC, l'ENAC cinese.



Atterriamo al Changle International con quasi mezz’ora di anticipo sullo schedulato. Credo che questo sia uno dei pochi voli perennemente in anticipo nel congestionato spazio aereo cinese (che è gestito dai militari).
Sbarco via jetbridge, ritiro bagagli in tempi piuttosto contenuti (circa 10 minuti di attesa ai caroselli) e poi un’ora circa di strada con l’auto mandata dall’hotel – non ci sono mezzi pubblici convenienti per raggiungere il centro città.



DaV
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Finalmente liberatomi dalle incombenze lavorative, domenica mattina posso abbandonare il paese che cordialmente detesto più di tutti e recarmi in quello che invece preferisco di più, esattamente dall'altro lato dello stretto di Taiwan.


Domenica mattina si parte all’alba; prenoto un taxi alle 6 del mattino calcolando un’ora di viaggio circa.





Arrivo che il c-in è in realtà ancora chiuso – aprirà una decina di minuti dopo – ma vista la coda di persone con pacchi e valigie, qualcosa mi suggerisce che è meglio accodarsi per non passarvici la mattinata. Avrei voluto volare con FAT – Fat Air Transport sull’M80, ma purtroppo gli orari e i giorni di operatività sono per lo più casuali e non volavano quella specifica domenica.





Avrei volato più volentieri con una compagnia taiwanese, ma, nuovamente, nè China Airlines/Mandarin né EVA Air/Uni Air volano domenica, se si eccettua il code-share di China Airlines con Xiamen Air. E Xiamen Air sia, allora!


La cosa che trovo assai curiosa è che tutti i taiwanesi in coda, a occhio il 75% delle persone sul volo, hanno in mano il passaporto della ROC – pensavo fosse stra-proibito anche solo pensare di portarselo dietro.


L’aeroporto è chiaramente sovradimensionato per il suo traffico (circa 12 milioni di passeggeri); l’architettura non è nulla di memorabile, ma è funzionale.







In compenso, non avendo una grossa mole di passeggeri (soprattutto internazionale), i controlli di sicurezza sono davvero veloci, mentre il controllo passaporti è piuttosto lento, essendoci solo due postazioni aperte, ed essendo i militari cinesi particolarmente inefficienti. I voli internazionali sono meno di una ventina e stanno tutti in un'unica pagina del FID.





Arrivo ad un gate vuoto, con però una bella vista sul piazzale (che è solo lievemente più pieno).





Visto che non c’è quasi nessuno, mi azzardo a tirare fuori la reflex per un paio di scatti. Il nostro avione, pronto ad accogliere i passeggeri.





China Eastern e la livrea più inutile del mondo, soprattutto paragonata a quella precedente, che almeno aveva il suo bel fascino vintage. Il volo partiva per New York via Shanghai.





Cosa se ne fa Xiamen Air di un 787-9? Ci vola da Fuzhou a New York, ovviamente.







Volo: MF 879
Tratta: FOC-TPE
Aereo: Boeing 737-85C
Marche: B-1970
Posto: 59A
Sched/Actual: 0900-1025 // 0859-1013
Durata volo: 1h 14’
Gate: 3


Approfitto della cabina ancora mezza vuota (sembra che in Asia nessuno abbia fretta di salire a bordo) per due foto ai sedili – non che siano diversi da tutti gli altri montati sui 737... il volo sarà comunque pieno.







Tutti quanti, appena salgono a bordo, reclinano il sedile. Chiaramente, a tutti viene richiesto di rimetterlo in posizione orizzontale per il decollo, e a quel punto nessuno lo reclinerà più per il resto del volo. Mistero. Il pitch è nella norma.





La rivista di bordo è esclusivamente in mandarino, mentre noto che lo stile fumettistico è ormai diventato dominante in tutta l’Asia.





Una carrellata di compagnie cinesi più o meno sconosciute, da sinistra a destra: Okay Airways, Qingdao Airlines, Shanghai Airlines e Xiamen Air.





La foto è denuncia, ma questo è (era, ormai) uno dei pochi 757 pax che ancora volano fuori dagli Stati Uniti.





Decolliamo verso nord, mantenendo una rotta molto a ridosso della costa cinese. Sorvoliamo i sobborghi di Donghuzhen...





...e di Qiyu. Dev’essere delizioso vivere qui. Non che ci viva abbia la possibilità di fare paragoni: in Cina, a parte gli abitanti di una manciata di fortunate municipalità, non è permesso trasferirsi a meno di avere un'apposita autorizzazione governativa.





Quindici minuti dopo il decollo viene distribuito un sacchettino con il rinfresco – anche qui, pasto caldo per un volo di poco più di un’ora (sulla durata, e sulla rotta, aggiornamenti a breve). Ignoro, ancora una volta, cosa contenga il panino – sembra un hamburger ma il colore e la consistenza ricordano più cose tipo il tofu/seitan. Il sapore non era male:





La rotta, dicevamo: per ovvi motivi, le rotte che attraversano lo stretto di Taiwan in direzione est-ovest sono assolutamente vietate; si va quindi a nord fino a raggiungere quasi Wenzhou, prima di virare verso est, compiere un arco di 180 gradi ed entrare nella FIR di Taipei da nord. In pratica, un volo di meno di 200 km diventa di oltre 600.





Sottovento per TPE. La pista più in alto nella foto è quella della base aerea di Taoyuan, che è collegata a TPE da una taxiway ben visibile nella foto, che è pure uno spotting point molto famoso (e irraggiungibile, senza un’auto).





Welcome home! :)





Mi accorgo solo ora che nell’angolo a sinistra ho fotografato anche il primo 787-9 di EVA!





Mentre aspettiamo che si liberi il jetbridge, ci passa a fianco questa bellezza:





EVA coi vecchi colori





E, infine, un 763 ANA un po’ rattoppato.





Non so se sia l’orario, ma in venti minuti riesco a: sbarcare, acquistare e attivare la mia solita sim card da Chunghwa Telecom, passare il controllo passaporto, ritirare la valigia che è già sul nastro, ricaricare la easyCard per i mezzi e prendere la prima metro fino alla fermata di Beimen, una prima della stazione centrale dei Taipei.




DaV
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Finiti i miei quattro giorni a Taiwan, è ora di spostarsi un po' più a sud, in un paese che non ho mai davvero considerato di visitare: le Filippine.


In realtà è poco più che una scusa per aggiungere due voli al registro :D, ma devo ammettere che sono curioso, soprattutto di scoprire se Manila sia così terribile come tutti mi hanno detto; non avendo tanti giorni da dedicare, visto che le vacanze sono agli sgoccioli, mi limito quindi a Manila e una puntata poco più a sud, a Tagaytay, sul lago di Tal, nel weekend peggiore dell'anno: il lungo ponte dei morti che, per i cattolicissimi filippini, vuol dire transumanza a trovare parenti e defunti sparsi per l'arcipelago.


Prima di visitare, occorre arrivare; torno in hotel a recuperare i miei averi, che stanno crescendo velocemente in peso e spazio in valigia, passando davanti al Palazzo Presidenziale, prima di prendere la metro verso il Taoyuan Taiwan International airport.





Per la prima volta, provo il servizio di city check-in direttamente alla stazione della metro; la procedura di check-in e spedizione bagaglio è altamente automatizzata e fai-da-te, anche se sono disponibili dei banchi tradizionali, quindi il servizio è particolarmente conveniente e veloce, anche se gli addetti paiono un filo disorganizzati. La cosa ottima, ovviamente, è che la valigia viene spedita direttamente a destinazione, e si può andare direttamente ai controlli di sicurezza una volta arrivati in aeroporto.


Arrivato in aeroporto, mi accoglie questo bassorilievo. Non ho mai trovato molte informazioni al riguardo, ma immagino celebri le culture native di Taiwan.





La varietà non è un problema a TPE!





Il controllo di sicurezza è quasi istantaneo - hanno appena aperto alcune file aggiuntive e mi trovo tra i primi; anche il controllo del passaporto non richiedere molto tempo. Arriverci ancora una volta, Taiwan, alla prossima!





Una delle cose peculiari di questo aeroporto sono le waiting lounges, spazi a tema in prossimità dei gate dove è possibile passare un po' di tempo in attesa dell'imbarco senza l'assillo da centro commerciale che sono ormai diventati gli aeroporti europei.





Una delle più famose, è la Hello Kitty Waiting Lounge, la gioia di ogni bambino (forse un po' meno degli adulti). EVA Air ha una collaborazione con Sanrio per dipingere, sulla fusoliera di alcuni suoi aerei, i personaggi del mondo Hello Kitty, e il servizio di bordo su questi aerei riflette esattamente questa collaborazione.





La lounge dedicata al volo è molto più interessante ;)





Circa un'ora prima di reco al gate; dopo una quindicina di minuti mi chiamano - al check-in non mi hanno controllato i titoli di viaggio e, dato che ho un biglietto one-way per Manila, devono accertarsi del resto del tragitto per imbarcarmi. Tiro fuori le varie stampate (sempre portarsele dietro in caso di itinerari complessi!) e, dopo pochi minuti, si risolve tutto.

L'imbarco inizia mezz'ora prima dell'orario di partenza ed è una meraviglia di ordine ed efficienza: sembra che tutti sappiano esattamente quando devono imbarcare senza intralciare gli altri. È la mia prima volta su EVA Air, e sono già emozionato!




Volo: BR 261
Tratta: TPE-MNL
Aereo: Airbus 321-211
Marche: B-16211
Posto: 43A
Sched/Actual: 2030-2250 // 2049-2244
Durata volo: 1h 55’
Gate: C5R


Avrei sperato in un Kitty Jet, ma guardando gli schedulati sembra che non vengano mai impiegati da/per Manila; peccato.


La mia non eccelsa altezza avrà sicuramente influito sulla percezione dello spazio, ma sembra davvero di essere in un altra galassia rispetto a quello che quotidianamente ci propinano Lufthansa, Alitalia, Air France e British Airways, per citare qualche nome a caso.





L'aereo è del 2014 - praticamente appena ritirato dal concessionario. Non c'è molto da vedere fuori, essendo già buio pesto. Un 777 United rulla verso la pista.





Anche dentro non c'è molto di più da vedere. La colonna sonora è Blue degli Eiffel 65 :D





Decolliamo nel buio della notte taiwanese e ci dirigiamo verso est, e poi verso sud. La folta coltre nuvolosa che avvolge Taiwan questa sera impedisce di vedere qualsiasi cosa, incluso il Taipei 101 che, a volte, si può scorgere durante la virata che allinea la rotta verso sud.


Vengono distribuite delle salviettine e le cuffie per l'IFE, che è proiettato sugli schermi a discesa.





Nella tasca si trova anche il magazine della compagnia, "En Voyage".





Con una durata di neanche due ore, non mi aspettavo molto sul servizio di bordo, al più uno snack e un giro di bevande; ma qui siamo in Asia - offrire da mangiare significa dimostrare ospitalità, e pertanto viene servito un pasto caldo e con posate in metallo. Il main era un pollo con una salsa molto ricca simile al curry, ma non piccante; l'antipasto di verdure al peperoncino lo lascio dov'è, non essendo proprio un amante del genere. Il melone verde era molto buono. Molto soddisfacente, a parte il già menzionato antipasto.





Le assistenti di volo (equipaggio interamente femminile) passerà in seguito con tè e caffè a completare la cena. Il resto del volo prosegue tranquillo, a parte un paio di turbolenze in discesa a Manila, dove il cielo è sgombro di nubi e le luci della capitale riverberano in una distesa infinita.





Andiamo a parcheggiare a fianco ad un 777 di Korean - i coreani pare abbiano una specie di passione per i paesi caldi e umidi: Filippine, Vietnam, Taiwan, Thailandia...





L'immigrazione non è l'esperienza più veloce della mia vita, ma è abbastanza indolore, e il bagaglio arriva non molto dopo. Viro deciso verso un bagno per prepararmi fisiologicamente alla parte più temuta del viaggio: il traffico di Manila. Preso uno dei coupon taxi, per percorre i 14 km che separano il terminal 1 dal mio hotel a Makati non dovrebbero volerci più di 20 minuti; la prima parte del tragitto va spedita, in effetti, ma appena arriviamo nel cuore della movida del quartiere, rimaniamo bloccati una ventina di minuti per il traffico e le auto in doppia, tripla e spesso anche quadrupla fila. Poco male, l'autista è simpatico e la stazione radio non è malaccio, e 45 minuti bastano per arrivare in hotel.


DaV
 

13900

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Bello, va detto che il colore del cibo su Eva Air non trasmetteva troppa fiducia..
 

lin_ra

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Qualcuno sa come mai varie compagnie orientali (ANA e JAL di sicuro, ma in questo caso anche China Southern) rilasciano due se non addirittura tre (vedi ANA) ricevute prima e durante l'imbarco?
ANA per esempio rilascia carta di imbarco, prova di passaggio alla sicurezza e infine prova di imbarco
 

Challenger

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Ottimo TR, belle foto e interessante come sempre! Ora avanti col resto! :D

La cosa che trovo assai curiosa è che tutti i taiwanesi in coda, a occhio il 75% delle persone sul volo, hanno in mano il passaporto della ROC – pensavo fosse stra-proibito anche solo pensare di portarselo dietro.
Immagino che ora la percentuale sia ulteriormente aumentata: da qualche mese la PRC ha deciso di vietare a tutti i "mainlander" di recarsi a Taiwan, sia per turismo che per lavoro. Ho dei colleghi che avevano organizzato dei business trip importanti prenotando i voli con mesi di anticipo e sono stati costretti ad annullare tutto, e in alcuni casi a mandare in tutta fretta a Taiwan altri colleghi europei dall'HQ.
Penso che sia il motivo per cui ultimamente i prezzi dei voli tra Cina e Taiwan sono scesi parecchio. Purtroppo non posso aprofittarne (mi sono gia' bruciato tutte le ferie)... ma prima o poi devo trovare l'occasione per visitare Taiwan!

Non faccio foto all’area landside dell’aeroporto, che mi è sembrata deserta; per fortuna ci sono quelle splendide di challenger nel suo ultimo TR.
Grazie per la citazione, e lieto di vedere che non ti hanno servito le sostanze gelatinose che erano capitate a me.

La rotta, dicevamo: per ovvi motivi, le rotte che attraversano lo stretto di Taiwan in direzione est-ovest sono assolutamente vietate; si va quindi a nord fino a raggiungere quasi Wenzhou, prima di virare verso est, compiere un arco di 180 gradi ed entrare nella FIR di Taipei da nord. In pratica, un volo di meno di 200 km diventa di oltre 600.
Non ditelo a quelli di Extinction rebellion! :D

Bel colpo il 757! :p
Sei riuscito a vedere qualcosa di Fuzhou?
 

nicolap

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10 Novembre 2005
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Ottimo TR come sempre. Sono curioso di vedere altre foto di Taiwan e vedere se conferma il giudizio avuto dai tuoi precedenti TR, che mi avevano fatto collocare il paese al 136° posto della mia wish list di viaggi.

P.S. sono quasi certo che anche se volassi su Vueling diresti che il pitch è buono e lo spazio abbondante.
 

aamilan

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P.S. sono quasi certo che anche se volassi su Vueling diresti che il pitch è buono e lo spazio abbondante.[/QUOTE]

Beh non giocando a basket come pivot direi che qualsiasi pitch andrebbe bene. comunque bel TR, e belle foto.