Come ha detto SE-ROM è una cosa molto soggettiva. Per qualcuno può essere non fare 10 city break l'anno ma magari farne un paio. Per altri ridurre congressi e i meeting di lavoro privilegiando le videoconferenze. Per altri non volare più.
In quest' ottica dei climatologi hanno dato vita al movimento
No fly climate sci in cui qualcuno riduce drasticamente e qualcun altro elimina gli spostamenti aerei. Immagino che dietro questa iniziativa ci sia anche la volontà del
lead by example.
Il punto è che alla fin fine, secondo me, fare affidamento sull'azione soggettiva della singola persona ha un impatto limitato, a meno che non venga da una presa di coscienza collettiva molto ampia. Il cambiamento, quello vero, deve venire dall'industria e dalla politica, o meglio dalla collaborazione di queste due forze.
Sono tematiche tremendamente complesse che, oltrettutto, coinvolgono milioni di lavoratori in tutto il mondo e le cui soluzioni sono fuori dalla mia portata.
Ovvio che tutti quì dentro faremmo 50 voli l'anno se avessimo tempo e denari. Ma quando si toccano questi temi ho la sensazione che si voglia ignorare l'elefante nella stanza.
Per me è una discussione che su un forum di aviazione non può mancare e che, personalmente, trovo anche interessante.
Il paradosso è che chi impatta di più cresce meno e chi impatta meno cresce di più.