L’ad di Qatar Airways: «In Air Italy assumeremo 10 mila persone»
Intervista del «Corriere» al numero uno Akbar Al Baker (azionista con il 49% dell’ex Meridiana): «Coinvolti dal governo italiano. Ecco il nostro piano di espansione»
SEATTLE — Più di diecimila dipendenti entro il prossimo quinquennio, nessun utilizzo di Milano Malpensa come hub secondario per Qatar Airways, ma anzi un ruolo sempre più internazionale di quello che sarà a tutti gli effetti un nuovo vettore tricolore, e una rete di collegamenti che integrerà pian piano anche le grandi città europee. Eccolo un pezzo di strategia di Air Italy, la compagnia che nasce dalle ceneri di Meridiana, spiegato in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera da Akbar Al Baker, amministratore delegato del gruppo Qatar Airways, azionista del 49% della holding proprietaria di Air Italy. Perché l’obiettivo — nei prossimi anni — è soprattutto uno: «Renderlo il vettore numero uno in Italia», ribadisce Al Baker subito dopo aver ricevuto nei pressi di Seattle il primo Boeing 737 Max 8 con la livrea di Air Italy.
Cosa rappresenta l’arrivo del primo Boeing 737 Max 8?
«Per noi non è soltanto l’inizio del rinnovo della flotta, ma anche l’avvio di una compagnia aerea per l’Italia che non esisteva fino a oggi per standard e qualità, pur avendo gli italiani inventato la moda. Nel vostro Paese finora non c’era un vettore in grado di garantire un servizio di livello».
Come mai avete deciso di investire in Meridiana?
«Perché abbiamo visto una buona occasione. Il governo di Roma ci ha contattato chiedendo al Qatar se era interessato a investire in una compagnia aerea italiana. Meridiana era lì e in difficoltà: si trattava della nostra opportunità di salvare l’azienda, mentre in crisi c’era anche Alitalia. A quel punto abbiamo visto che c’era coerenza tra la visione che noi abbiamo del trasporto aereo e l’opportunità che ci è stata data con Meridiana. Abbiamo un piano di crescita su Air Italy portando quello standard e quella qualità che gli italiano vogliono e che Qatar Airways può fornire».
(Fonti di Roma e Doha spiegano al Corriere che un ruolo chiave nei contatti iniziali — e poi nella conclusione positiva degli incontri — l’ha rivestito Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico nel periodo febbraio 2014-aprile 2016).
Alitalia in crisi aiuterà la strategia di Air italy?
«Non staremo a vedere cosa fa e cosa succede ad Alitalia. A noi, come azionisti di Air Italy, interessa che la compagnia cresca, connetta l’Italia al mondo e serva i membri della comunità italiana».
Avete quote in IAG (holding di British Airways, Iberia, Aer Lingus, Vueling, ndr), nella sudamericana Latam, in Cathay Pacific, in uno degli aeroporti di Mosca: Air Italy rientra in questa strategia internazionale?
«Vorrei ricordare che Air Italy è a maggioranza italiana, non posso imporre la nostra strategia. Quello che è importante è che loro siano interessati a far crescere la compagnia in Italia e noi come Qatar Airways ci concentreremo solo su questo».
I collegamenti annunciati per ora prevedono voli domestici e intercontinentali, nessuna destinazione verso le capitali europee. Vi interessa connettere americani e asiatici all’Italia?
«No, no. Questa è una compagnia che serve l’Italia. Ci saranno voli da e per l’Europa. Ci saranno voli domestici. Ci saranno voli di lungo raggio. Questa sarà una compagnia che connetterà l’Italia all’Europa e al resto del mondo».
E Milano Malpensa che ruolo avrà?
«Intanto vorrei chiarire che non sarà usato come un altro hub di Doha da Qatar Airways, ma sarà il cuore operativo di Air Italy. E Air Italy non alimenterà i voli di Qatar Airways. Dirò di più: Air Italy non volerà nemmeno a Doha. Non ci saranno ambiguità. Malpensa deve diventare hub internazionale e creare posti di lavoro».
Il mercato del trasporto aereo in Europa e in Italia è cosa dura, anche per il ruolo delle low cost. Come può Air Italy avere successo in questo contesto?
«Faremo in modo che l’investimento abbia successo e lo faremo anche con la grazia di Dio».
Più concretamente?
«Beh, abbiamo ovviamente una strategia e non ci distanzieremo da quella: abbiamo sempre avuto delle strategie vincenti».
Quando pensa che Air Italy sarà profittevole?
«Per ora la priorità è assicurarci che diventi la prima compagnia aerea italiana. Ma siccome non facciamo beneficenza ci interessa ovviamente fare profitti. Ma non adesso. Questa è la fase degli investimenti, nella quale non faremo soldi, ma nel medio e lungo periodo sì. Come ben sa chi ci conosce noi di Qatar Airways non accettiamo fallimenti e ci accerteremo che questa sia un’esperienza di successo».
Perché voi dovreste riuscire laddove Etihad ha fallito con Alitalia?
«Perché Qatar Airways ha sempre avuto successo, siamo i migliori al mondo e abbiamo sempre investito con successo».
Qual è stata la parte più dura dell’avvio delle operazioni di Air Italy in Italia?
«Non parlerei di una parte dura. Abbiamo sì avuto negoziati difficili con i sindacati, ma poi loro hanno collaborato con noi, ci hanno aiutato a fare quello che volevamo fare e quello che vorremmo per il futuro. Ritengo ci sarà una buona partnership con noi e i nostri dipendenti anche perché con le assunzioni che faremo aumenteranno gli iscritti alle sigle sindacali».
Ecco, parliamo delle assunzioni. Avete un’idea di quante persone assumerete nei prossimi 5-10 anni in Air Italy?
«Non credo che ci saranno meno di 10 mila dipendenti (oggi ne conta 1.400 circa, ndr)».
Diecimila diciamo nei prossimi cinque anni?
«Beh dal momento che vogliamo allargare la compagnia sì. Diecimila impiegati diretti e indiretti. In un vettore non ci sono soltanto quelli della parte aviation. Creeremo posti di lavoro nel catering, nell’assistenza a terra, negli aeroporti. Messi tutti insieme questi saranno i numeri».
Dopo questi numeri potrebbe ritrovarsi travolto dai curricula...
«Ma noi li vogliamo per far crescere la compagnia. Per raggiungere quel risultato serve ovviamente lo staff».
Avete diversi dipendenti italiani in Qatar Airways: pensa che serviranno per portare in Air Italy l’esperienza di bordo della compagnia di Doha?
«È esattamente quello che vogliamo fare. Vogliamo portare la qualità dei nostri prodotti a bordo degli aerei che trasporteranno gli italiani: vogliamo far vedere loro il servizio di eccellenza».
Quindi volerà di nascosto per valutare il prodotto a bordo di Air Italy?
«Chissà, vedremo...».
https://www.corriere.it/cronache/18...ne-71b3b168-579d-11e8-bd9c-ca360360a9e7.shtml