Pubblichiamo di seguito la testimonianza di un utente di AviazioneCivile.org – MindOnAir – rimasto “vittima” dei disagi che hanno interessato l’operativo di Turkish Airlines a causa della violenta ondata di neve che si è abbattuta su Istanbul.
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Venerdi 6 Gennaio, ore 23:15 puntuali, il mio volo TK71 è partito da HKG con destinazione IST. Nel pomeriggio avevo ricevuto un SMS che mi avvertiva come il mio volo di connessione IST-VCE TK1871 delle 12:45 del 7 gennaio fosse stato cancellato. Ho chiamato la biglietteria di HK e sono stato riprotetto sul 1867 del mattino: “dear Mindonair, the flight is full, but we arranged your seat because you are an elite member”.
A circa un’ora dall’arrivo, noto dalla mappa in volo che la destinazione è cambiata, non piu’ IST ma, se non ricordo male, Adana. Contemporaneamente, e senza preavviso alcuno, gli AAVV iniziano a preparare la cabina con agitazione, domando allora le ragioni e la AV risponde un po’ stizzita che non c’è nessun problema, solamente che IST è chiuso e dobbiamo dirottare altrove.
Dopo pochi minuti la destinazione cambia ancora e diviene Antalya, dove atterriamo alle 5am circa ed attendiamo in piazzale circa 45 minuti l’arrivo del bus (le ultime file saranno sbarcate 2 ore dopo), entrando poi in un terminal affollato. Qui nessun operatore ad attenderci. Perlustro il terminal ma non c’è traccia di personale TK, né punti informazione, né wifi.
L’apron è enorme e TK lo usa per lo storage temporaneo di numerosi A330. Airside nel terminal internazionale (dove mi trovo), i ristoranti sono aperti e trovo un Burger King, numerosi Doner, pasticcerie tedesche ed un pizza Sbarro, da cui compro un paio di tranci.
Alle 10 circa arrivano dei panini e delle bibite. Nel piazzale conto almeno 8 B777 e molti altri NB di TK, così a stima credo 2/3000 persone, provenienti da Singapore, Tokio, Taipei, Marrakech, e Buenos Aires. Al gate 12 da cui siamo sbarcati, un operatore informa che i passeggeri del TK71 sono invitati a ritirare le valige ed andare in hotel. Mi accodo al banco informazioni dell’aeroporto ed impiego 45 minuti per avere il voucher: sono stato assegnato all’Aska Lara Resort di Antalya. Sarà disponibile un servizio bus navetta.
La zona bagagli è un delirio, accampamenti di famiglie, urla di gente nervosa, assenza di comunicazione. Sulla parete svetta un cartellone “The Best airport in Europe ICF Airports”.
Alle 13 ricevo il mio bagaglio ed esco: un altro ammasso di gente, almeno 500 persone per salire sul bus. I bus sono divisi per tour operator (che erano 3 o 4), ognuno con 4/5 pullman. Sui pullman non vi era alcuna indicazione di quale fosse l’hotel di destinazione, pertanto ogni singola persona doveva mostrare la propria prenotazione al responsabile del TO (alcuni alberghi erano impronunciabili). Dopo mezz’ora ad attendere il mio bus, decido di smezzare un taxi con un altro passeggero.
L’hotel è enorme e molto bello, di appena 3 anni, ci aspetta un ricchissimo buffet (non scherzo) ed anche la spa. La mia camera singola aveva un terrazzino ed un letto molto comodo. Antalya è una rinomata località balneare del sud della Turchia, le strutture sono tutte moderne, all’avanguardia e dalle architetture singolari, il mio ricordava uno stile nordico. La temperatura è di 15° e tira un forte vento che ulula nei corridoio. Si vede il mare a 500 metri, in piena burrasca.
Sulla reception dell’hotel capeggia un cartello “We don’t have any information from Turkish Airlines”, perciò chiamo tutti i numeri di TK che ho, ma cade sempre la linea. Alle 6am ricevo una chiamata in camera: “si presenti alle 7am nella lobby, da dove il pullman la porterà in apt”. In 15 minuti sono di sotto, mi faccio chiamare un taxi e alle 7 sono già lì.
Sul tabellone compaiono diversi voli per IST, con cadenza di circa mezz’ora. Al banco informazioni offro un “good morning, hoping will be better than yesterday” ricevendo un “in Antalya is always a good morning”. Viva l’ottimismo. Mi dicono che i voli per IST sono iniziati già qualche ora prima. Mi accodo in biglietteria per fare il reebooking del mio itinerario, cosa che mi costa più di un’ora di tempo. Giunto giusto il mio turno, la caposcalo TK istruisce gli operatori che non si fanno più re-booking, si mandano tutti a IST e che i passeggeri se la vedano là. Questo naturalmente è quello che è stato il risultato, sebbene l’operatrice mi avesse detto “just go to check in, you don’t need any rebooking, don’t worry”.
Mi accodo al check in, al 50% delle persone prima di me viene negato il check-in e vengono mandate in biglietteria. Quando è il mio turno sono già le 10am, e l’operatrice mi dice che gli serve il re-booking altrimenti non può mettermi sul volo. Insisto e dico che la caposcalo TK ha detto il contrario. Allora mi dà la carta di imbarco solo per IST con il volo delle 10:45, ma non c’è verso di avere quella per VCE. Accetto, sapendo che dovrò ritirare i bagagli e rifare il girone dell’inferno della biglietteria.
Partiamo alle 11:45, volo full ed eventless, servono un panino con mozzarella, pomodoro e basilico, mi è sembrato il miglior cibo che avessi mai mangiato.
Ci avvicinamo a IST alle 13 in una città completemente imbiancata: dal mio finestrino posso vedere la pista che è piena di lastre di ghiaccio. Prego che vada tutto bene. La vista è surreale: aerei con 40cm di neve sopra, mezzi bloccati con ruote che slittavano, e neve ovunque.
Arriviamo in piazzola, l’ultimo metro di frenata credo che l’abbiamo fatto a ruote bloccate, a giudicare delle vibrazioni. Si avvicina la scaletta, ma a pochi metri dalla porta si blocca nella neve: avanti e indietro a tentativi per 15 minuti, alla fine si allinea e gli operatori spruzzano dell’antighiaccio sugli scalini. Si scende in fila indiana perchè solo il lato sinistro è stato pulito dalla neve. Scendiamo dal 777 e camminiamo verso il bus sulla neve, che è solida. La temperatura è appena sotto lo zero.
La prima trance di bagagli, tra cui la mia prima valigia, arriva in 15 minuti, la seconda necessita di un’ora e mezza. Sono le 15:30 quando raggiungo le partenze internazionali, dove cerco l’inizio della coda della biglietteria, che trovo a circa 150 metri dalla stessa, al termine di un serpentone umano.
Ci separiamo, qualcuno tiene il posto in coda ed io provo a cercare altre soluzioni. Non c’è nessun punto di raccolta dei voli per destinazione, come nessun personale con divisa o stemmi TK. Solo personale TGS con il porta-pass TK.
Ai check in mi dicono che senza riprenotazione non possono darmi la carta di imbarco. Sono le 16 e l’ultimo volo della giornata per VCE – il 1869 – parte alle 17:25.
Lungo il sepentone, ad un certo punto passa un operatore TGS che chiama i passeggeri per Dusseldorf. Capisco che loro potranno fare il check-in anche senza la riprenotazione: se a loro si, perchè a me no?
Chiedo a vari operatori in giro e capisco che al check in C17 hanno “poteri speciali”, estesi poi a tutta la fila D. Mi metto in coda e quando è il mio turno ormai la risposta già la sapevo: “you must re-book first, I cannot check you in”. Al che insisto energicamente, e magicamente mi fanno il check-in. Assurdo, assurdo, assurdo.
Sono airside alle 17, e ricomincia a nevicare.
Il volo è in ritardo di mezzora, quisquiglie. Imbarchiamo alle 17:30 e siamo 103 in un A321 mezzo vuoto come le scialuppe del Titanic, e dopo un de-icing decolliamo alla massima potenza alle 19.
Alle 20 ora italiana sono a casa, circa 36 ore dopo il previsto
2 comments
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